Piedimonte Matese. Comunali, Raucci: “Immobili comunali non utilizzati ai giovani”

«La mia candidatura nasce da un profondo senso di responsabilità nei confronti di una terra che mi appartiene e a cui appartengo; nasce dalla preoccupazione di offrire un futuro migliore ai giovani e ai bambini. Io ho due figlie di 3 e 9 anni ed insieme a mia moglie, sebbene per lavoro avessimo possibilità di vivere fuori, abbiamo deciso di restare a Piedimonte e di far crescere qui le nostre bambine». Inizia così l’intervista a Devid Raucci, candidato consigliere nella lista Uniti per Piedimonte.

«Vorrei, però, che esse vivessero in una Piedimonte viva, in una Piedimonte pulsante di energie, in una Piedimonte dinamica sia dal punto di vista culturale, ma anche sociale turistico artistico. Non che questi aspetti non siano presenti oggi, attenzione, ma lavorare affinché diventino componente organica e distintiva della città. Credo che oggi più che mai non si possa più aspettare che qualcuno risolva i problemi e che non ci si possa più nascondere dietro un “qui non funziona niente”. Bisogna avere il coraggio e la determinazione di mettersi in gioco impiegando tutti insieme le energie affinché qualcosa possa cambiare e migliorare. Francamente sento dire troppi “la politica mi disgusta” e “chi te lo fa fare” è giunto il momento che ognuno di noi si assuma delle responsabilità ed è per questo motivo che ho deciso di candidarmi».

Qual è la ricetta per migliorare Piedimonte Matese?
«Non posso e non voglio avere la presunzione di dire che ho la ricetta o la bacchetta magica per risanare Piedimonte, ho invece l’umiltà- che certe volte è indispensabile- di credere che solo insieme si possano trasformare le criticità in punti di forza. Il nostro è certamente un programma ricco ed innovativo, e vogliamo condividere con tutti idee semplici e concrete come: il baratto amministrativo (legge 164/2017), che offre ai cittadini in difficoltà la possibilità di pagare tasse e tributi (TASI – IMU – TARI) svolgendo lavori socialmente utili come ad esempio lo sfalcio d’erba nei parchi, pulire le strade o comunque eseguendo lavori per il Comune. Oppure il censimento degli immobili comunali non utilizzati, da mettere a disposizione dei giovani a costi contenuti per l’avvio di nuove attività imprenditoriali e/o sociali. Certamente Piedimonte non è un territorio a vocazione industriale, benché il nostro impegno andrà anche in questa direzione, credo che bisognerà puntare ad ogni costo sul turismo, viste anche le caratteristiche di questa terra. A questo proposito sarà sicuramente indispensabile la cooperazione tra amministrazione e le associazioni presenti sul territorio, che da tempo e con non poche difficoltà operano a Piedimonte. E’ mia ferma intenzione, ma posso dire nostra, di coinvolgere sostenere ed aiutare tutte le associazioni (sportive culturali sociali) per creare e implementare le attività sul territorio e soprattutto per far conoscere la nostra terra ad un bacino di persone a cui oggi siamo indifferenti. Questi sono solo alcuni esempi di come intendiamo operare e di come cambieremo Piedimonte qualora i cittadini ci riterranno all’altezza premiando il nostro progetto l’11 giugno. Mi preme infine sottolineare la centralità del nostro progetto: la condivisione e la partecipazione di tutte le forze presenti sul territorio: cittadini, associazioni, commercianti, piccoli e grandi imprenditori, uniti per cambiare Piedimonte Matese».

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Redazione

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