(VIDEO) Bimba uccisa nel Catanese: l’ultimo abbraccio tra la piccola Elena e la mamma

Confessa davanti ai carabinieri e alla Procura: “l’ho uccisa io Elena”. Con una serie di coltellate al collo e alla schiena.

Poi la 23enne ha preso il corpicino, lo ha messo in dei sacchi neri e lo ha seppellito nel terreno vicino casa. E’ crollata dopo un’intera notte d’interrogatorio Martina Patti. Ma non ha spiegato il folle gesto né la dinamica esatta dell’omicidio. 

I Carabinieri del Comando Provinciale di Catania hanno anche diffuso l’ultimo abbraccio tra la piccola Elena e la mamma avvenuto all’asiolo. Nulla facesse presagire il peggio.

La giovane madre ammette dunque le sue colpe e dice avere agito da sola, versione confermata dagli inquirenti che parlano di un “orrendo crimine commesso in maniera solitaria” ma che non hanno ancora chiuso le indagini. Ma sul movente fa scena muta.

“E’ rimasta sul vago – spiegano i carabinieri – come se non si fosse resa conto di quello che ha fatto. E’ come se avesse detto: ‘l’ho fatto ma non so perché'”.

l legale della donna, l’avvocato Gabriele Celesti, parla di “un interrogatorio drammatico” di una “donna distrutta e molto provata che ha fatto qualcosa che neppure lei pensava di poter fare”, agendo come se “qualcuno si fosse impadronito” di lei, dimostrandosi “tutt’altro che fredda e calcolatrice. La signora ha detto di avere ucciso la figlia sul luogo del ritrovamento” e l’arma utilizzata “sembrerebbe sia stata un coltello. Farò incontrare la mia assistita con uno psichiatra di fama – aggiunge il penalista – per verificare le sue condizioni e dopo decideremo sulla perizia. Devo dare atto di grande correttezza ai carabinieri e alla Procura”.

Per il resto la donna, nell’interrogatorio ai carabinieri e alla Procura, ha aggiunto il penalista “non ha saputo ricostruire” cosa accaduto, perché “era come annebbiata. E’ chiaro che poi si possono innescare dei meccanismi psichici di rimozione perché ovviamente si tende ad allontanare da sé il fatto”.
  
“Il rapporto con l’ex – ha detto il penalista – si era concluso da tempo. C’era la figlia che, come può accadere nelle separazioni, può costituire motivo di ripicca, conflitto o ricatto, a seconda delle mentalità dei protagonisti. Non so se il movente della gelosia sia reale o parziale, di questo la signora non ne ha parlato”.

(ANSA)

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Redazione

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