Comunali Cesa, Ferrante: “Valorizzare realtà locali per ripartire dal basso, con un confronto costante tra cittadini e istituzioni”

Valorizzare le realtà locali per ripartire dal basso, con un confronto costante tra cittadini e istituzioni Cosa mi ha spinto ad accettare la candidatura a sindaco Mi ha spinto “L’entusiasmo della gente intorno a me i ha spinto ad accettare la candidatura a sindaco. L’esperienza acquisita sul campo nel mondo dell’associazionismo, sociale ed ambientale, mi ha spinto l’idea di cambiare il paradigma politico imperante, la voglia di introdurre qualche elemento di novità e l’ambizione di provare a cambiare il tipo di partecipazione dei cittadini. Con il gruppo che mi sostiene vogliamo puntare alla partecipazione attiva dei cittadini con un modello improntato al pluralismo”. Lo dichiara Ernesto Ferrante, candidato sindaco di Uniti per Cesa, in corsa alle elezioni comunali del 20 – 21 settembre.

“L’idea che lega il mio gruppo civico è quella di favorire la partecipazione del cittadino attraverso assemblee, incontri che possano offrire un confronto diretto con gli amministratori, con appuntamenti costanti nei parchi e nei quartieri che permettano di avere sotto mano quotidianamente i problemi della comunità – dice il consigliere uscente -. Nella nostra realtà è inoltre importante puntare tantissimo alla qualità dei servizi rivolti al cittadino, mi riferisco in particolare alla pulizia delle strade, alla pubblica illuminazione, alla cura del verde, all’accesso semplificato agli uffici comunali, al costante aggiornamento delle pagine social che favoriscano la partecipazione dei cittadini. Tutto ciò portato avanti seguendo quello che è un preciso indirizzo prima ancora che un motto: ‘il cittadino nelle istituzioni che ci rappresentano’. I cittadini devono poter essere parte attiva della comunità, liberi di confrontarsi e rapportarsi con le istituzioni per un progresso comune”.

“La politica per me è passione civile, è visione ampia sui problemi della collettività, della società, delle realtà territoriali, è impegno, condivisione, partecipazione, amore per il territorio, è ascolto, coraggio e soprattutto trasparenza e legalità. Due concetti, questi, che metto in cima alla mia idea di contributo civico alla realtà con cui mi misurerò. Che tipo di realtà è quella di Cesa? È una realtà che come tutte ha vissuto delle trasformazioni nel corso del tempo: si è passati da uno sviluppo edilizio molto sostenuto ad una ripresa e nuova valorizzazione di quella che è l’impronta essenzialmente agricola. Oggi come oggi pensare a nuove massicce colate di cemento è impossibile – sottolinea il candidato alla fascia tricolore -. Perché si possa parlare di concreto sviluppo del territorio queste due impostazioni devono coesistere senza cadere negli eccessi del passato; bisogna riqualificare e valorizzare l’esistente e bisogna puntare molto sulle produzioni locali. Abbiamo una bella realtà fatta di giovani produttori di vini. Abbiamo un vino locale molto noto, non solo in Italia. Molti giovani hanno ripreso le tradizioni delle famiglie, qualcuno ha iniziato ex novo, affiancandosi ai produttori di età avanzata che hanno tramandato un’identità, una cultura, una tradizione. Cesa come tante altre realtà limitrofe corre un grosso rischio: quello di diventare un centro dormitorio in una periferia più grande caratterizzata da tanto cemento e da pochi servizi. Non promettiamo miracoli, non abbiamo certamente la bacchetta magica, ma possiamo mettere in campo delle idee pratiche che possano invertire la rotta ed arrestare un declino che a molti cittadini appare ormai inesorabile”.

“Puntare sui servizi e sfruttare le ricchezze del territorio, è la ricetta migliore. La ricchezza della terra rappresenta il tratto caratteristico di queste nostre zone, famose non solo per la bontà del prodotti, ma anche per le tradizioni legate ad essi. Il nostro patrimonio più prezioso è costituito dalla fatica, dal lavoro, dai riti semplici delle famiglie e che hanno dato lustro a questa terra. Tradizioni semplici, popolari. Nel programma che stiamo presentando ho fatto inserire passaggi su giochi di strada, sul piccolo teatro locale, proprio al fine di valorizzare quel piccolo mondo antico che sembra scomparso, ma che invece rivive in coloro che stanno puntando fortemente sulla riscoperta delle nostre origini”.

Cesa tra 5 anni? “Vorrei che Cesa apprezzasse il coraggio di un gruppo di giovani e di qualche esperto che si è messo in gioco. Vorrei che recepisse l’input che stiamo dando, supportandoci e scrivendo insieme a noi una pagina di cambiamento per certi aspetti rivoluzionaria. Negli incontri che stiamo tenendo ho usato spesso una frase per me ricca di significato: la rivoluzione del possibile: oggi promettere opere faraoniche è non solo un rischio, ma anche un oltraggio alla gente. L’emergenza Covid ha messo a nudo quelle che sono le fragilità di un sistema economico e sociale che è sempre meno attento ai bisogni delle fasce più deboli. Bisogna essere vicini alla gente con le parole, con i gesti, con il cuore, con l’esempio. Parlando di cose possibili e realizzabili, impegnandosi per realizzarle. Senza vendere illusioni”.

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