Cesa. La dura posizione di Cesa C’è: “Un ‘padre-padrone’ al Comune”

In un primo momento abbiamo preferito non commentare il temporale nel bel mezzo della “primavera” (cesana) ma con il passare delle ore e in seguito alle sollecitazioni dei nostri sostenitori, abbiamo maturato l’idea di dire la nostra.

Il comunicato diramato dal vicesindaco ed assessore De Angelis e dagli altri due assessori, Guarino e Di Santo, lascia poco spazio all’immaginazione. Tre assessori su quattro hanno pubblicamente criticato l’operato del sindaco Guida, parlando di “conflitti ed ingerenze nella gestione delle deleghe”.

Il comune di Cesa, stando a quanto scritto dagli assessori scontenti, è diventato ormai teatro di uno scontro interno alla maggioranza consiliare (minoranza nel paese) con “dissensi” ed “equivoci” alimentati dal primo cittadino. Non sbagliava, dunque, il nostro capogruppo consiliare, Ernesto Ferrante, quando  durante una seduta del Consiglio comunale, parlava di tre aree politiche e due gruppi consiliari ben distinti in seno alla maggioranza.

E non diceva il falso un nostro manifesto in cui si evidenziava il contrasto netto tra un sindaco super-presente e gli assessori quasi sempre in ombra. La politica ha un suo codice e tempi e modi ben definiti. Chi ha alle spalle diverse primavere amministrative ed elettorali, non agisce mai per caso.

L’invio della lettera con cui si comunica la remissione delle deleghe alla segretaria del Pd piuttosto che al sindaco che è il titolare delle stesse, significa una sola cosa: il rapporto di fiducia ormai non c’è più. Come si può amministrare una comunità se non c’è armonia e intesa tra gli amministratori? In un nostro comunicato risalente al mese di dicembre, denunciavamo le troppe distrazioni e il sempre maggiore immobilismo di un’amministrazione paralizzata da bracci di ferro interni.

A soli 20 mesi dal suo insediamento, l’amministrazione Guida è spaccata. Le promesse di mari e monti sono rimaste sul grande libro dei sogni da palco elettorale. Cesa ha bisogno di un PUC a misura di cittadino, di politiche di sostegno a chi è più svantaggiato, di interventi finalizzati a favorire una nuova stagione di protagonismo dei giovani, di misure più incisive di contrasto della povertà, di manutenzione e pulizia delle strade, di un rilancio del disastrato commercio locale, di una maggiore sorveglianza del territorio e di una rinnovata sensibilità sul delicato tema della tutela ambientale.

La “Primavera” si è arenata nella sabbia delle beghe personali, con un tira e molla che disgusta chi vede la politica come l’arte nobile dell’interesse per il bene comune e penalizza il paese che ha bisogno di un serio piano di sviluppo e di una serie di interventi incisivi e concreti. La parola “comune” è intesa evidentemente solo come l’edificio del potere cittadino da occupare e gestire per ottenere visibilità, non certo come interesse per la collettività.

Dalla nota dei tre assessori, emerge chiaramente l’unico traguardo incontestabile raggiunto dal sindaco: aver deluso gran parte di amici, tifosi, sostenitori e comitati. Una condizione che, di solito, rende molto difficile la ricerca della “quadra” senza passare nuovamente per le urne. Cesa C’è auspica per il bene del paese che con senso di responsabilità e coraggio si giunga ad un epilogo decoroso di un’amministrazione che, ad oggi, è destinata a rimanere negli annali più per quanto detto che per quanto fatto.

Cesa C’è
Gruppo consiliare di minoranza

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Redazione

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