Altri due suicidi in carcere: due morti in meno di 24 ore

Altri due suicidi nelle carceri italiane, due i morti in meno di 24 ore. Sono trenta le persone ristrette che dall’inizio dell’anno si sono tolte la vita: 29 negli Istituti di pena e una ricoverata in una Rems.

Questa mattina è deceduto nel reparto di rianimazione del locale ospedale un tunisino di 33 anni che una settimana fa nell’Istituto di La Spezia si era impiccato nella sua stanza. Analogamente, ieri – dopo sette giorni di ricovero in terapia intensiva – era morto un 21enne egiziano, detenuto a Viterbo, che avrebbe finito la pena a settembre. Si era impiccato con un laccio rudimentale fermato alle grate della finestra il 23 luglio, poco dopo essere stato assegnato al reparto di isolamento per scontare una sanzione disciplinare risalente a un fatto di marzo. Nello stesso reparto del carcere di Viterbo si trovava anche l’italiano che si è tolto la vita il 22 maggio scorso, dopo sette giorni in isolamento.

Il Garante nazionale è titolare della tutela dei diritti delle persone detenute e, in quanto tale, è parte offesa ogni volta che tali diritti possano essere violati. Pertanto ha presentato alla Procura della Repubblica di Viterbo la propria dichiarazione di persona offesa per essere informato dell’andamento dei procedimenti ed eventualmente offrire elementi di propria conoscenza. Pur considerando le difficoltà di ricondurre eventi del genere a un’unica matrice, il Garante nazionale ritiene che sia interesse dell’Amministrazione penitenziaria che venga fatta chiarezza ogni volta sulle circostanze che possano avere portato a tali scelte estreme e, da parte sua, intende offrire il proprio contributo alla soluzione delle eventuali criticità.

“Due episodi, accaduti in due istituti di pena distanti tra loro, a Milano e a Rimini, nei giorni scorsi, sono emblematici perché denunciano il quadro drammatico in cui deve operare la Polizia penitenziaria, a cui esprimo la massima solidarietà”. Lo afferma il sottosegretario alla Giustizia, On. Jacopo Morrone, ricordando che “a Milano tre agenti sarebbero stati aggrediti da un nordafricano in procinto di essere scarcerato. Lo straniero avrebbe indebitamente preteso denaro dai poliziotti e non ottenendolo li avrebbe presi a schiaffi e pugni. A Rimini, nell’istituto penitenziario, sarebbe scoppiata una rissa tra due gruppi contrapposti rispettivamente di albanesi e marocchini. Il parapiglia sarebbe stato sedato, ma a farne le spese sarebbero stati due ispettori della Polizia penitenziaria costretti a fare ricorso a cure mediche in ospedale. Appare quindi evidente come la Polizia penitenziaria rappresenti l’ultimo baluardo della legalità negli istituti di pena e operi in gravi difficoltà. Sono convinto che la situazione sia emergenziale e che ci siano prassi, misure e strumenti da rivedere e rinnovare”.

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Redazione

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