(VIDEO) Una bufala tutta italiana, crudeltà allevamenti produzione mozzarella: la denuncia di Animal Equality

Un documentario per il web che approfondisce e racconta con interviste e immagini inedite le condizioni in cui sono allevate le bufale per la produzione di mozzarella DOP. 
 
Nel video, gli investigatori di Animal Equality e di Vier Pfoten – organizzazioni internazionali per la protezione degli animali – mostrano come l’uccisione di bufalini maschi sia una pratica ancora diffusa, di come le condizioni igienico-sanitarie degli allevamenti raccontino tutto meno che una storia di “eccellenza”. Inoltre, l’impatto ambientale in Campania è sempre drammatico, con sversamenti illegali all’ordine del giorno. 
 
Hanno voluto approfondire, per poter analizzare problemi e soluzioni, per raccontare davvero come funziona questo sistema di produzione, anche attraverso le voci di persone che hanno potuto investigare e toccare con mano questa situazione. 
 
Alle immagini raccolte da Animal Equality si aggiungono i video concessi da Vier Pfoten International, organizzazione tedesca per la protezione degli animali che ha condotto diverse investigazioni all’interno di allevamenti per la produzione di mozzarella di bufala in Campania. 

Crudeltà sugli animali 

Le immagini inedite raccolte dagli investigatori di Animal Equality non lasciano spazio a dubbi. Dai video emergono chiaramente: 

  • Animali coperti di fango e feci fino alle ginocchia 

  • Bufale coperte di mosche, costrette a vivere di fianco a corpi di animali morti 

  • Un cadavere di bufalino maldestramente nascosto sotto paglia e feci

  • Maltrattamenti e condizioni igienico-sanitarie degradate

Inoltre, i nostri investigatori hanno potuto documentare le condizioni fatiscenti dell’allevamento e il trattamento non a norma dal punto di vista veterinario e igienico-sanitario: si vedono infatti operatori non autorizzati che, senza alcune supervisione veterinaria e precauzioni igieniche, somministrano farmaci agli animali. 

Come se non bastasse, dalle immagini emergono anche le brutalità a cui sono costretti i bufalini maschi, considerati sono uno scarto da parte di questa industria, che – per questo motivo – li sopprime spesso in maniera illegale, abbandonandoli a morire di fame e di sete dopo averli strappati alla madre. 

L’impatto ambientale devastante degli allevamenti 

Anche nel caso della mozzarella di bufala parliamo di un prodotto che ha un impatto ambientale molto forte sul territorio circostante, con casi di sversamenti direttamente in laghi e nel mare. Grazie alle immagini dell’ex parlamentare Paolo Bernini infatti, abbiamo potuto documentare sversamenti illegali di liquami nella provincia di Napoli e Caserta, frutto di indagini che ha condotto tra il 2013 e il 2018. 

Le cronache ancora oggi raccontano di questi smaltimenti, in un territorio già devastato dai rifiuti e dai roghi illegali, ma ulteriormente messo in pericolo da queste pratiche contro la legge. Nel video infatti si vedono veri e propri ruscelli di liquami che finiscono nei campi, nei terreni circostanti, e quindi nella falda. Liquami ovviamente non trattati e quindi dall’alta carica batterica. 

 

Cosa bisogna cambiare: controlli e trasparenza 

Controlli inefficaci e mancata tutela dell’ambiente e degli animali sono i due punti che emergono come più urgenti da affrontare, indispensabili per garantire protezione ad animali senzienti e agli abitanti di questi territori devastati. 

Servono controlli specializzati, serve un aumento dei controlli stessi, che vanno resi più efficaci ed efficienti. Ma soprattutto è fondamentale far conoscere a tutti il vero funzionamento di questa industria, che ancora oggi, per poter produrre la mozzarella di bufala, un prodotto venduto in tutto il mondo come eccellenza del Made in Italy ma nasconde crudeltà, violenze e territori devastati. È questa l’eccellenza italiana?


PARLAMENTARI CASERTANI M5S: NO AD ATTACCHI INGIUSTIFICATI CONTRO LA FILIERA BUFALINA CAMPANA

Da qualche ora, sta circolando sul web un filmato di Animal Equality con il chiaro intento di denigrare l’intero comparto bufalino casertano, invitando, addirittura, a non comprarne i derivati. Forse gli autori del filmato non sanno che ormai da anni l’intera filiera è sottoposta a controlli scrupolosi e continui: infatti, solo nel 2018, in tutta la provincia di Caserta sono state effettuate 3200 ispezioni dai reparti specializzati delle forze dell’ordine. Attraverso l’uso del programma SIAN, inoltre, la filiera offre una tracciabilità totale, che garantisce un controllo continuo dalla stalla alla vendita. Qualità, trasparenza e sostenibilità hanno reso la mozzarella la prima DOP del sud Italia. Il nostro ordinamento prevede una molteplicità di norme che tutelano il benessere animale, l’ambiente e la salute delle persone. Il mancato rispetto delle stesse da parte di qualche disonesto operatore del settore non può e non deve indurre a condannare tutti coloro che da anni operano correttamente nella filiera, impegnandosi in modo serio e scrupoloso nelle loro attività.

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Redazione

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