Le cause e i sintomi del tumore alla prostata

Una delle forme tumorali più comuni fra gli uomini è quella che riguarda la prostata. Ogni anno nel nostro Paese sono più di 42mila i casi che vengono diagnosticati: ne abbiamo parlato con il Dottor Andrea Cocci, esperto di urologia e andrologia.

Qual è l’incidenza del tumore alla prostata sulla popolazione maschile?

I più colpiti da tale patologia nella maggior parte dei casi sono gli uomini di più di 50 anni. In particolare addirittura 2 cinquantenni su 5 hanno cellule tumorali, con i casi e i rischi che crescono a mano a mano che l’età aumenta. Va detto, comunque, che i casi non sono tutti letali. In molte circostanze il tumore resta limitato alla ghiandola prostatica, si sviluppa in tempi non veloci ed è poco aggressivo. Ciò vuol dire che molte persone si ritrovano a convivere con tale carcinoma per diversi anni e non ne patiscono gravi conseguenze, non avendo la necessità di sottoporsi a trattamenti ad hoc.

Funziona sempre così?

No, purtroppo: ci sono tante altre situazioni in cui il tumore cresce in maniera veloce e in più arriva a coinvolgere anche altre parti del corpo, provocando diversi problemi. Nel momento in cui il tumore alla prostata può essere curato, comunque, sono diverse le terapie a cui si può ricorrere, e quasi sempre esse si rivelano efficaci.

Ma che cos’è di preciso la prostata?

La prostata è una ghiandola che fa parte del sistema riproduttivo degli uomini. La sua forma è simile a quella di una castagna a testa in giù, con la base che è attaccata alla vescica. Il suo compito, invece, è quello di produrre il liquido seminale che occorre per far sopravvivere gli spermatozoi. La ghiandola è situata davanti al retto, in corrispondenza della prima parte dell’uretra. Un grappolo di ghiandole tubuloalveolari forma il tessuto specifico ed è circondato da uno strato consistente di fibre muscolari lisce.

Come si manifesta il tumore alla prostata?

A caratterizzare il tumore alla prostata è una incontrollata e anomala crescita di cellule all’interno della ghiandola prostatica. I sintomi risultano praticamente invisibili nelle prime fasi di sviluppo, e proprio per questo motivo si dice che questo tumore è asintomatico. Ecco, quindi, che una persona può non rendersi conto della presenza di un tumore alla prostata fino a che la malattia non è avanzata in misura significativa. Ciò spiega la ragione per la quale è indispensabile effettuare controlli in maniera regolare. Per fortuna nel corso degli ultimi anni c’è stata una massiccia propaganda a sostegno di una presa di coscienza maggiore dei problemi correlati al tumore alla prostata, grazie a cui è aumentata la precocità delle diagnosi: il che ha permesso di salvare tantissime vite. È fondamentale pertanto effettuare una visita da un urologo ed eseguire il controllo del PSA, l’antigene prostatico specifico. Grazie a questo test, abbinato a un esame del sangue specifico, è possibile individuare le persone a rischio per cui dovranno poi essere eseguiti altri test.

Quali sono i sintomi più diffusi del tumore alla prostata quando è già sviluppato?

Sono molteplici e, ovviamente, non è detto che si presentino tutti assieme. Si può trattare, comunque, della presenza di sperma o sangue nelle urine, ma anche di difficoltà a urinare, di eiaculazione dolorosa o di un flusso incostante e debole delle urine. Tra gli altri stimoli ci possono essere anche bruciore e dolore nel corso della minzione e la sensazione costante di non essere in grado di svuotare del tutto la vescica. Nel novero dei sintomi di un tumore alla prostata ci possono essere anche la sensazione generale di un malessere fisico, la stanchezza, la perdita di appetito, la spossatezza, il dolore concentrato nella zona pelvica e la nicturia, vale a dire lo stimolo a urinare nel corso della notte.

Che differenza c’è tra un tumore alla prostata e l’ipertrofia prostatica benigna?

Le due patologie sono differenti, anche se in effetti molti sintomi sono in comune. Per capire con quale patologia si ha a che fare occorre effettuare una visita medica specialistica. Consiglio comunque di non lasciarsi prendere dal panico: come dice il suo nome, l’ipertrofia prostatica benigna non è pericolosa, e non corrisponde a un tumore. Si tratta anzi di una condizione molto diffusa.

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Redazione

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