1 ragazzo su 3 ha problema andrologico

“Un ragazzo su tre ha un problema andrologico, spesso piccole patologie che se trascurate nel 60% dei casi portano problematiche sulla fertilità e in un 10% a problematiche nella sfera sessuale. Tutte queste patologie sarebbero risolvibili con l’informazione, la prevenzione e piccoli interventi chirurgici o cure farmacologiche che se non eseguiti nel momento giusto diventano difficilmente trattabili a distanza di molti anni, con costi elevati anche per il Servizio sanitario nazionale”. A presentare i numeri della salute dei giovani maschi italiani è Nicola Mondaini, urologo, andrologo e professore associato di Urologia presso la facoltà di Medicina e chirurgia dell’università Magna Grecia di Catanzaro, che questa mattina ha presentato il suo ultimo libro, ‘Wikipene’, in una conferenza stampa presso la Sala Caduti di Nassirya del Senato.

I dati sulla salute andrologica dei giovani italiani, Nicola Mondaini li ha raccolti in dieci anni di attività di prevenzione nelle scuole, durante i quali ha visitato oltre 25mila ragazzi. Dalle considerazioni che ne sono scaturite, insieme alla consapevolezza che solo il 2% dei maschi che in passato hanno aderito alle campagne di prevenzione della Società italiana di andrologia aveva meno di 20 anni, è nata l’idea di questo volume che vuole essere un manuale di ‘manutenzione, prevenzione e cura’, come recita il sottotitolo.

“L’uomo- aggiunge l’esperto- va a farsi visitare se spinto da una donna, ma solo in piccole percentuali va alla visita accompagnato. Inoltre, molto uomini hanno difficoltà a farsi visitare da medici di sesso femminile. Al contrario, nel caso delle donne il problema non esiste: vanno dal ginecologo sia uomo che donna e si fa accompagnare senza problemi. Il libro nasce proprio dall’esigenza di colmare queste mancanze, di parlare di un argomento estremamente difficile”.

“L’80% dei maschi non va dall’andrologo, a fronte di una popolazione femminile che si controlla costantemente. Le madri portano le figlie dal ginecologo non appena raggiunta l’età fertile, ma non fanno lo stesso con i figli. Occorre un cambio di paradigma culturale che ci può essere solo con una conoscenza più approfondita ed è qui che arriva il nostro libro- spiega Patrizia Prezioso, co-autrice di ‘Wikipene’- Lo abbiamo pensato affinché fosse adatto a tutti, in maniera trasversale, diretto a uomini e donne di tutte le età”. Proprio perché l’intento è una comunicazione efficace che stimoli un cambio di paradigma, aggiunge l’autrice, “abbiamo lavorato moltissimo sulla ricerca dei termini e del linguaggio e abbiamo cercato di inserire box che lavorassero sulla parte empatica e fornissero anche istruzioni in caso di emergenza. Abbiamo cercato di dare uno strumento di conoscenza che porti alla prevenzione, perché la prevenzione è il primo passaggio per una vita sana e serena”.

Sull’importanza della prevenzione come atto del prendersi cura, prima ancora di curare le persone, ha posto l’accento anche Annamaria Parente, senatrice PD: “La pandemia ci ha messo davanti alla responsabilità, alla quale siamo chiamati tutti, di dover cambiare completamente l’approccio alla salute e alla sanità”. Un cambiamento che passa attraverso molti aspetti: “La prevenzione a scuola, per cui noi- ha sottolineato la senatrice- stiamo sostenendo il ripristino della medicina scolastica. La ripresa dei controlli per il tumore alla prostata, che sono stati trascurati in questo ultimo anno e mezzo con conseguenze che in futuro, tra quale anno. La prevenzione- ha aggiunto Parente- ha un valore anche nella relazione, perché curarci della nostra salute significa anche curarci dell’altro, come ci ha insegnato la pandemia e come ci insegnano proprio i problemi legati all’andrologia. Nel libro, poi, si parla dei problemi psicologici legati alla vita sessuale, problemi che sono stati accentuati ancora una volta dalla pandemia. In Parlamento siamo impegnati per un maggior inserimento della psicologia nella medicina territoriale. La salute psicologica, sessuale e delle relazioni- conclude la senatrice- concorrono anche sul timore di mettere al mondo dei figli in questa fase storica”.

(Arc/ Dire)

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