Fu querelato da Gianroberto Casaleggio, Ferrillo vince in Appello: “pronto a chiedere risarcimento danni a Grillo”

La Corte di Appello di Napoli ha prosciolto Angelo Ferrillo, fondatore dell’associazione Terra dei Fuochi. Ferrillo, difeso dall’avvocato Marco De Scisciolo del foro di Napoli, nel gennaio 2015 fu prima espulso e poi querelato dai vertici del M5s dopo aver vinto al primo turno e sfidato la candidata “preferita” a capolista vicina a Luigi Di Maio, Valeria Ciarambino. Dopo 6 anni di processo e una condanna in primo grado, l’udienza tenutasi ieri in Corte di Appello e la successiva decisione di annullare la sentenza di primo grado, prosciogliendo Ferrillo per irrilevanza del fatto.

Il caso giudiziario ricordiamo essere nato a seguito della querela per diffamazione presentata da Gianroberto Casaleggio dopo i risultati delle primarie del Movimento di Grillo vinte dallo storico attivista e presidente dell’associazione ‘La Terra dei Fuochi’ durante le elezioni regionali del 2015, con la morte di Casaleggio padre, il figlio Davide – che all’epoca era presidente della fondazione Rousseau – (piattaforma e sistema operativo del M5s) si costituì parte civile dando seguito al procedimento.«Non avevo alcun dubbio sull’esito dell’appello. Innanzitutto mi complimento e ringrazio il mio avvocato Marco de Scisciolo per avermi seguito durante tutti questi anni. Con quella querela i vertici del M5s hanno voluto giustificare all’opinione pubblica la mia espulsione illegittima dalla loro lista politica, già votata e deliberata con i loro stessi sistemi – dichiara l’attivista Angelo Ferrillo -. Ma con la decisione della Corte di Appello, si certifica la irrilevanza della condotta, dunque nei miei confronti c’è stato un uso politico della giustizia per far fuori un candidato sgradito. Voglio ricordare –  prosegue – dopo la mia espulsione la Ciarambino è stata eletta in consiglio regionale dove siede da 7 anni senza aver prodotto nulla di rilevante. Questa è la misera fine del M5S. Continua a perde in politica così come nelle aule di giustizia. Si chiude così una vergognosa parentesi della storia politica di questo Paese iniziata male e finita peggio».

Inoltre Ferrillo ricorda di aver già notificato a Beppe Grillo una lettera di citazione per rivalersi nei suoi confronti in quanto all’epoca dei fatti unico responsabile giuridico del Movimento nonché, come affermato da Grillo stesso in processo, formalmente responsabile per la sua espulsione: «Se Grillo non si assume la responsabilità delle sue azioni, rispondendo alle mie richieste di risarcimento, sono costretto a citarlo con rito civile per ristabilire i miei diritti politici e costituzionali violati durante quella competizione elettorale dalla quale fui illegittimamente espulso da una lista politica votata da decine di migliaia di attivisti certificati e registrati. Insomma il movimento che doveva garantire la democrazia dal basso, l’unica cosa che ha introdotto dal basso è stata la negazione dei più basiliari principi sanciti dalla nostra carta costituzionale, nonché dispotismo ed autoritarismo 2.0. Volevano aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno, si sono chiusi nel palazzo e si son mangiati il tonno con tutta la scatoletta!».

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