Suicidio Seid Visin, la lettera risale al 2019. Genitori: ‘Gesto non deriva da razzismo’

“Adesso, ovunque io vada, ovunque io sia, ovunque mi trovi sento sulle mie spalle, come un macigno, il peso degli sguardi scettici, prevenuti, schifati e impauriti delle persone”. L’atto d’accusa contro il razzismo scritto due anni fa da Seid Visin, il 20enne di origine etiope che si è tolto la vita giovedì a Nocera Inferiore, è stato letto integralmente stamane nella chiesa di San Giovanni Battista, accolto da un lungo applauso, nel corso dei funerali.

Una lettera straziante scritta quasi 3 anni fa, e non poche ore prima della morte come erroneamente riportato da alcuni media.

“Mio figlio non si è ammazzato perché vittima di razzismo. E’ sempre stato amato e benvoluto, stamane la chiesa per i suoi funerali era gremita di giovani e famiglie”, dice all’ANSA Walter Visin, padre adottivo dell’ex calciatore Seid, che a proposito della lettera scritta due anni fa dal giovane dice: “Fu uno sfogo, era esasperato dal clima che si respirava in Italia. Ma nessun legame con il suo suicidio, basta speculazioni”. Quanto alle cause dell’accaduto, “non voglio parlare delle questioni personali di mio figlio. Dico solo che era un uomo meraviglioso”.

Il ragazzo era nato in Etiopia ed era stato adottato in Italia, da piccolo, a Nocera Inferiore. Aveva giocato nelle giovanili del Milan insieme a Donnarumma e indossato la maglia del Benevento, si era anche impegnato per l’Atletico Vitalica, una squadra di calcio a cinque.

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Redazione

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