Aversa. Regolamento istituzione ispettore ambientale: le perplessità della d’Angelo

“Pochi giorni fa la Commissione Ambiente, su impulso dell’Assessore all’Ambiente Elena Caterino, ha licenziato il “REGOLAMENTO PER L’ISTITUZIONE DELLA FIGURA DELL’ISPETTORE AMBIENTALE COMUNALE VOLONTARIO” da presentare poi in Commissione Statuto e in Consiglio Comunale per l’approvazione definitiva. Scorrendo il Regolamento si può leggere che “… Il servizio reso dall’Ispettore Ambientale Comunale ai sensi del presente regolamento, costituisce Servizio Volontario non retribuito e non dà luogo ad alcun rapporto di lavoro e/o dipendenza come sancito dalla normativa vigente in materia di volontariato” ma che “… Fermo restando le disposizioni di cui al presente regolamento, restano salvi il rimborso delle spese sostenute, nonché i contributi eventualmente riconosciuti alle Associazioni di volontariato di cui al precedente articolo 3, comma 3.”. E allora una domanda si impone: ma sono dei volontari oppure la loro attività è retribuita attraverso la previsione di un “rimborso spese” e di “contributi” a non meglio identificate “associazioni di volontariato” secondo uno “schema di convenzione” da stipularsi tra queste ultime e il Comune, schema non allegato al Regolamento e di cui la stessa Commissione Ambiente non conosce il contenuto?”. Così, in una nota, la consigliera comunale Eugenia D’Angelo.

“Il regolamento stabilisce anche che la nomina degli ispettori ambientali, della durata di 3 anni, avverrà tramite ordinanza del Sindaco, non rendendo noti i criteri di valutazione dei nominati, tranne alcuni talmente generici che chiunque, non sia al 41bis come camorrista, può rientrarci. E’ previsto un bando a cui possono partecipare “gli iscritti alle Associazioni di Volontariato che collaborano con il Comune, nel caso esprimano la propria candidatura al bando…”: ergo, il bando è fittizio perché aperto solo agli iscritti delle associazioni che già collaborano con il Comune. E le altre associazioni i cui iscritti volessero partecipare? Come si dice in gergo politichese (e mi scuso con i lettori), questo è un “vestito cucito su misura” dall’abile Assessore all’Ambiente, Elena Caterino, che dopo aver permesso alla TEKRA l’assunzione di circa 45 stagionali senza passare per le liste del CUB o attraverso avvisi pubblici di assunzione a tempo determinato, adesso permetterà un’infornata di, pare, tra i 20/40 ispettori ambientali iscritti ad associazioni che già collaborano con il Comune a cui andrà un rimborso spese che pagherà il Comune. Oltre al “rimborso spese” e al “contributo”, sono posti a carico del Comune anche i costi per la copertura assicurativa e, quale Ente organizzatore del servizio, anche i costi per il funzionamento del servizio”.

“Ora qui si pone un altro, e ben più importante, dilaniante interrogativo: perché il compito di Ispettore Ambientale non può essere svolto dai percettori del Reddito di Cittadinanza residenti ad Aversa? Se questa improrogabile e necessaria funzione di educazione e di controllo ambientale non può essere evitata, pena il peggiorare dello stato di degrado e sporcizia in cui si trovano strade e parchi aversani, perché non dare realtà alla Delibera di Giunta Municipale n. 360/2020? Nel caso in cui fossero utilizzati i percettori di reddito di cittadinanza per tali compiti, le spese da sostenere sarebbero a carico del FONDO DI POVERTA’ nei limiti delle risorse assegnate agli Ambiti e dei PON Inclusione. Inoltre, gli oneri assicurativi sarebbero ridotti perché è previsto un premio speciale unitario per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali per i percettori di reddito di cittadinanza impiegati nei cosiddetti PUC (progetti di utilità collettiva). I costi da sostenere per il Comune di Aversa sarebbero nettamente inferiori, quasi azzerati. E allora perché? Perché la Delibera di Giunta Municipale n. 360/2020 giace defunta da quasi due anni? Forse impiegare i percettori di reddito di cittadinanza per i Progetti di Utilità Collettiva crea malumori nella base elettorale di qualche assessore e/o di qualche consigliere? Oppure, qualcuno ha bisogno di allargare la sua base di consenso elettorale considerato che, magari, la Regione, o qualche altro Ente, nel prossimo futuro potrebbe valutare la possibilità di istituzionalizzare le figure degli Ispettori Ambientali e chi è già dentro potrebbe avere delle priorità? Chissà!”.

”Stupisce che il consigliere Romano del M5S – il RdC è stato il cavallo di battaglia del Movimento – quale componente della Commissione Ambiente dia parare favorevole a questi regolamenti, veri e propri “vestiti cuciti su misura” in danno di coloro che, nella sua qualità di consigliere comunale del M5S, dovrebbe tutelare, anche perché il rifiuto di lavorare per i progetti di utilità pubblica permetterebbe di individuare chi effettivamente ha bisogno del sostegno del reddito di cittadinanza e chi, invece, lo considera solo una sorta di “reddito aggiuntivo”, così tutelando la platea di chi ne ha veramente bisogno e penalizzando i furbi”.

“Ancora una volta dobbiamo constatare che è facile fare proclami sui millantati progetti di utilità pubblica, che renderebbe proficua per tutta la comunità una misura degna di tutela qual è reddito di cittadinanza. Poi, dopo i proclami, però, ci scontriamo con la realtà”.

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