Mattarella bis: partiti e parlamentari oggi battono le mani a più non posso, da domani?

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha giurato in Parlamento, dando così il via al suo secondo mandato, e durante il suo intervento è stato interrotto più di 50 volte da applausi, su questo o quel punto,  di tutti i grandi elettori. Alla fine il vero significato del mega applauso dei parlamentari, sicuramente per la gran parte, è per lo scampato pericolo di veder saltare per aria la legislatura 15 mesi prima della scadenza ed essere costretti a tornare a casa e alle vecchie occupazioni, se ne avevano.

Superata la grande paura, la battuta dell’ex segretario Pd, Pierluigi Bersani, ora in Leu, coglie il centro della questione: “Oggi è oggi… poi viene domani“.

Il problema è che, volenti o nolenti, questo sarà un anno elettorale. Ci saranno elezioni amministrative tra pochi mesi, poi la scadenza delle politiche nel 2023, quando i cittadini saranno chiamati ad eleggere (solo) 600 e non più 915  parlamentari a seguito del ‘taglio’ deciso dalla riforma. Per qualcuno saranno sempre tanti, ma per quelli che saranno chiamati a contendersi i posti sono maledettamente pochi, tenendo conto che una parte degli attuali farà di tutto per tenersi stretta la poltrona pure per dopo. Questo il rischio che già da domani si potrebbe palesare. → [CLICCA QUI | CONTINUA A LEGGERE L’EDITORIALE]

(Dire)

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Redazione

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