Bracconaggio, sequestrato “bunker caccia” nella “Riserva Naturale Foce Volturno”

Nella mattinata odierna, all’esito di un’indagine coordinata dal team di magistrati della Procura della Repubblica di Napoli Nord che si occupa della tutela degli animali, il Gruppo Antibracconaggio del Corpo forestale dello Stato del Comando Provinciale di Caserta ha dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo, emesso dal GIP presso il Tribunale di Napoli Nord, di un “bunker”-appostamento fisso di caccia, ubicato su un laghetto artificiale all’interno della “Riserva Naturale Foce Volturno – Costa di Licola”.

Le indagini sono state avviate nel febbraio 2016, periodo in cui l’attività venatoria è vietata in quanto gli uccelli, dovendo raggiungere gli areali di nidificazione, migrano percorrendo le rotteche attraversano l’Italia.

ln particolare, la Riserva Naturale “Foce Volturno – Costa di Licola” rappresenta un’area privilegiata per lo spostamento degli uccelli acquatici in quanto sulla stessa insistono specchi d’acqua naturali ed acquitrini, che costituiscono un sicuro punto di riferimento per gli animali selvatici, non solo come rotta da seguire, ma anche come indisturbati punti di sosta per l’approvvigionamento e l’accoppiamento.

Proprio queste aree sono prese di mira dai bracconieri, che per attirare la selvaggina si adoperano fino al punto da creare laghetti artificiali – comunemente chiamati “vasche” – con annesso appostamento fisso di caccia parzialmente interrato, il cosiddetto “bunker”. ln tali nascondigli, perfettamente mimetizzati, si appostano i cacciatori di frodo per poter in tutta comodità abbattere gli uccelli acquatici, attirati nel bacino artificiale dalla presenza di stampi in plastica che ricalcano i propri simili e da richiami acustici, che riproducono fedelmente il canto del malcapitato volatile.

Numerosi sopralluoghi tecnici, espletati anche con l’ausilio del Sistema Informativo della Montagna (SIM) in uso al Corpo forestale, molteplici servizi di osservazione, controlli e pedinamenti, hanno consentito di individuare, all’interno di quella che dovrebbe essere un’oasi protetta, alla località “Soglitelle” dell’agro liternese, un laghetto artificiale con annesso “bunker” ove tre bracconieri venivano poi sorpresi, nel pieno della notte, ad esercitare la caccia di frodo. L’ operazione che nel mese di marzo ha portato all’individuazione dei tre bracconieri e al sequestro di armi e munizioni, è stata particolarmente articolata: alla vista degli agenti, infatti, i tre tentavano di darsi alla fuga, ma dopo un breve inseguimento venivano bloccati.

All’interno di uno zaino, gli operatori di P.G. rinvenivano quattro uccelli acquatici appartenenti alla specie Marzaiola (Anas Querquedula), tre dei quali morti e uno ferito gravemente, che veniva trasportato al Centro di recupero Fauna Selvatica “Il Frullone” di Napoli. Venivano anche rinvenute, e poste in sequestro, decine e decine di stampi in plastica e svariati richiami acustici, prove evidenti di una illecita e sistematica attività venatoria. Il sequestro del “bunker” mira a contrastare una pratica illegale particolarmente diffusa sul territorio della provincia di Caserta e trova fondamento nell’esigenza di sottoporre a vincolo di indisponibilità il manufatto, evitando che possa continuare ad essere utilizzato per la pratica illecita del bracconaggio. Appare opportuno evidenziare che nel caso in questione il sequestro è stato disposto non solo per il reato di costruzione abusiva e per i reati venatori, ma anche in riferimento all’ipotesi di uccisione di animali. Il Giudice, infatti, ha ritenuto che l’uccisione di animali, al di fuori dell’ esercizio legittimo della caccia, è tale da integrare il reato di cui all’ art. 544 bis del codice penale, delitto punibile con la reclusione da 4 mesi a 2 anni.

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Redazione

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