Allarme 118, Balzanelli: “Ambulanze senza medici e infermieri”

“Emerge, in questi anni, in modo sempre più evidente, la clamorosa inefficacia di visione da parte delle precedenti gestioni ministeriali riguardo la concezione del Sistema di Emergenza Territoriale 118 nazionale”. Lo afferma in una nota Mario Balzanelli, Presidente Nazionale del Sis 118.

“Si è ritenuto, a più riprese – prosegue Balzanelli -, di smantellare, nel nome di innovazioni inesistenti, la concezione di Sistema salva vita, tempo dipendente, a disposizione, h 24, 365 giorni/anno, di 60 milioni di italiani, per cui si impegnano risorse risibili rispetto al volume complessivo della spesa sanitaria nazionale, chiudendo centri di responsabilità quali le Centrali Operative di questi sistemi ipercomplessi, scambiandole per meri Call Centers, per veri e propri rispondifici telefonici”.

“Si è completamente e volutamente dimenticata – spiega ancora il Presidente Nazionale Sis 118 – l’opportuna e strategica dimensione provinciale dei Sistemi 118, sancita dal Dpr del 27/3/1992, peraltro tutt’ora in vigore, tarata sulla reale complessità di gestione capillare e piu’ qualitativa possibile dei soccorsi a livello dei territori, delle centinaia di unita’ di personale assegnato, tra medico, infermiere e autista – soccorritore, delle risorse tecnologiche e di parco mezzi da governare”.

“Sono state decapitate, a numerosi livelli, le dirigenze mediche dei Sistemi spostando innaturalmente le stesse su vertici amministrativi, a volte completamente ignari del settore e provenienti da altri mondi, mera espressione di controllo verticistico politico che si è dimostrato attentissimo agli appalti delle grandi tecnologie e molto meno alla qualità reale della governance sanitaria e alla conseguente qualità dell’assistenza reale prestata ai cittadini in imminente evidente pericolo di vita”.

“Si sono – spiega Balzanelli -,ad arte,  scambiate la Centrali Operative, veri e propri centri direzionali, centri di pesantissime responsabilità che hanno assicurato e assicurano in tempo reale il “medical control” online e offline di Sistema, la gestione del personale, la soluzione dei conflitti e dei problemi, la formazione, l’addestramento, del personale e della società civile, il rapporto puntuale e continuo con le altre massime istituzioni territorialmente convergenti a livello provinciale (Prefettura, Questura, Carabinieri, Vigili del Fuoco etc), per “gusci vuoti”, per “spazi in cui sollevare la cornetta telefonica” che possono tranquillamente essere trasferiti sulla luna. Un horror gestionale paragonabile ad un Evo Antico che ha flagellato impietosamente dai governi di Roma il 118 nazionale”.

“Il risultato è sotto gli occhi di tutti – afferma il Presidente Sis 118 -: lo smantellamento, in quasi tutte le regioni, degli organici medici ed infermieristici, ossia della componente sanitaria in grado di assicurare al paziente in evidente imminente pericolo di vita diagnosi e terapia potenzialmente salvavita, contratti precari pesantemente inadeguati rispetto alle complessità reali di gestione ed ai rischi sul campo, sedi di lavoro, ossia le postazioni del SET, che verrebbero chiuse nel 90% a qualsiasi ispezione delle autorità competenti, Punti di Primo Intervento Territoriale, che si è stabilito irrazionalmente di chiudere quando invece vanno potenziati proprio perché sono le uniche vere strutture del territorio in grado di frenare, dati alla mano, il 98% di tutte le acuzie minori impedendo il sovraffollamento dei Pronto Soccorso (che implodono ed esplodono), turni massacranti, livelli di formazione disomogenei e piallati su standard molto meno avanzati di quanto si debba rispetto al reale stato dell’arte”.

“Chiederemo – conclude Balzanelli -, come Sis 118, al nuovo ministro, un incontro urgente e chiediamo alle forze rappresentative del nuovo governo che verrà di varare, con una assoluta urgenza, una riforma legislativa condivisa del Sistema 118 che vada nella direzione netta di un suo potenziamento e di una netta inversione di tendenza rispetto a quest’oggi. Chiederemo, sul Sistema 118 salva vita, un confronto aperto e la più netta discontinuità di politica sanitaria”.

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Redazione

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