(VIDEO) Sottratti due quadri di Van Gogh a clan camorristi, valore inestimabile

Nei giorni scorsi, il Gruppo Investigativo Criminalità Organizzata (G.I.C.O.) del Nucleo Polizia Tributaria di Napoli, nell’ambito delle indagini nei confronti degli esponenti apicali del clan AMATO-PAGANO (impegnato attivamente nel traffico internazionale di Sostanze stupefacenti ed alleato di note associazioni internazionali dedite al narcotraffico) hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli, su richiesta di questa Direzione distrettuale antimafia, avente ad oggetto somme di denaro e beni nella disponibilità del clan.

Il provvedimento di sequestro si caratterizza per avere ad oggetto non soltanto beni di straordinario valore economico, ma anche due quadri di eccezionale valore artistico; sono, infatti, oggetto del decreto ablativo anche due opere del pittore Vincent Van Gogh, che il 7 dicembre 2002 vennero trafugate dal museo Van Gogh di Amsterdam e da allora non furono più ritrovate. Si tratta di due dipinti ad olio: “La chiesa riformata di Nuenen” (1884) e “Vista della spiaggia di Scheveningen” (1882). Le tele appartengono al primo periodo “olandese” del pittore e sono ritenute di valore inestimabile. Si tratta di due opere d’arte considerate tra le più ricercate al mondo (inserite dall’F.B.I. tra le “top ten art crimes”). Va sottolineato che ne è stata confermata l’autenticità, a seguito degli accertamenti immediatamente effettuati da esperti di livello internazionale e prima di procedere ai successivi adempimenti con le Autorità olandesi. La vicenda si inserisce nell’ambito di complesse indagini della Procura della Repubblica di Napoli, da tempo orientate a disarticolare la multiforme articolazione organizzativa delle cosche napoletane impegnate nel traffico interazionale di Stupefacenti e legate a narcotrafficanti internazionali, alleati al noto clan Camorristico AMATO-PAGANO, che opera da anni nei comuni di Melito, Arzano, Mugnano e Casavatore, nonché nell’area nord del capoluogo campano. Si tratta di uno dei gruppi criminali più pericolosi ed attivi tra le cosche camorristiche del territorio, che è in grado di gestire considerevoli risorse economiche e che gode di immense risorse personali e materiali.

Ebbene, la DDA di Napoli ha accertato -nell’ambito di una complessa attività di indagine del GICO del Nucleo Polizia Tributaria di Napoli e della Squadra Mobile di Napoli (con il supporto di Interpol e degli organismi della cooperazione internazionale)- la piena operatività di una struttura di narcotraffico transnazionale, divenuta progressivamente alleata ai gruppi camorristici di Secondigliano, che -come si è detto-rivestono un potere indiscusso nella gestione di tali interessi criminali in quel territorio.

Tra le persone indagate e di maggiore carisma criminale, Sono da ricordare Mario Cerrone e Raffaele Imperiale, tratti in arresto nel gennaio 2016 per il delitto di cui all’art.74 d.p.r. n.309/1990, contestato agli indagati –come si è detto- con le misure cautelari personali e patrimoniali emesse dal GIP del Tribunale di Napoli nel mese di gennaio 2016. Le acquisizioni investigative di allora (già imponenti) si sono poi ulteriormente arricchite con le successive attività di ricerca di cose pertinenti alle predette condotte criminali ed alla ricerca dei latitanti Imperiale e Cerrone. A seguito dell’arresto di Cerrone e delle dichiarazioni rese da costui, nonché grazie alle efficaci attività investigative che la Guardia di Finanza ha svolto nell’ambito dell’azione direttiva della DDA di Napoli, si sono quindi sviluppati puntuali accertamenti patrimoniali, agevolati dall’utilissimo contributo fornito da alcune delle persone indagate, le quali hanno tra l’altro consentito di ricostruire ulteriori disponibilità economiche, finanziarie e patrimoniali della consorteria criminale.

E’ dunque possibile ricondurre ai narcotrafficanti Mario Cerrone e Raffaele Imperiale disponibilità finanziarie, beni immobili (terreni, fabbricati, appartamenti e ville) ed un velivolo, per un valore di circa 20 milioni di euro. Si tratta di acquisizioni investigative realizzate anche per l’eccellente collaborazione fornita sul piano internazionale da alcuni dei Paesi richiesti. Sono tuttora in corso iniziative giudiziarie di collaborazione per trarre in arresto due persone ancora latitanti, attualmente all’estero.

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