Napoli. Dissesto Comune, M5S: “De Magistris mette in vendita il Real Albergo dei Poveri”

Si riempie la bocca di identità e napoletanità, poi svende al miglior offerente un pezzo della identità e della storia di Napoli. Parla di partecipazione e condivisione, ma non trova neppure il coraggio di mettere al corrente i suoi concittadini che sta facendo mercato con una parte della loro anima. Al solo scopo di fare cassa ed evitare al Comune una situazione di dissesto dettata unicamente dalla sua incapacità di amministratore, il sindaco Luigi De Magistris non trova miglior soluzione che quella di alienare i tesori che, pur di proprietà municipale, di fatto appartengono a Napoli, ai napoletani e alla loro storia. La messa in vendita del Real Albergo dei Poveri è l’ennesima riprova dell’inettitudine del primo cittadino. L’uomo della rivoluzione fallita, il ragazzotto in bandana che arringava le folle, oggi si è ridotto a calpestare la dignità di un intero popolo pur di far quattrini. Ed è arrivato a fissare anche un prezzo per il più imponente edificio settecentesco di tutta Europa: 120 milioni di euro per sottrarre ai napoletani, gli unici e legittimi proprietari, la mega struttura che Ferdinando Fuga progettò, su indicazione di re Carlo III di Borbone, perché ospitasse i poveri del Regno. Come il peggiore degli invasori, l’ex magistrato sta provando a cancellare la nostra storia, che rischia di finire nelle mani di speculatori interessati soltanto al business”. E’ quanto denuncia il senatore del Movimento 5 Stelle Sergio Puglia, e il consigliere regionale campano Gennaro Saiello.

“Piuttosto che svilire il nostro passato – sottolineano Puglia e Saiello – sarebbe interessante affidare il destino di Palazzo Fuga a un concorso di idee. I napoletani, unici amministratori del patrimonio della loro città, potrebbero liberamente decidere sul destino di siti come il Real Albergo. Che potrebbe ospitare il più grande museo d’Europa, al cui interno di potrebbe pensare di esporre buona parte delle oltre 1.200 opere che, per mancanza di spazi dignitosi, giacciono da anni ad ammuffire tra magazzini e sottotetti del Museo di Capodimonte. O si potrebbe pensare di affidare alcune sale a giovani imprenditori e professionisti della città che non hanno ancora risorse per lo svolgimento delle loro attività. Oppure, come suggerito tempo fa dallo scrittore Pino Aprile, si potrebbe progettare il più grande Expò permanente della civiltà napoletana, un luogo dove esaltare cultura, sapori e tradizione della più verace napoletanità. Nei prossimi giorni chiederemo al Governo di fermare il vergognoso piano di De Magistris, affinché gli venga  impedito di calpestare la memoria di Napoli e di far quattrini con la storia e i tesori dei suoi concittadini”.

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Redazione

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