De Luca ci va duro: “Perché votare il Pd?”

“Credo che l’Italia abbia bisogno di un grande partito capace di svolgere le funzioni che svolgono le socialdemocrazie o il partito democratico americano. Cioè un partito in grado di trovare un equilibrio fra gli interessi della povera gente, del mondo del lavoro e gli interessi dell’imprenditoria dinamica, dei ceti professionali. Il Pd può e deve fare questo. E se fa questo realizza contemporaneamente sviluppo, pace sociale ed unità nazionale. Ovviamente per farlo occorre un programma chiaro“. È questa la ricetta per risollevare il Partito democratico secondo Vincenzo De Luca.

Il presidente della Regione Campania, ospite del programma di Rete 4 ‘Zona Bianca’, osserva: “In questa campagna elettorale spesso mi sono sentito fare questa domanda: perché votare per il Pd? Una domanda primordiale, ma era difficile trovare una risposta perché non c’è chiarezza programmatica“.

DE LUCA: “IL PD HA PERSO VALORI FONDAMENTALI”

Per De Luca, “il Pd si è presentato avendo perduto alcuni valori fondamentali: la pace, il lavoro, il Sud sono scomparsi. E poi per alcuni vuoti programmatici a mio parere gravi su temi decisivi: la giustizia, si continua a balbettare; la sicurezza; la palude burocratica; la distruzione della autonomie locali. E poi una grande questione che non viene affrontata: il mondo giovanile sta vivendo una crisi, dei fenomeni sconvolgenti – osserva il governatore campano – Micro delinquenza, cyberbullismo, autolesionismo, perdita di valori. Bene, davanti a tutto questo una forza riformista deve parlare chiaro e fare delle scelte. Tutto questo non è avvenuto, mi auguro che avvenga nei prossimi mesi, nelle prossime settimane”, esorta il presidente della Regione Campania.

DE LUCA: “PROBLEMI PD VENGONO DA LONTANO E NON SONO STATI AFFRONTATI”

“Letta ha dato una prova di grande dignità per la scelta che ha fatto dopo le elezioni assumendosi pienamente la responsabilità della sconfitta e riconoscendo anche errori seri commessi. Ma bisogna avere onestà intellettuale e dire che Letta ha ereditato vuoti di programma ed altri problemi che il Pd si è trascinato“. Questa l’analisi post voto di De Luca che, parlando del futuro che attende il Partito democratico, aggiunge: “C’è un problema di vita interna: il Pd ha ereditato il peggio della tradizione democristiana e del riformismo storico e cioè il correntismo sfrenato fino a logiche tribali ed il centralismo burocratico lontano dai territori e dal rispetto della persona. Ed in più ha maturato una lingua morta nel rapporto con la società italiana”.

“Io – ribadisce De Luca – sono fra quelli che quando parlano dirigenti del Pd, nove volte su dieci, cambia programma perché non li sopporta più. Io, si figuri un cittadino normale… Occorre parlare un altro linguaggio, non la politica politicante. Non quel misto di supponenza e banalità che trasmettiamo ai cittadini, ma una lingua viva che parta dalla terra, dai problemi della gente di carne ed ossa. Ci sono problemi che vengono da lontano e che vanno affrontati, mi auguro, con rigore. I primi segnali che colgo, ad essere sincero, non mi pare che vadano precisamente in questa direzione”.

DE LUCA: “FASE VITA O MORTE. SE PD NON COMBATTE PER LAVORO È PARTITO INUTILE”

“Era una battutaccia, ogni tanto cerco di alleggerirmi la vita”. Così il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, schernendosi, ai microfoni di ‘Zona Bianca’ risponde a Giuseppe Brindisi che gli chiede conferma della dichiarazione secondo cui fra Stefano Bonaccini ed Elly Schlein alla guida del Pd sceglierebbe Monica Bellucci. “Il Pd – sostiene il governatore – è impegnato in un’operazione sanitaria: si sta ancora mettendo i cerotti dopo le elezioni. Francamente sono più interessato all’evoluzione programmatica. Sono convinto che un partito riformista deve puntare sempre al rinnovamento generazionale, programmatico, di genere“.

“Il Pd deve imparare a parlare chiaro e deve capire oggi che davvero si è aperta una fase che è di vita o di morte – puntualizza De Luca – Mi auguro che abbiano fino in fondo questa consapevolezza e che comincino a fare un approfondimento programmatico a cominciare dal tema del lavoro. C’ho messo quattro anni affinché il Pd assumesse l’obiettivo del lavoro, un piano straordinario per il lavoro. Se non dice questo e se non combatte per questo, il Pd – conclude il governatore – è un partito inutile che se scompare non fa male a nessuno”.

(Dire)

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