Draghi pensa al grano mentre Orban sputa sull’Europa

Mentre in Ucraina l’esercito invasore russo continua a bombardare, distruggere e massacrare, tutta l’attenzione dell’Europa è concentrata sul grano: milioni e milioni di tonnellate ammassate nei silos bloccate dall’esercito di Putin. Il mondo ne ha bisogno, soprattutto i paesi poveri che ora rischiano la carestia alimentare.

In Europa è scattato l’allarme rosso, perché la fame costringerebbe di nuovo milioni e milioni di persone a raggiungere le zone dove c’è da mangiare. Putin se la ride, tutti adesso sono lì a pregarlo di far partire le navi, con lui che sfogliando la margherita risponde che prima vuol sapere dove quel grano verrà spedito. Visto come agisce la sua super corrotta cricca al potere, di sicuro anche su quel grano bisognerà prima pagare il ‘pizzo’. I commissari europei si barcamenano, di qua e di là, con il terrore di lasciare i cittadini europei senza energia e gas e, a loro volta, a rischio invasione di affamati.

E comunque Draghi ha chiamato Putin, ha chiesto di riprendere a discutere di negoziato, di pace, si è sentito rispondere con una raffica di no, pure sul via libera al grano, alla fine, il dittatore russo si è fatto una risata. Se ne frega la Gran Bretagna del premier Boris Johnson, uscito dall’Europa ora vuol conquistare i paesi dell’Est promettendo armamenti a più non posso e assicurando protezione nucleare. E anche lui brinda di fronte all’Europa disunita. Fino a quando si potrà tollerare, infatti, un personaggio come Viktor Orban, premier ungherese, che andando a salutare la sua amica Le Pen in Francia si è scagliato di nuovo contro le sanzioni europee contro Putin accusando i burocrati di Bruxelles e i partiti di sinistra di non difendere i cittadini.

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(Dire)

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