Europee, Gianni Fabbris fa tappa nel Casertano

“La bufala di Castel Volturno, e la mozzarella, stanno scomparendo. Il secondo Dop italiano vittima della speculazione e dell’indifferenza generale. Castel Volturno, Casal di Prencipe e tutta l’area intorno è conosciuto per le cronache negative non per le sue eccellenze internazionali come la bufala. E’ arrivato il momento di cambiare questo punto di vista. Il tesoro di quel territorio, ‘la Fiat della Provincia di Caserta’ (per la Campania un fatturato di oltre un miliardo di euro), va valorizzato e protetto”. Gianni Fabbris, candidato alle elezioni europee 2019 con la lista La Sinistra, ieri ha fatto visita ad alcune aziende che rischiano la chiusura per quella che possiamo definire una Sindrome da indifferenza istituzionale, quella che lascia fare al “mercato” senza regole aprendo la strada ad ogni speculazione. Le mandrie già di loro soffrono di una malattia mortale, la brucellosi. E l’unica risposta che arriva è l’abbattimento.

“L’abbattimento deve essere l’ultima risorsa e non la regola – dice Gianni Fabbris, accompagnato nella sua visita dall’allevatore Mario Autieri – per un prodotto, la mozzarella di bufala – che è il secondo Dop italiano dopo il parmigiano. Va ingegnerizzata una filiera di ricerca e protezione. Bisogna investire sulla prevenzione di fronte ai rischi delle patologie animali invece che rispondere ai problemi con la facile ed antiscientifica strada degli abbattimenti. Le alternative ci sono. Perché non vengono praticate?” “Non so se c’è un disegno lucido per mettere in ginocchio l’intero comparto – aggiunge Fabbris – ma sta nei fatti che l’effetto di una distorta e facilona gestione delle emergenze sanitarie sta avendo un effetto pesante e potenzialmente devastante per gli allevamenti”.

Secondo Fabbris, la mozzarella di bufala, deve tornare ad essere il fiore all’occhiello di questo territorio, nel rapporto stretto con le buone pratiche dell’allevamento garantite da sempre dagli allevatori, e va sottratta dalle manipolazioni industriali che, troppo spesso, aprono la strada a pratiche e prodotti non trasparenti.

“L’intera filiera, poi, va liberata dal peso dello sfruttamento della commerciale della GdO – conclude – per restituire centralità e valore all’azienda allevatrice ed ai caseifici artigianali ad esse collegate. E’ la solita storia della speculazione della Gdo e dell’agroalimentare che guardano al cibo come profitto smodato e quindi per loro la sofisticazione e l’adulterazione sono pratiche all’ordine del giorno. Anche di questo deve e può occuparsi l’Europa. Rivoltiamo l’Europa e la sua politica agricola”.

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Redazione

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