Ammalati MCS invisibili ma non per scelta: firmate la petizione per sostenerli

La vita, se vita la si può chiamare, per un affetto da MCS, possiamo solo provare a immaginarla e, ci provo a descrivervela, eccola: “Una luce soffusa entra e, illumina il volto, lieve, fugace, ella attraversa gli occhi. E’Luce di luna, in una stanza fredda se è inverno e, come un forno, se è estate, poca differenza, è sempre scura, un’uscita da queste quattro mura esiste, è a pochi passi ma, è inavvicinabile, non la si può aprire, sembrerebbe facile ma, è impossibile per un MCS. Un carcere a vita assai meglio, anche se sono ottimista, lo voglio dire e, nonostante il “buio” la mia vita è questa qua. Fuori c’è vita, io faccio finta e, respiro, guardo avanti. Fuori è notte fonda, il freddo è pungente e, i pensieri affollano la mente, sono martelli, picchiano duro sulla fronte, un dolore indescrivibile e costante, mi dispiace stare sveglia, ora provo a dormire, potrei anche riuscirci..un miracolo, chissà.. almeno questo. Uno sguardo al mio palmare, un’amica che mi scrive, anche lei, come me, è compagna di sventura. Lei mi chiede: come stai?

banner-petizione-adele iavazzo mcsTra le “nostre righe” velata, si cela la malinconia. Altri dormono e noi vegliamo. Poi si fa alba, tante cose scritte e, tante cose da fare, non saprei da dove cominciare faccio un resoconto: in realtà, son poche cose ma, bastano per riempire la mia giornata. Il raggio di luna svanisce, nei miei occhi, si riaffaccia impenitente, eccolo, il mio amico fedele, è un raggio di sole. Una nuova giornata comincia ma, per me, è sempre “buio”. Che bella la vita, la gusto fino in fondo e, non la maledico. Nonostante gli acciacchi, nonostante il dolore fisico e, mentale, tante domande, una prevale: perché me? Cerco la risposta, intanto mi do da fare. Sono felice. Già, sono Felice, roba da non credere, sono ancora viva ho voglia di lottare mi chiedo: ma fin quando? Tanti non lo sanno quanto è bella la vita eppure, continuano a disprezzarla e, al contempo, a non volerla lasciare. Vorrei un paio di ali per poter volare lontana.

Qualcuno ci proverà ma, sarebbe difficile fermarmi. Sono uscita dal torpore, ora posso gridare. Ho forze e, a mala pena per inneggiare il mio inno alla vita. Rabbia che mi fa questa vita che non sento mia e che non mi appartiene, lei ha scelto me. Mi ha costretto a stare ferma, legata e imbavagliata e, solo pochi sanno quanto è dura. Di me e, come me, c’è ne son tanti, nessuno lo sa. Forse lo sanno ma, fanno finta di nulla e, poi ci dimenticano. Ore scandite da tempi infiniti. Bisogna aspettare, aver pazienza e, quella non manca, di nuovo ecco la sera. La luna ritornerà con la sua luce fioca, verrà di nuovo ad avvolgermi. Un abbraccio virtuale, una mano che sfiora il viso, desideri reconditi semplici da fare, eppure, per me, son cose impossibili. Un calore tenuo ma costante. Un calore umano, di quello avrei bisogno e, guardare oltre, basterebbe poco. Posso solo sperare che il “mostro”, il mio male, si distragga e, per un attimo, mi lasci stare.” – Continuate a sostenere gli ammalati da MCS e, firmate la petizione il banner lo trovate sul nostro giornale on-line pochi secondi per salvare tante vite.

di Donato Liotto

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