Marocchino ingoia tre batterie per non essere espulso

Nella giornata di lunedì 5 giugno il Questore della provincia di Monza e della Brianza Marco Odorisio ha disposto il collocamento presso il Cpr di Gradisca d’Isonzo nei confronti di due cittadini magrebini che sono stati scarcerati nella medesima giornata dalla Casa Circondariale di Monza, entrambi gravati da numerosi precedenti penali per reati in materia di stupefacenti, rapina, rissa.

Il primo, un cittadino marocchino 37enne, prima di uscire dalla Casa Circondariale per fine pena, ingoiava tre pile, per evitare il suo rimpatrio. Nonostante il gesto, i poliziotti lo accompagnavano al pronto soccorso dell’Ospedale San Gerardo dove, previa visita medica i sanitari riscontravano la idoneità medica alla vita in comunità ristretta, nonostante il maldestro tentativo di sottrarsi alla misura a proprio carico. il Questore della Provincia di Monza e della Brianza, valutata, pertanto, l’irregolare presenza dello stesso e le numerose condanne e fatti reato di cui si era reso responsabile, ha disposto l’accompagnamento presso il CPR di Gradisca d’Isonzo, grazie al posto messo a disposizione dalla Direzione Centrale per l’Immigrazione, ove è stato accompagnato dagli agenti della Questura e sarà trattenuto per il tempo strettamente necessario per il definitivo allontanamento dal territorio nazionale.

Il 37enne giunto in Italia dal 2006, veniva arrestato per spaccio di stupefacenti, in quanto trovato in possesso di circa 15 grammi di hashish e di denaro verosimilmente provento dell’attività di spaccio, nonché per resistenza a pubblico ufficiale e false attestazioni sulla propria identità. Per questi reati, il Tribunale di Torino lo condannava, l’anno successivo, alla pena di anni 1, mesi 2 di reclusione ed € 4.000 di multa. Rintracciato nel 2013, veniva arrestato per scontare la pena inflittagli e accompagnato presso il carcere di Ivrea, ove, pretendendo di cambiare settore per disaccordi con gli altri detenuti, distruggeva un televisore minacciando di recidersi la giugulare con un pezzo di vetro se non fosse stata esaudita la sua richiesta. Per questo motivo veniva denunciato per danneggiamento.

Più volte colpito da ordine del Questore di Milano di lasciare il territorio nazionale, veniva denunciato per inottemperanza agli ordini e ancora per false attestazioni, in quanto forniva alle forze dell’ordine nominativi diversi, dichiarandosi palestinese.

Nel 2015 veniva indagato per ricettazione di un telefono cellulare e per aver rapinato un giovane di un cellulare e di alcuni monili, minacciandolo con un coltello. In un’altra occasione opponeva resistenza a pubblico ufficiale e si rifiutava di fornire informazioni sulle proprie generalità.

Nel 2016, veniva arrestato per aver rapinato a Milano un ragazzo dell’orologio, dopo averlo spintonato, in concorso con un complice: tempestivamente bloccato dagli operatori, opponeva resistenza e provocava lesioni a uno dei poliziotti.: ne veniva pertanto disposta la custodia cautelare in carcere. Durante il periodo di detenzione, si rendeva responsabile in concorso con altri detenuti di una rissa all’interno del carcere. Nello stesso periodo, veniva identificato dal consolato marocchino come cittadino di quello Stato.

Nel 2018, pertanto, veniva rimpatriato in Marocco, ma riusciva a rientrare clandestinamente in Italia nel 2021, quando veniva arrestato per aver violato il divieto di reingresso sul territorio nazionale.

Scarcerato, e condannato alla pena di un anno e 8 mesi di reclusione, sostituita con il divieto di dimora a Milano, veniva denunciato per esercizio di giochi d’azzardo, in quanto veniva individuato proprio a Milano mentre, con altri connazionali, con l’uso di dadi metteva in palio delle banconote tra gli astanti che avevano creato un capannello di persone. Di conseguenza, veniva disposto l’aggravamento della misura cautelare disponendo che scontasse la pena in carcere. Per il suo comportamento in carcere veniva trasferito in diversi istituti di pena, e in tutti si rendeva responsabile di risse, danneggiamenti e interruzioni del servizio di vigilanza incendiando materassi e impedendo l’accesso della Polizia Penitenziaria alle celle posizionando le brande davanti alle porte.

A settembre del 2021 il Tribunale di Milano disponeva l’espulsione dal territorio dello Stato come misura alternativa alla detenzione, misura che non è stata eseguita in quanto nella giornata del 31 maggio è stato accompagnato presso la frontiera aerea di Milano Malpensa, da personale di scorta, ma lo stesso ha messo in atto comportamenti di resistenza passiva, tali per cui il comandare del velivolo gli ha rifiutato l’imbarco.

Il secondo cittadino marocchino, di 35 anni, risultava essere entrato in territorio nazionale nel 2017, e da subito dedicarsi alla commissione di reati predatori. Nel 2020 infatti veniva condannato per rapina aggravata, fatti avvenuti nel 2019, in quanto a bordo di un treno, a Sesto San Giovanni, con l’utilizzo di un coltello si faceva consegnare un telefono cellulare da un giovane ragazzo. In altre circostanze veniva denunciato più volte, con nomi sempre diversi, per furti perpetrati all’interno di esercizi commerciale in Monza e denunciato per ricettazione di un telefono. Dopo aver scontato la pena per rapina nella giornata di lunedì 5 giugno veniva scarcerato anch’egli dalla Casa Circondariale di Monza e vista l’irregolare presenza sul territorio nazionale e le numerose condanne e fatti reato di cui si era reso responsabile, il Questore della Provincia ha disposto l’accompagnamento presso il CPR di Gradisca d’Isonzo, grazie al posto messo a disposizione dalla Direzione Centrale per l’Immigrazione, ove è stato accompagnato dagli Agenti della Questura e sarà trattenuto per il tempo strettamente necessario per il definitivo allontanamento dal territorio nazionale

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