Aversa. La Stranormanna tra sport e prevenzione

Oggi è finalmente tornata la Stranormanna. Questa bellissima iniziativa che è partita nel 2015 con la sua prima edizione ma come tutte le cose si è fermata negli anni terribili in cui tutta la popolazione mondiale ha vissuto come in un limbo dal quale sta ancora facendo fatica ad uscire, e dopo tre anni è tornata.

Così Aversa, oggi, si è nuovamente vestita dei panni dell’inclusività attraverso lo sport, l’educazione alla salute, la cultura locale ma anche dei panni della lotta ai tumori al seno e della loro prevenzione, come arma efficace ed efficiente strettamente legata ad uno stile di vita sano e sostenibile grazie all’aiuto imprescindibile degli sport, tutti.

La Stranormanna, nelle persone dei suoi organizzatori, ed in primis Peppe Andreozzi, ha fortemente voluto la compartecipazione dell’associazione Underforty fondata dal dott. Massimiliano D’Aiuto, che da anni cura le donne con tumore al seno, dando loro non solo un supporto essenziale dal punto di vista pragmatico, ma anche appoggio specialistico grazie alla rete capillare creata con tantissimi specialisti del settore diagnostico, oncologico, chirurgico e plastico/ricostruttivo.

La gara è partita con un evento di natura prettamente sportiva, con podisti amatoriali, ma anche professionisti che si sono sfidati in una cornice cittadina serena e soleggiata che ha deliziato i partecipanti e allietato gli spettatori.

All’evento hanno preso parte anche atleti disabili dando dimostrazione della cifra inclusiva dell’intera manifestazione: momento di grande emozione è stata poi la premiazione dei “paratleti” seguita da grandi applausi e commozione. Ad impreziosire l’evento sportivo anche la presenza del rugbista italiano Andrea Lo Cicero.

Dopo la gara podistica, le tante donne, soprattutto pazienti del dott. Massimiliano D’Aiuto, si sono palesate sotto la scritta partenza, incoraggiate dalla straordinaria Carolina Tirozzi, in passato affetta da tumore del sangue ma oggi donna di grande coraggio e saggezza. E dopo le parole accorate di una paziente oncologica ai microfoni dell’organizzazione, tutte insieme, con una maglietta ad hoc, le pazienti del dott. D’Aiuto si sono dirette verso il famoso orologio dell’Annunziata per dar testimonianza della loro resilienza e della capacità di riprogettare la propria vita dopo un evento così drammatico come la scoperta del tumore al seno, con tutto ciò che comporta curarsi e tentare di rimanere forti.

Nel messaggio che queste donne resilienti hanno voluto inviare vi è soprattutto quello dell’educare alla prevenzione, quella prevenzione che a molte di loro ha consentito di guardare al futuro e di “cambiare lo sguardo” allontanandosi dal dolore, dalla fatica, dalla paura di non farcela.

Purtroppo, sempre più di frequente il tumore al seno colpisce le giovani donne, anche in modo grave, ma come ha più volte detto il dott. D’Aiuto: “Oggi le terapie e la chirurgia sono efficaci ed il 90% dei tumori al seno sono curabili”.

Pertanto, è di enorme rilievo la responsabilità delle donne colpite da questo male, responsabilità che quest’oggi si è tradotta nella loro presenza, nel loro esserci per le altre, e nella volontà di testimoniare l’importanza della prevenzione su tutto.

Al termine dell’evento sportivo, e dopo la premiazione dei vincitori, sul palco è salito il dott. Massimiliano D’Aiuto che, con la sua proverbiale sincerità e pacatezza, ha ricordato a tutti e tutte quanto le iniziative sociali come la Stranormanna, quelle del terzo settore, rappresentano sempre più linfa vitale soprattutto dopo gli anni passati chiusi in casa assumendo regimi alimentari poco sostenibili per il nostro corpo.

Chi avrebbe mai immaginato che nel 2020 ci venisse negato, anzi vietato, di poter star fuori casa a causa del Covid-19!

Riappropriarsi delle passeggiate all’aria aperta, delle corse mattutine o serali è senz’altro uno dei doni più preziosi di quest’ultimo scorcio, si spera, di questa pandemia.

Il dott. D’Aiuto ha poi sottolineato quanto sia importante la vicinanza alle donne che scoprono di avere il tumore al seno, quelle donne che sono contemporaneamente e spesso, mamme, figlie, mogli, e ovviamente quanto la prevenzione in tutte le sue forme consenta ad esse di continuare ad essere quelle mamme, quelle figlie e quelle mogli combattive e fragili allo stesso tempo.

In conclusione, torna qui utile il riutilizzo del titolo dell’articolo “Educare alla prevenzione è meglio che… curare”, proprio a sottolineare quanto nella diagnosi precoce dei tumori al seno giochi un ruolo fondamentale l’informazione nonché l’educazione a prendersi cura del proprio corpo, a notare i cambiamenti che avvengono in esso e su di esso, senza aver paura di affrontarli.

Chi scrive ha combattuto una lotta strenua, e anche se ci sono stati momenti di lungo sconforto, non ha perso mai di vista l’obiettivo di provare a fare di tutto per superare le fasi critiche del percorso di cure. Inoltre, con la vicinanza costante dei familiari, con l’amore per i figli, per il marito, per i genitori, per le sorelle e con il sostegno dei consigli del dott. Massimiliano D’Aiuto oggi scrive questo articolo, partecipa alle giornate per la prevenzione dei tumori, vive e lavora, tanto.

di Annalisa Pedana

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