Aversa. Nuove terapie al reparto di Otorinolaringoiatria del Moscati

Tutti sanno per esperienza diretta che la percezione di naso chiuso che si protrae per giorni, causa una sensibile riduzione delle normali attività quotidiane, ma non tutti sanno che se trascurato nel tempo, questo semplice sintomo, può evolversi e causare gravi problemi circolatori.

Basta una corretta informazione, la prevenzione e nuove soluzioni mininvasive a cambiare la situazione.

È con questi presupposti che il dottore Pietro Gagliardi, otorinolaringoiatra al Moscati di Aversa lancia il ‘Progetto Respiro’, con l’utilizzo di cellule staminali. Il reparto, diretto dal dott Alfonso Tramontano Guerritore, vanta eccellenza e innovazione. Negli ultimi 10 anni l’otorinolaringoiatria ha subito una vera e propria rivoluzione, grazie a nuove tecnologie diagnostiche e terapeutiche che hanno modificato radicalmente in chiave mininvasiva l’agire quotidiano, sia negli ambulatori che nelle sale operatorie.

L’Ospedale Moscati, infatti, ha abbinato la chirurgia endoscopica mininvasiva all’applicazione di una metodica di ultima generazione: la radiofrequenza quantica. L’intervento, effettuato in anestesia locoregionale con lieve sedazione, permette al paziente di recuperare in tempi brevi e riprendere le normali attività dopo un’ora dall’intervento. Tale metodica non prevede l’uso di tamponi nasali.

A questo approccio si associa oggi il trattamento rigenerativo dei turbinati. “La chirurgia minivasiva rigenerativa è una disciplina innovativa -dichiara il dottore Pietro Gagliardi, promotore del progetto presso l’Ospedale di Aversa-, studia e pratica i processi di rigenerazione e riparazione dei tessuti per il ritorno alla normalità strutturale e funzionale, di organi e cellule danneggiati, traumi, malattie, invecchiamento o difetti congeniti. Il principio scientifico e terapeutico si fonda sulla capacità di auto-guarigione, cioè autorigenerazione intrinseca, di determinate cellule del nostro organismo che sono in grado di rigenerare i tessuti compromessi, senza utilizzare sostane chimiche. Queste cellule vengono prelevate dal paziente stesso, sottoposte in laboratorio ad un processo di centrifuga e purificazione, per poi essere innestate nell’aria da trattare”.

“Nel nostro ospedale – continua Gagliardi -, siamo già pronti ad affrontare questa metodica grazie al dipartimento di medicina trasfusionale e immunoematologia diretta dal dott. Saverio Misso, che già da anni si occupa di medicina rigenerativa e di staminali. Tecnica che viene eseguita per via endoscopica nasale con microaghi per raggiungere tutte le sottosedi nasali ed i compartimenti dei turbinati che necessitano di riparazione”.

È particolarmente indicato nei pazienti che si sono sottoposti ad interventi destruenti delle cavità nasali che hanno compromesso la respirazione. Va sottolineato però, che non tutti i pazienti possono essere reclutati per tale trattamento, se non previo accurato screening endoscopico.

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Redazione

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