Comunali Napoli. Lettera di Lanzetta a Saviano: “Ecco perché voto Lettieri”

“Caro Roberto Saviano, ho letto la tua accurata analisi apparsa su Repubblica in occasione delle elezioni amministrative di Napoli. La strigliata al Presidente del Consiglio circa l’abbandono del PD a Napoli e nel Sud in generale. Hai fatto ottime considerazioni, com’è nel tuo stile da conoscitore dei fatti e delle dinamiche che accadono nei centri di poteri. Però hai dimenticato di dire una cosa: in quel centro di potere ci sei cascato pure tu. In un altro ruolo, certamente involontariamente, ma sempre di potere parliamo”. Così l’artista partenopeo Peppe Lanzetta sulla sua pagina Facebook.

“Non so se all’inizio della tua carriera ambivi a ciò – ha ribadito –  ma sta di fatto che le cose sono andate come sono andate e una certa patata bollente è anche nelle tue mani. Per ciò che hai scritto e per ciò che rappresenti. Compreso il fatto di dare indicazioni a Renzi su quali indicazioni deve dare ai delusi del partito a Napoli: non votare Lettieri. E’ triste il nostro paese, lo so, lo pensi anche tu e ancor di più lo è per chi come il sottoscritto è rimasto per scelta in quella periferia che attraverso la tua Gomorra (la serie impazza in tivvù) è assurta a Male Nazionale. Ho seguito i commenti di chi la difende e chi dice che fa male.
lo non mi pronuncio. Rispetto il lavoro di tutti. Ma io in quei posti, ci vivo. E so. So che in quei posti c’è chi Gomorra e chi subisce Gomorra.. C’è chi sogna la fiction e chi sogna di entrare nella fiction. C’è chi si lamenta e chi dignitosamente combatte per vivere un’esistenza “normale”, fatta di rate da pagare, figli che non trovano lavoro, male di vivere e sogni che bruciano aceto. Nei miei libri degli anni novanta ho cercato di dare voce a queste persone, a quei giovani, ai Tonino e Marittielo, Annamaria e Ciruzzo che seduti su una panchina aspettavano un Godot immaginario. I miei figli di quel Bronx ora saranno diventati padri se non sono caduti nelle trappole del Male e magari sono passati ad altra vita, bruciando i loro giovani anni.
Sognavo una cittadella della Cultura intitolata a Pasolini ma non avevo capito che lì si doveva vendere la droga. Perchè altri avevano deciso così. E quindi c’era chi quel male lo subiva. Chi era spettatore suo malgrado di un orrido annunciato. Magari deciso nei centri di potere a Roma o nei palazzi Napoletani. Poi al Male ci si assuefa, ci si abitua, si fa il callo. E di callo in callo si diventa refrattari a qualunque dolore. E si accetta anche la spettacolarizzazione di tutto quel Male che di padre in figlio, da cugino a cugino, da zio a nipote è diventata la “regola”. Ma nella regola non c’è posto per la poesia. La poesia è bandita. E con essa i sogni e anche i desideri più immediati: unico desiderio essere come Gomorra.

Tu sai caro Roberto che tanta letteratura si è occupata di tutto ciò ma sai pure che tutta questa letteratura non passa. Perchè non è immediata, non si capisce, perchè è fatta spesso da chi vive “questi figli” da poeta, da mentore, da cantore. lo non so se tu veramente conosci la periferia di Napoli. Dove per conoscere intendo farsi del male. Credo che data la tua giovane età (quando è uscito il tuo bel primo libro) non abbia avuto il tempo e la voglia soprattutto di farti del male, di farti accompagnare dal male, dale nottate passate ad ascoltare i racconti dei vari Gaetano, Mimmuccio e ‘o Biondo. L’indiano, Che Guevara e MaradonaBis.
Naturalmente non è una colpa. Ma può diventare colpa nel momento in cui ci si erge a guru, perdonami la parola, a “tuttologo”. Ruolo antipatico, fuori luogo. So tutto forse non so niente. Da queste parti che non è con te ti definisce un ‘Eco de noialtri’, un Salman Rushdie all’amatriciana e via così. lo credo nella tua buona fede iniziale. Poi anche al “Potere” serviva una parte antagonista. Per dimostrare la sua democrazia. Tu forse ingenuamente hai mostrato il fianco. E hai avuto ammiratori e detrattori (a volte inferociti). Parafrasando un film di Nanni Loy, ‘Mi manda Picone’, oggi verrebbe da dire “Lo ha detto Saviano. E credo che questo non ti faccia bene. I fenomeni non si ripetono. Ma tu sei lì. Imperterrito. Presente. Non so dove ma ci sei.. Comunichi in maniera sibillina ciò che va fatto e ciò che non va fato. Quindi dici a Renzi quello che dovrebbe fare sotto intendendo però lo sfascio del partito (o viceversa).

Non so se ti ricordi il film “Fuga di mezzanotte”. C’era il protagonista che, messo in manicomio in Turchia, si ostinava a girare all’incontrario dalla massa dei pazienti. Io per appoggiare Lettieri ho dovuto fare come quel protagonista. Avendo capito che nel PD e del PD non c’era più traccia e vivibilità. SEL andata. Il sindaco uscente male minore. E no, mi sono detto. Così non c’è coraggio. Il coraggio (vedi protesta, chiamala come vuoi) sta nell’appoggiare la diversità. La minoranza. E paradossalmente Lettieri nella nostra città dato lo scenario è diventato minoranza etica. Tu ora ti chiederai: ma Lanzetta ha cambiato pusher? tranquillo. Il mio pusher è la vita. La conoscenza. La frequentazione. Il vedere oltre. Naturalmente mi sono attirato odi e insulti, rappresaglie e quant’altro. Ma sono d’accordo con te sul fatto che non ha senso fare i Bolivaristi in un momento in cui il Venezuela stesso arranca. Proprio perchè 5 anni fa ho sostenuto De Magistris ora appoggio Lettieri. E a me non lo deve dire Renzi o altri. Anzi, ho “paradossalmente” simpatia per il nostro premier costretto a prendersi insulti da caserma da un sindaco che ha capito che parlare alla pancia della plebe, mai diventata popolo, era un artifizio che aveva del suggestivo. Renzi saprà cosa fare, io non sono un politologo, sono solo uno che ha cercato di fare quello che sapeva fare nel posto più difficile del mondo. Dove se non sei allineato e disposto a dire SI BUANA manca poco se non ti fanno passare per pazzo. IO a 24 anni ho lasciato un posto in banca che nessuno mi aveva regalato. E ora la mia voglia di libertà non la baratto con niente e con nessuno. Mi dispiace che tu sia scortato altrimenti ti avrei detto: andiamoci a prendere un caffè dove vuoi. A Secondigliano, Pianura, Ponticelli, Quarto, San Giovanni, Piscinola. Ma la scorta è ingombrante. E lo dico senza ironia. Per il rispetto che ti porto e per aver capito l’acidità e l’accidia di quanti avrebbero voluto essere al tuo posto. Nonostante la scorta. Con amicizia e rispetto.

Peppe Lanzetta

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