Teverola. Esercizio finanziario, insorge l’opposizione

Giovedi scorso si è riunito il Consiglio comunale per l’approvazione del rendiconto di gestione per l’esercizio finanziario 2015.

Ancora una volta, il sindaco ed i consiglieri di maggioranza sono silenti dinanzi alle contestazioni che il gruppo di minoranza “Progetto Civico”, rappresentato da Biagio Lusini, ormai da mesi sottopone invano alla loro attenzione.

Non sono state ritenute meritevoli di rilevanza questioni quali:

  • 1) Mancata realizzazione dei lavori di rifacimento di Via Roma e Via Garibaldi, con conseguente sperpero dei fondi europei (circa tre milioni e mezzo di euro) all’uopo stanziati, a differenza della moltitudine dei comuni limitrofi ove invece gli stessi lavori sono stati eseguiti;
  • 2) Conflitto di interessi di avvocati che, da un lato, sono stati incaricati dall’ente di rappresentarlo in contenziosi poi ritenuti dagli stessi “improbabili” e, dall’altro, hanno o hanno avuto vertenze proprio contro il comune di Teverola. Proprio a proposito di controversie legali, gli amministratori ed il sindaco non hanno ancora spiegato in che modo intendono pagare tutti gli stipendi arretrati all’architetto De Rosa, reintegrato dal Tribunale di Napoli Nord al suo posto di lavoro dopo aver giudicato la condotta dell’ente “scorretta e in mala fede”, così come recita il provvedimento giudiziario;
  • 3) Criteri in base ai quali è stata realizzata l’area antistante la casa comunale, con la nomina a direttore dei lavori di un geometra particolarmente noto in città, di fatto abusiva in quanto non preceduta dall’approvazione di un progetto (nonostante si trovi in zona A2 e non sia stata apportata alcuna variante al PUC);
  • 4) Pubblica illuminazione e ragioni per cui, in pendenza di un procedimento giudiziario dinanzi al TAR iniziato dal comune per gravi violazioni poste in essere dalla ditta appaltatrice, lo stesso comune ha poi ritenuto “opportuno” revocare un provvedimento precedentemente posto in essere, senza voler attendere la sentenza dei giudici.

A fronte dell’inerzia degli amministratori davanti alle questioni descritte, appare paradossale l’enfasi con cui invece è stata approvata una modifica al vigente Regolamento di Polizia Mortuaria. In particolare, il nuovo art. 102, con riferimento ai monumenti cimiteriali, prevede tra le altre cose che “…la tettoia potrà essere realizzata esclusivamente in cemento armato parallelamente al suolo corrispondente…”. In altre parole, i cittadini che vorranno completare i monumenti cimiteriali sono obbligati ad ulteriori esborsi di denaro, considerato che gli interventi in cemento armato necessitano di procedure che richiedono l’intervento di tecnici e spese collegate. Nel consiglio comunale di giovedì il gruppo di minoranza ha proposto di modificare l’articolo in questione, rendendo facoltativa la scelta del materiale da usare per la tettoria, di modo che i cittadini avrebbero potuto optare anche per soluzioni alternative, quali il vetro. Ebbene, il sindaco è stato categorico nella scelta del cemento armato. Probabilmente, mentre critica la cementificazione degli anni scorsi, a cui ha abbondantemente contribuito, non si accorge di promuoverla nel cimitero, dove il materiale della tettoia dovrebbe essere irrilevante. O meglio, irrilevante per i defunti ma non per gli amministratori che, con questa operazione, sperano di accontentare tecnici e quanti altri negli ultimi tempi fanno la fila ai cancelli del cimitero, non certo per onorare i propri cari.

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Redazione

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