(VIDEO) Il vicepremier Di Maio a #Giffoni2019

L’abbraccio di Giffoni accoglie il Vice Premier e Ministro del lavoro Luigi Di Maio. Il suo è un ritorno. Per il sesto anno consecutivo Di Maio è alla Cittadella del Cinema travolto dall’affetto dei giffoners. Ad accoglierlo il direttore Claudio Gubitosi. Caloroso l’abbraccio che dà il via ad una carrellata di strette di mano, selfie e applausi. Con lui il presidente del Giffoni Experience, Piero Rinaldi. Il ministro Di Maio alza lo sguardo ed incrocia il profilo della Multimedia Valley. «Ora è una realtà – dice rivolto al direttore – avete fatto tutto in tempi rapidi. Per questo Giffoni è un modello». Gli fa eco il primo cittadino di Giffoni Valle Piana, Antonio Giuliano, che gli mostra le aree in cui la Multimedia Valley si espanderà con la previsione di nuove sale e di un anfiteatro. Poi la tappa al Village, con la visita agli stand della Polizia Postale e della Guardia di Finanza fino ad arrivare all’incontro spensierato con i ragazzi dell’istituto “Don Lorenzo Milani” di Giffoni Valle Piana. Applauso festante in Sala Verde per l’incontro con le Masterclass Eco e Connect.

“Oggi abbiamo 6200 giurati, 600 più dello scorso anno – ha spiegato al ministro il direttore Gubitosi –  ma soprattutto conto i quindicimila che sono rimasti fuori. A conferma della grande voglia di Giffoni che c’è nel mondo. Quest’anno succederà qualcosa di più bello. Un secondo dopo le 22.30 di sabato ci sarà il numero 50 che campeggerà ovunque: mezzo secolo di storia, siamo orgogliosi di essere leader nel mondo in questo campo e di aver visto generazioni crescere, generazioni fatte da ragazzi che oggi sono leader nel mondo. Anche per me è un appuntamento importante perché significa aver dedicato buona parte della mia vita a questa idea. Ebbene, in vista di questo appuntamento Giffoni Experience ci lascia dopo dieci anni e viene sostituito da Opportunity”.

Il ministro Di Maio è entusiasta dell’incontro con i ragazzi: “È il sesto anno che vengo qui e vedo come Giffoni cambia e si evolve. Ogni volta vado via carico di questo entusiasmo”.  Le domande dei masterclassers spaziano dai temi del lavoro a quelli dell’innovazione. Di Maio annuncia la nascita del Fondo Nazionale Innovazione, due miliardi di euro per finanziare progetti innovativi, start up innovative, con particolare riferimento alle opportunità per il Meridione d’Italia: “Dopo un anno come ministro – ha dichiarato – posso dire che il rapporto con il Giffoni ha arricchito la mia esperienza. L’obiettivo, adesso, è di creare lavoro replicando in tutto il Paese gli strumenti, le eccellenze e le possibilità di crescita che ci sono qui al Festival. Oggi presentiamo il Fondo Nazionale Innovazione che è un venture capital per finanziare start up innovative. Vengo da questa terra, dalla Campania, e la amo moltissimo, ma credo che il recupero del gap con altre zone d’Italia si possa realizzare promuovendo investimenti sul capitale umano e sostenendo aziende che fanno attività immateriali. In Italia servono infrastrutture certo, ma qui abbiamo una capacità che ci viene riconosciuta in tutto il mondo, una capacità che è legata alla creatività e alla innovazione. Abbiamo messo due miliardi di euro per questo Fondo con l’obiettivo di portare in ogni Regione del Sud Italia gli over the top del settore della creatività e dell’innovazione perché oggi molti nostri ragazzi hanno idee fantastiche ed innovative e le portano altrove Voi siete cresciuti nell’era del digitale. Questo vi porta ad avere idee innovative in grado di cambiare processi produttivi. Molte di queste idee vengono finanziate fuori e gli altri Paesi tengono per sé i brevetti che sono i veri e propri lingotti d’oro di questo nostro tempo. Da settembre il Fondo sarà operativo e proveremo così ad invertire la rotta”.

È in questo senso che il Sud Italia può essere luogo d’elezione del Fondo per l’Innovazione: “Ogni Regione – ha aggiunto il ministro Di Maio – si deve caratterizzare come polo dell’innovazione. La Campania ha grandi eccellenze nell’agroalimentare e quindi può specializzarsi nell’agritech. La Basilicata può essere il polo culturetech come si sta già sperimentando a Matera. Non abbiamo bisogno di costruire infrastrutture e la vera infrastruttura è la vostra mente. Per le imprese dell’innovazione e della creatività non servono grandi infrastrutture. Serve la banda larga e gliela daremo. Il Sud può così diventare il centro dell’innovazione in Italia”.

Mettersi in corsa con il mondo che si evolve significa avere la formazione giusta, adeguata. È in questo contesto che si inserisce reddito di cittadinanza, navigator, riforma dei Centri per l’Impiego: “Oggi – ha spiegato Di Maio – non abbiamo la formazione giusta per coprire quei posti di lavoro di cui c’è domanda. Chi sta riuscendo oggi in grandi imprese è chi fa ciò che l’appassiona. E spesso chi svolge attività che arrivano da un’idea, da un’intuizione. Per fare sempre di più in questa direzione è necessario che il sistema cambi. I Centri per l’Impiego sono pubblici e devono funzionare a pieno regime. In Campania, ad esempio, abbiamo cinquecento persone dipendenti dai Centri per l’Impiego. Questi sono numeri troppo bassi. Cosa facciamo con i navigator? Mandiamo i rinforzi con cinquecento nuove unità. E poi stiamo aggiornando i software. Stiamo creando una nuova banca dati che metta insieme tutte le esigenze di lavoro a livello generale e le incroci con chi cerca lavoro, con le loro competenze. Oggi serve la formazione continua, ma mentre ti formi hai necessità uno strumento di sostegno e questo strumento l’abbiamo individuato nel reddito di cittadinanza. È un processo lungo, ma sono certo che i risultati non mancheranno”. 

I masterclassers domandano ed il ministro Luigi Di Maio risponde. Ed è stato, nella Sala Green della Multimedia Valley, un incontro a tutto campo, senza riserve e senza mediazioni. Scuola, ambiente, stato di salute del Governo, innovazione e tanto altro nelle domande dei ragazzi e nelle risposte del vicepremier.  Primo spunto la scuola. Intesa sì come agenzia educativa ma anche come sblocco occupazionale: “In questi giorni – ha dichiarato Luigi Di Maio – c’è stata una discussione molto accesa sulla regionalizzazione della scuola. Se passasse, e non passerà, creeremo una scuola divisa in un Paese diviso. Il blocco della regionalizzazione della scuola, tra l’altro, è il primo passo per portare a casa tanti insegnanti. Va anche aggiunto che al Sud portiamo più insegnanti se portiamo più studenti. Il tempo pieno è uno strumento in questo senso. Il tempo pieno è utile per fare attività extracurriculari e per aiutare i genitori che oggi lavorano tutto il giorno. Al Sud, ecco, c’è troppo poco tempo pieno. In questa direzione bisogna procedere”. Resta l’ipotesi dell’autonomia a cui si lavora da tempo e che è altro argomento di grande attualità: “L’autonomia si farà – spiega il vicepremier – abbiamo tolto l’assunzione dei docenti su base regionale perché non è accettabile. Stiamo ragionando sui criteri di riparto e lanciamo lunedì a Napoli alla Federico II un Osservatorio delle Università del Sud proprio sul processo di autonomia. L’autonomia si deve fare, ma si deve fare senza danneggiare le regioni del Centro Sud e garantendo meccanismi di solidarietà che sono fin qui mancati. Cogliamo questa opportunità per fare il fondo di perequazione ed i livelli essenziali di prestazioni che aiuteranno tante Regioni in Italia ad avere servizi migliori. Spero che nei prossimi giorni ci possa essere un ulteriore dialogo con i Governatori ma anche con i Governatori del Sud che devono sedersi al tavolo dell’Autonomia perché di autonomia si deve discutere con tutte le Regioni. Un Paese sovrano è un Paese unito. Se lo disgreghiamo perdiamo la sovranità e in questo momento qualche battuta sul Sud che ho sentito e ho visto sui giornali mi ricorda quelle battute discriminatorie che certi euro-burocrati hanno fatto contro l’Italia, battute che il Sud di questo Paese non merita assolutamente”. L’innovazione è possibile ed auspicabile in un Paese sempre più green. Su questo bisogna insistere: “Bisogna fare molto di più – dice al riguardo Luigi Di Maio – La nostra Costituzione non fa esplicito riferimento alla tutela dell’ambiente, che deve però essere un valore comune, perché funzionale alla nostra sopravvivenza. Dobbiamo costituzionalizzare questo diritto, così che ogni cittadino possa rivendicarlo, non solo per sé ma anche come istanza superiore“. Fare politica oggi, governare un Paese oggi, è una sfida difficile che Di Maio analizza in tutti gli aspetti, sempre su sollecitazione dei masterclassers di Giffoni: “Dobbiamo considerare – dice il ministro – l’informazione come un bene comune. Oggi siamo bombardati da informazione, di ogni tipo e da ogni fonte. I social hanno dato in questo senso un’accelerazione fortissima. L’informazione la possiamo rafforzare noi, la potete rafforzare voi ragazzi se riuscirete a maturare la giusta capacità critica per selezionare le notizie, comprenderle ed individuare quelle false, quelle pericolose”. Poi c’è il futuro del governo e quello del Movimento Cinque Stelle, di cui Luigi Di Maio è capo politico. Il ministro non si risparmia e spiega il senso del “mandato zero” e di altri punti centrali del dibattito politico di queste ore: “Conosco bene come è nata la regola dei due mandati nel Movimento – ha detto – esiste per evitare che si accumulino soldi e potere. E allora puoi fare due mandati pieni e poi devi cedere il testimone, ma un consigliere comunale di opposizione non gestisce né potere e né si arricchisce. Bloccarlo al secondo mandato significa disperdere un patrimonio di esperienza e di conoscenza. E allora in questi casi la regola dei due mandati non vale, ma per tutto il resto la regola non viene toccata”. E poi c’è il punto della dialettica con la Lega, forza alleata al Governo: “Noi e la Lega siamo diversi – illustra – discutiamo molto e non andiamo d’accordo su alcuni temi. Per questo esiste il contratto di governo. Il presidente Conte è figura di garanzia in questo senso. Sta cercando di portare avanti un Governo con due forze politiche molto diverse e che prima del giugno dell’anno scorso non avevano mai collaborato. Cerchiamo di portare a casa dei risultati. Quando mi renderò conto che non arriveranno più i risultati, allora capirò che non ne vale più la pena. Intanto continuiamo questa convivenza che, come tutte le convivenze, è fatta di alti e bassi. Tutto qui. A settembre dobbiamo portare a casa il taglio definitivo di 345 poltrone da parlamentari, una riforma storica: parlamentari che approvano un taglio di loro stessi. Si tratta di una riforma che spaventa molti e questi molti stanno provando a buttarci giù come governo”.

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