Napoli. Ronghi: “Delocalizzare il carcere di Poggioreale”

“Sono trascorsi due anni da quando l’ex ministro della Giustizia Andrea Orlando, annunciò di voler  alienare  San Vittore,   Regina Coeli  e  Poggioreale ‘affinchè scontare la pena non sia, come invece, molto spesso, è attualmente, una punizione aggiuntiva per via del sovraffollamento e delle strutture irrimediabilmente antiche. Una tortura più che una rieducazione, soprattutto quando fa troppo caldo o fa troppo freddo e una piccola cella deve ospitare più detenuti di quanti ce ne potrebbero stare”. Da allora, su queste strutture carcerarie – sulle quali, da tempo, abbiamo lanciato il nostro grido di allarme, e, particolarmente, su Poggioreale, è calato di nuovo il silenzio ed il buio, sfociati, di recente, nell’ennesimo suicido nell’istituto penitenziario di Napoli che somiglia, sempre più, ad un ‘mostro’ che uccide. Va ancora riconosciuto il ruolo importante della Polizia Penitenziaria perché se e vero che in questo primo semestre ci sono stati ben 24 suicidi nelle carceri italiane, è altrettanto vero che ne sono stati sventati oltre 500 a dimostrazione dell’ottimo la voro svolto dagli operatori delle carceri”. E’ quanto ha affermato il Segretario Federale di “Sud Protagonista”, Salvatore Ronghi, che, stamani, ha tenuto una conferenza stampa davanti all’ingresso del carcere di Poggioreale, insieme con il presidente dell’Associazione ex detenuti, Pietro Ioia, e il segretario di Cnal, Mario Marmora.

“Il carcere di Poggioreale ha gravi ed incolmabili deficit innanzitutto sul piano strutturale ed è per questo che esso è un totale fallimento dal punto di vista della rieducazione della pena e del reinserimento sociale dei detenuti e, quindi, è un ‘mostro’ da ‘abbattere – ha sottolineato Ronghi – che ha aggiunto: “come movimento politico, ne proponiamo la delocalizzazione in un’area periferica e la sostituzione con un edificio moderno, con spazi adeguati per i detenuti e per svolgere tutte quelle attività necessarie al reinserimento nella vita sociale. La delocalizzazione del carcere sarebbe utile, inoltre, per la riqualificazione del quartiere di Poggioreale, con grandi benefici economici e sociali per il territorio della municipalità, un progetto alternativo che presenteremo alle Autorità territoriali a settembre prossimo”.

“L’ennesimo suicidio di un detenuto e il recente crollo del solaio su una parente che si era recata in visita nel carcere la dicono tutta sullo stato di fatiscenza e di abbandono del carcere – ha sottolineato Ioia –, per questo Chiediamo al nuovo Ministro della Giustizia, di fare presto a chiudere Poggioreale e ad aprire nuove strutture carcerarie a Napoli e nelle altre città, ricordando che la pena deve essere rieducativa e non punitiva ai limiti della privazione della dignità. Per questo – ha aggiunto – da oggi avvieremo una raccolta firma indirizzata al Presidente della Repubblica per la delocalizzazione del carcere di Poggioreale perchè non vogliamo aspettare altri morti e altri crolli affinchè le istituzioni assumano questa decisione. Continuo a domandare del perché a Poggioreale è vietato ammalarsi? Perché l’ASL di competenza non garantisce il diritto alla salute? Perché bisogna sprecare l’utilizzo di risorse umane e finanziarie per portare all’esterno detenuti che poptrebbero essere curati nel carcere ma senza ricorrere alla “pillola di Padre Pio” ?

Il carcere di Poggioreale va chiuso perché  non risponde ai requisiti essenziali umani e urbanistici e il governo non può aspettare oltre – ha concluso Marmora –, inoltre ci sono carenze gravissime nell’organico della Polizia Penitenziaria per rafforzare la quale si deve assumere con urgenza e liberare i lavoratori da turnazioni   insopportabili e  adeguare le loro retribuzioni che non sono corrispondenti all’attività lavorativa svolta.  Poggioreale non è un inferno solo per i detenuti – ha concluso – ma anche per gli operatori di Polizia e per quelli sociali”.

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Redazione

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