Aversa. Chiesa San Domenico, scintille tra Confraternita e Curia

Dopo quarant’anni, l’8 dicembre, il rito dell’offerta dei ceri alla Madonna Immacolata da parte della città di Aversa, che perpetua una antica tradizione di gratitudine della popolazione per essere stata liberata da una pestilenza, è tornato a celebrarsi nella chiesa di San Domenico, che custodisce l’effige della Vergine. Ma l’occasione festosa, alla presenza del Vescovo e del Sindaco, non ha stemperato il clima pesante che da qualche tempo si respira nell’Arciconfraternita del Santissimo Rosario, che ha curato i restauri della chiesa di San Domenico e che, da secoli, è protagonista della cerimonia del dono dei cento ceri. I membri dell’Arciconfraternita, in primis l’ultimo priore eletto Pasquale Leggiero, sono ormai in aperto contrasto con il padre spirituale della stessa, mons. Clemente Petrillo, dopo che, a dire degli stessi confratelli,  quest’ultimo si è opposto alla possibilità che fossero gli stessi a garantire l’apertura quotidiana dell’antica chiesa, oltre a provocare il commissariamento degli organi direttivi dell’Arciconfraternita.

Poco prima dell’inizio della celebrazione dell’Immacolata è nata una accesa discussione sull’utilizzo dell’impianto audio, acquistato dalla confraternita con una spesa di circa 12.000 euro, con monsignor Petrillo che, stando a quanto riferiscono gli stessi membri della confraternita, avrebbe preteso la consegna dei microfoni, provocando la forte reazione dei confratelli. “A questo ennesimo atto ostile – hanno dichiarato i confratelli – l’Arciconfraternita ha inteso dare un segnale forte di disapprovazione, decidendo di non partecipare alla cerimonia religiosa”.

Il rito che precede la consegna dei ceri, infatti, ha visto la presenza dei membri dalla confraternita senza i loro abiti processionali e senza il tradizionale medaglione, mentre, al momento della deposizione del sindaco delle candele presso la statua della Madonna non ha presenziato nessun confratello, rompendo una tradizione secolare. La vicenda si trascina ormai da tempo, il Vescovo, al quale pur si sono rivolti tutti i protagonisti, sempre secondo quando dichiarato dai confratelli, continua a mantenere un atteggiamento pilatesco di fronte alle richieste di intervento: né confermando l’esistenza di un precedente decreto di nomina che attribuisca a mons. Clemente Petrillo il ruolo di Rettore della chiesa, né pronunciandosi sulla disponibilità offerta dai confratelli a gestire la chiesa, garantendone a proprie spese l’apertura, come fatto in precedenza.

Inoltre, ad oltre un mese dalla nomina del commissario che, secondo le dichiarazioni del Vescovo Spinillo, avrebbe dovuto fare chiarezza nelle finanze del pio sodalizio, persistono da parte dei confratelli forti perplessità sulla gestione economica degli anni precedenti, nonché sulla gestione e l’assegnazione delle nicchie sepolcrali presenti nella cappella del SS. Rosario del cimitero.

I confratelli fanno sapere di essere pronti a portare avanti ogni necessaria azione, anche legale, che sia utile a tutelare la loro immagine e le finalità religiose dell’arciconfraternita. Lanciano, inoltre, un appello alla città affinché conosca il loro impegno e le tristi manovre che agitando questo attivo gruppo di fedeli.

Intanto, dopo quasi duemesi dalla sua solenne riapertura, a restauri ultimati, la chiesa di San Domenico resta desolatamente chiusa e negata agli aversani.

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Redazione

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