Carinola. Raccolta differenziata, Nardelli attacca Giacca ma non la dice tutta

È un attacco a sorpresa quello che Antonio Nardelli, ex componente della giunta De Risi in quota Nuovo PSI, assesta a Franco Giacca, dimissionario assessore con delega all’ecologia dell’esecutivo retto da Antonio Russo. In perfetta adesione alla moda del momento, il terreno che l’alfiere di Massimo Grimaldi sceglie per sferrare la sua bordata è quello del web, la propria pagina facebook per l’esattezza. “Differenze”, tuona in un lapidario post con foto. Dove la foto è un ritaglio di giornale da cui si evince la percentuale di differenziata raggiunta dal Comune di Carinola ai tempi in cui, quella delega che fino a qualche giorno fa era detenuta da Franco Giacca, fu sua. Chiara, fin troppa, ancorchè inattesa,l’allusione al suo ultimo omologo. L’ uscita però, non è delle più felici, poichè sembra voler artatamente cancellare una sequenza di accadimenti sui quali vale invece la pena intrattenersi. Non per esercitare la difesa d’ufficio del malcapitato destinatario del siluro, Franco Giacca, appunto. Ma per mero amore della verità. Certo, il numero che orgogliosamente Nardelli esibisce come una medaglia al valore, non può essere messo in discussione.Da allora però, dai tempi in cui esso è databile, di acqua sotto i ponti ne è passata. E di eventi di assoluta rilevanza politico/amministrativa, se ne sono registrati, eccome. A cominciare da quello più importante e condizionante. Che ha segnato fortemente l’andamento dell’azione amministrativa fino a qualche mese fa: la revoca del certificato antimafia alla società GO. SERVICE, ditta appaltatrice del servizio di raccolta dei rifiuti, sbarcata a Carinola proprio in costanza di sindacatura De Risi. Da quel momento, una serie di indicibili disservizi si sono abbattuti sulla popolazione, con inevitabili riverberi anche sui dati riferibili alla differenziata. Uno stato di precarietà a cui il sindaco Russo e la sua squadra di governo, nel cui novero rientrava a pieno titolo Franco Giacca, hanno reagito con fermezza e determinazione,senza mai uscire dal perimetro della legalità. Talvolta persino tirandosi addosso qualche ingiusta critica per aver rispettato con troppa, fiscale puntualità, gli indirizzi di volta in volta dettati dalle prefetture di Napoli e Caserta e dalla stessa autorità nazionale anticorruzione. Un atteggiamento ineccepibile, sfociato in nuovo affidamento, anche questo messo a punto con stretta osservanza delle prescrizioni della stazione unica appaltante e dell’ufficio territoriale di governo, e dopo una regolare gara d’appalto. Col doppio risultato di aver raggiunto, da un lato, la normalizzazione del servizio, e dall’altro, ripreso quel cammino interrotto da imponderabili agenti esterni , che consente oggi di coltivare la ragionevole speranza di poter presto riattestarsi, per la quota di differenziata, su quei livelli di cui, con sospetta tempistica, si pavoneggia Antonio Nardelli. Il quale, tuttavia, sembra non aver riflettuto neppure un nanosecondo su queste circostanze, benchè a lui ben note, prima di scagliarsi inopinatamente contro il povero Giacca. Già, perché messa cosi, e non potrebbe essere diversamente, il paragone tra l’epoca in cui il timone amministrativo era saldamente nelle mani di Luigi De Risi, oggi riaccolto a braccia aperte nel PD, e quella in cui, tra mille, ereditate difficoltà, ha operato Giacca, sembra davvero improponibile. Cosi come l’attacco che gli si rivolge, appare oggettivamente gratuito ed ingeneroso. A parti invertite, non sarebbe mai capitato. E questo si che fa la differenza.

Franco Gemma

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