Abusi edilizi, Zippo: “L’abusivismo non c’entra nulla con le frane”

“A Casamicciola sono morte 12 persone. Madri, padri, figli, nipoti, ragazze, ragazzi e persino un neonato. Ci vediamo costretti a ricordarlo a quei personaggi che stanno speculando sulla tragedia per spingere la propria agenda, invocando più demolizioni di immobili abusivi. La causa di tutti i mali del nostro Paese è l’abusivismo edilizio? Perfetto: demolite tutto. Fatelo in fretta! Prima di spostare anche una sola pietra però si elabori un piano di edilizia popolare per dare un alloggio a chi vive in una casa abusiva, allegando una mappatura dei siti dove si intende smaltire le macerie: gli abusivi saranno ben lieti di darvi le chiavi di casa spontaneamente e tornare a vivere nella legalità.Abbiate il coraggio di fare anziché speculare e strumentalizzare una così immane tragedia!” A dirlo, Fabio Cipriano Zippo del ‘Coordinamento dei Comitati a difesa del diritto alla casa’.

“Dovremmo tutti stringerci attorno alle famiglie delle vittime e ad un popolo che instancabilmente sta spalando fango da una settimana, fare analisi ed autocritica nel silenzio delle nostre chiese, organizzare gli aiuti per gli sfollati e cominciare a pianificare la ricostruzione. Ed invece c’è una parte dell’Italia che perde tempo a puntare il dito contro l’ischitano abusivo – sottolinea Zippo -. Le parole irrispettose di qualcuno ci obbligano ad intervenire per sottolineare delle ovvietà nella speranza che un sentimento di lutto silenzioso possa tornare ad albergare le coscienze di certi politicanti, poiché è disgustoso il modo in cui certi esponenti politici stanno marciando su questo dramma, come se vivessimo in perenne campagna elettorale. Ancor più riprovevole è la sudditanza di certi giornalisti che avallano la narrazione mendace imposta dall’alto. Lo ribadiamo: a Casamicciola sono morte 12 persone”.

“Ci vediamo costretti a far presente che le cause della tragedia sono in primo luogo la scarsa manutenzione delle zone boschive, degli alvei e dei canali di scolo; la pessima gestione del territorio, la mappatura delle zone di rischio eseguita quantomeno sommariamente, l’assenza di piani regolatori da quasi 50 anni e di piani di evacuazione adeguati in casi di emergenza. Solo alla fine della lunga lista di responsabilità amministrative, provinciali, regionali e centrali possiamo aggiungere l’unica colpa imputabile ai cittadini ischitani: aver scelto di vivere ad Ischia, dove sono nati e cresciuti – afferma Zippo (in foto a sx) -. Anche nell’ipotetico caso in cui la causa della frana fosse stata la presenza di case in via Celario e al Majo, le aree di Casamicciola più danneggiate dal fango, siamo obbligati a far presente che in quelle zone ci sono sempre stati edifici, parte di un centro storico sorto prima che l’Italia diventasse Repubblica; che queste aree non rientrano nelle zone a rischio mappate dall’Autorità di Bacino; che la densità abitativa ad Ischia è quasi 7 volte superiore alla media nazionale e questi italiani da qualche parte devono pur vivere.  Non ci stiamo inventando niente: è una settimana che geologi, geometri e tecnici stanno urlando la verità dalle pendici del Monte Epomeo, mica seduti con il maglioncino di cashmere davanti ad una telecamera”.

“Siamo obbligati a far presente che, ammettendo che l’abusivismo edilizio fosse l’unico responsabile della tragedia, ad oggi meno del 15% del costruito illegale è stato demolito perché nessuno ha mai voluto risolvere il problema. Anzi nei fatti l’abusivismo edilizio è stato avallato e sostenuto da quegli stessi politici che oggi accusano le vittime e chiedono più soldi per le demolizioni. Perché tanto siamo seduti sulla miniera d’oro del PNRR, possiamo spendere e spandere per demolire 9 milioni di case sparse per tutto il territorio nazionale, buttare 27 milioni di persone per strada, riempire di calcinacci le discariche già sature. Stabilire un criterio per procedere con le demolizioni sarebbe la cosa più naturale da fare. In Italia non si ragiona così: si pesca dal mucchio di immobili da demolire, lasciando al caso le sorti delle famiglie sgomberate. E guarda caso, dal 2008 ad oggi, dal mucchio non vengono quasi mai pescati immobili della grossa speculazione affaristica che hanno distrutto coste e colline, capannoni abbandonati, scheletri di cemento, immobili nella disposizione della malavita o costruiti dai potentatucci: negli ultimi 15 anni sono state demolite per lo più prime ed uniche case abitate da poveracci, spesso immobili perfettamente stabili in zone non vincolate da alcun rischio idrogeologico né sismico né paesaggistico”.

“Intanto a Casamicciola sono morte 12 persone, c’è ancora un disperso e quasi 1000 sfollati. Lo chiariamo per i meno attenti: l’intero arco politico italiano ha avuto più di un’occasione per combattere l’abusivismo edilizio e non lo ha fatto.  Ma l’importante ora è nascondere le responsabilità politiche ed istituzionali, incolpando i cittadini e terrorizzando le persone, inviare un segnale di forza e compattezza, punendone uno per educare i 27 milioni di italiani che vivono in case senza titolo. L’imperativo categorico degli italiani è vincere e vinceremo!  Bravi, avete vinto i morti di Ischia, insieme a quelli del Rigopiano, di Casteldaccia e chissà quanti altri che moriranno sotto le macerie di una nazione che voi avete contribuito a distruggere. Lo dice anche il sindaco anti-camorra Renato Natale che da anni si batte per ‘trovare una soluzione praticabile e di buon senso all’abusivismo: è tardi per demolire tutto il patrimonio edilizio abusivo. È insensato demolire case perfettamente stabili, inserite in contesti urbanizzati e sicuri: a Casal di Principe contiamo migliaia di case abusive che rappresentano prime case’ (leggi qui). A Casal di Principe sono 260 le sentenze esecutive giudiziarie di abbattimento e 1.300 le ordinanze comunali di demolizione, ma a Casal di Principe come in tanti altri territori la situazione storica e del territorio è completamente diversa da territori a rischio idrogeologico”.

“Se questi politici da bar non sono in grado di fare mea culpa – conclude Zippo -, di attivarsi per trovare soluzioni concrete al pericolo idrogeologico che corre il 90% del Paese, di risolvere la crisi abitativa che serpeggia da Nord a Sud, avessero la decenza di tacere, lasciarci spalare fango in pace e piangere i nostri morti”.

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