Il Ministro Trenta sospende Antonio Pappalardo dal grado di ‘Generale’

Il Ministro della Difesa Elisabetta Trenta ha irrogato la sanzione della sospensione per 12 mesi dal grado di Generale dell’Arma dei Carabinieri ad Antonio Pappalardo, su proposta dell’ex Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Tullio Del Sette.

A determinare tale provvedimento l’aver svolto alcuni interventi politici nella veste di leader e fondatore del Movimento Liberazione Italia e di Presidente del sindacato Scudo Carabinieri, senza avere precisato di non essere più in servizio, (da oltre 12 anni).

A fare quadrato attorno a lui, il MLI – Movimento Liberazione Italia, di cui Pappalardo ne è fondatore.

“Caro Antonio Pappalardo, per noi Presidente e Comandante per sempre, il Movimento Liberazione Italia ha appreso con sdegno e viva indignazione che i vertici delle Forze Armate hanno deliberato di sospenderla temporaneamente dalle funzioni del grado di Generale, su proposta del Generale Tullio Del Sette, già Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, indagato per reati estremamente gravi per un Carabiniere”.

“Non si può fare a meno di rilevare che: lei, già in passato, è stato sottoposto pretestuosamente per ben due volte a processo, per le sue idee politiche, da un regime ottuso per aver detto che “il Comandante Generale dell’Arma non può essere nominato dalle segreterie dei partiti” e per la sua “voce vibrante”; Il Generale Del Sette risulta, come detto, indagato per gravi reati che incidono sulla lealtà e sulla fedeltà alle Istituzioni della Repubblica, per avere avvertito gli amici, politici e non, di Matteo Renzi, all’epoca capo del governo, che li stavano indagando e che nonostante ciò è stato prorogato nell’incarico di Comandante Generale per un anno, così violando ogni norma interna di una Istituzione che dura nei secoli perché resiste ad ogni tentazione politica; Lei viene rimosso dalle funzioni del grado per aver sostanzialmente: a) svolto alcuni interventi politici, nella sua veste di leader e fondatore del Movimento Liberazione Italia e di Presidente del sindacato Scudo Carabinieri, senza avere talvolta precisato di non essere più in servizio, nonostante sia in congedo da oltre 12 anni e visibilmente carico di anni; b) raffigurato il popolo sovrano che marcia sui pennacchi dei Carabinieri, come se il popolo fosse un soggetto politico pericoloso e non il sovrano con il quale è più che lecito stare insieme; c) denunciato la Ministra Pinotti per diffamazione nei confronti di un Carabiniere per aver egli mostrato una bandiera di guerra dell’esercito tedesco, scambiata dalla medesima inopinatamente per un simbolo nazista”.

“A ciò va aggiunto che la persecuzione dei vertici dell’Arma nei suoi confronti è proseguita in maniera indegna dato che taluni ufficiali, che vanno al più presto individuati, hanno fatto ricorso ad un giornalista di un quotidiano siciliano, il cui editore ha avuto sequestrato il suo patrimonio per essere colluso con la mafia, per anticipare la notizia della sua sospensione e diffamarla.
Addirittura una task force di ben cinque carabinieri, in parte in uniforme e in parte in abito civile, dopo aver intercettato illegalmente la sua posizione tramite cellulare e pedinato, come il peggiore dei malfattori, si è presentata ad un indirizzo privato, non suo, per rovinare la sua reputazione dinanzi a più persone. Il Movimento Liberazione Italia ritiene il tutto una grave violazione dei diritti di libertà, costituzionalmente garantiti, con la commissione di reati quali l’abuso d’ufficio, attentato ai diritti politici del cittadino e associazione a delinquere, per cui, nel manifestarLe piena solidarietà, fa presente che l’intera vicenda è stata sottoposta all’esame di uno studio legale per la denuncia del responsabili al fine di tutelare non solo la libertà politica della Sua persona, ma anche del Movimento Liberazione Italia e sindacale di Scudo Carabinieri. Il fatto è ancor più grave se si considera che enormi saranno i danni che si riverseranno sul Movimento e sulla Sua persona, laddove è stata diffusa la decisione di partecipare alle prossime elezioni europee e regionali. Per cui appare urgente valutare adeguati interventi per bloccare sul nascere simili attentati alla libertà politica.  Le diciamo sin d’ora che Lei non ha bisogno di alcun grado per far valere la Sua persona, i suoi ideali e valori democratici, in cui crede fermamente, dato che noi da tempo La chiamiamo, essendo Lei un vero e convinto rivoluzionario, ‘Comandante Pappalardo'”.

“Qui preme sottolineare che la rimozione, avviata dalla Ministra Pinotti, è stata irrogata dalla Ministra Trenta del M5S, che – invece di cambiare i vertici delle Forze Armate, nominati, su proposta di Renzi e Gentiloni, da Sergio Mattarella, che Lei ha arrestato, con una delegazione del Movimento Liberazione Italia, il 21 dicembre del 2017 – si scaglia inopinatamente contro di Lei, che vuole un reale cambiamento all’interno delle Forze Armate e di Polizia. Tutto ciò è la conferma che il M5S è la naturale prosecuzione del PD e che sta continuando l’azione conservatrice ed ottusa di questo partito nei confronti dei militari, che, nonostante la sentenza della Corte Costituzionale dell’11 aprile 2018, non hanno ancora una legge che disciplini il nuovo sindacato, con penalizzazioni rilevanti sul loro trattamento morale ed economico. Caro Pappalardo, Lei sarà per noi sempre “Il Comandante Pappalardo” e questo titolo non glielo potrà togliere nessuno perché glielo attribuiscono direttamente le migliaia di Carabinieri che dal 1988 sono da Lei tutelati e sostengono le Sue battaglie per una vera democrazia nel nostro Paese.  Sappiamo che Lei non ha mai tenuto al Suo grado, tanto è vero che molti Carabinieri semplici, una volta che Lei è stato congedato, le danno del “TU”, che Lei accetta con orgoglio di buon grado, essendo per loro un vero amico. Taluni vertici dell’Arma dei Carabinieri, che è stata fatta uscire dall’Esercito su una legge del Governo D’Alema, per infiltrarla politicamente, sono ormai nelle mani di questa casta politica, che li manovra a proprio piacimento. Noi sappiamo che Lei, da Presidente del COCER Carabinieri (Consiglio Centrale di Rappresentanza Militare), da solo, mentre i vertici dell’Arma vigliaccamente scappavano, in ben due occasioni ha messo in fuga D’Alema e i suoi compari che volevano annientare l’Arma.  Questi cialtroni e codardi, invece di conferirle la massima onorificenza dell’Arma, l’hanno proposta per una grave misura afflittiva morale. Loro debbono essere degradati e cacciati via dall’Arma, non lei che è stato un baluardo a difesa dei Carabinieri e della loro storia”.

“Noi invitiamo i Carabinieri, Soldati, Marinai, Avieri, Poliziotti, Finanzieri e tutti gli Uomini in uniforme che credono in Lei, a rispondere a questo atto di arroganza del regime politico, che tiene in mano i vertici delle Istituzioni militari, pagati profumatamente, veri traditori della Patria, a non temere simili rappresaglie, ad affluire nel sindacato “Scudo Carabinieri”, e a intervenire in massa il 5 dicembre alle ore 10,00 in piazza Montecitorio in Roma per sostenere l’azione di legalità degli Italiani che manifesteranno perché governanti e parlamentari, eletti con la legge “Rosatellum”, non valida, perché approvata da parlamentari non convalidati in base all’art. 66 della Costituzione, siano assicurati alla giustizia”.

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