Vaccino. Zaia: “fatelo subito o finite in coda alla terza dose”

Secondo il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, “è ormai innegabile che noi dovremmo prepararci come organizzazione per la terza dose” e dal momento che la campagna riguarderà principalmente soggetti fragili e grandi anziani, che in molti casi non possono uscire da casa o dalle strutture in cui si trovano, la somministrazione dovrà avvenire in contemporanea nei centri vaccinali e sul territorio e quindi “sarà necessario un grande sforzo”.

La premessa serve sostanzialmente a rivolgere un nuovo appello agli indecisi del vaccino o a chi ha deciso di farlo ma sta aspettando. “Fatelo subito, è assurdo che oggi con 700.000 posti liberi da qui al 30 settembre non si approfitti e si rischi andare in ultima fila”, afferma Zaia. “Invito tutti coloro che devono ancora vaccinarsi e vogliono farlo a farlo subito, poi rischiano di trovarsi a novembre o dicembre ancora senza vaccino”, conclude.

Sembra ormai sempre più probabile che anche in Italia si procederà con la somministrazione della terza dose di vaccino contro il Covid, quantomeno per i soggetti fragili e immunodepressi. La cosa non convince però il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, secondo cui bisognerebbe eventualmente inserire tra le categorie prioritarie anche i grandi anziani.

“Se la cosa passa così io qualche perplessità ce l’ho, da addetto ai lavori non da esperto, ma penso che dobbiamo avere attenzione per i grandi anziani”, afferma oggi in conferenza stampa dalla sede della Protezione civile regionale a Marghera. “Spero non ci si fermi solo agli immunodepressi ma che ci sia attenzione estrema, prudente, validata scientificamente, anche a tutto il resto della popolazione”, continua il presidente secondo cui sarebbe “logico arrivare a determinare la durata della risposta anticorpale”, così da definire “un parametro indicatore per la popolazione”. Questo consentirebbe di fornire indicazioni chiare ai cittadini, che tornerebbero utili una volta messe in sicurezza le categorie prioritarie individuate, tra le quali ci dovrebbero essere anche gli anziani. “Se domani mattina il Cts ci dicesse che a partire dal decimo mese chi vuole può fare la terza dose noi avremmo anche modo di organizzarci”, continua Zaia che torna a sottolineare la necessità di decidere al più presto. Perché “pensare di iniziare a vaccinare gli anziani a dicembre vuol dire non metterli in sicurezza per l’inverno”. E quindi “se è vero che il calo di protezione c’è, ma ce lo deve dire la comunità scientifica, io sarei per iniziare subito”.

È però anche vero che se la protezione cala col passare del tempo il personale sanitario che è stato vaccinato per primo in quanto più esposto dovrebbe essere inserito tra le categorie prioritarie per la terza dose. Ma per questo non ci sarebbero problemi, assicura Zaia, in quanto “noi siamo in grado di somministrare 55.000 vaccini al giorno, vuoto per pieno” e quindi le diverse categorie prioritarie potrebbero procedere in contemporanea. L’idea di Zaia è insomma di procedere a somministrare la terza dose a soggetti fragili, anziani e personale sanitario, per poi individuare una sorta di scadenza della protezione anticorpale e aprire la possibilità di ricevere la terza dose a tutti quelli che hanno superato il periodo di copertura. Tutto ciò, ovviamente, se la comunità scientifica dovesse esprimersi a favore della terza dose, chiarendo magari anche se la terza dose potrà essere eterologa o meno.

(Fat/ Dire)

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