Aversa. Omicidio Dell’Aversana, domani inizia il processo: il PM mira all’ergastolo

Tutti i nostri lettori ricorderanno con dolore la triste vicenda che ad opera di due indagati portò alla morte della Sig.ra Italia Dell’Aversana avvenuta in Aversa via Costantinopoli, altezza angolo via Ovidio, il 6 ottobre 2015. Italia, moglie dell’amico Bruno Lamberti, uomo mite e di immensa cultura, ex assessore comunale e oggi insieme ai figli Guido e Paolo assetati di giustizia umana e divina.

Ricordiamo che i due presunti assassini  alle 7 del mattino del 6 ottobre al fine di strappare la borsa alla Sig.ra Italia, con la loro Peugeout 305 grigia si diressero a tutta velocità contro la vittima provocandogli lesioni che la portarono alla morte nel giro di poche ore.

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I due furono arrestati successivamente il 15 ottobre a seguito di una brillante indagine certosinamente condotta dai Carabinieri di Aversa i quali analizzando telecamera per telecamera rintracciarono la Peugeout 305 che risultava però intestata ad una società farlocca. Tra l’altro è da sottolineare che i due presunti criminali rispondenti ai nomi di Sejedovic Gligo classe  77 dal campo Rom di Scampia e Gallotti Gianfranco classe 72 da Napoli via Colli Aminei,  secondo la ricostruzione degli inquirenti, nonostante il commesso omicidio avevano venduto il telefono cellulare della vittima per qualche decina di euro e – udite udite – alle 7 del mattino del giorno successivo all’omicidio erano nuovamente in giro per Aversa a fare scippi e rapine. Infatti, sempre secondo l’accusa,  scippavano con violenza una cittadina Ucraina abitante in San Marcellino. Dunque il modus operandi ricostruito dagli inquirenti appare abbastanza codardo ed abietto e mirava sempre a ricercare vittime che fossero donne sole e in luoghi abbastanza isolati, vuoi per le circostanze di luogo, vuoi per le circostanze di tempo. Fu proprio quando gli ignari acquirenti dei telefoni della Sig.ra Italia e  di S.O. cittadina Ucraina ripresero a funzionare che ci fu una svolta nelle indagini. Infatti rintracciati coloro che avevano acquistato la refurtiva, questi iniziarono a “cantare” come cardellini esposti al torpore del sole primaverile.

Domani 24 marzo 2016 ci sarà l’Udienza Preliminare presso il Tribunale di Napoli Nord in Aversa – alle ore 12,00 dinanzi al Gip Dr. Daniele Grunieri e al termine della stessa si saprà se per Gallotti Gianfranco e  Sejedovic Gligo  ci sarà un processo oppure se saranno rimessi in libertà con tante scuse. Infatti l’Udienza Preliminare è quella fase preliminare al processo dove il Giudice dispone il rinvio a giudizio (inizio del dibattimento) o l’assoluzione degli imputati perchè le accuse sono fortemente infondate.

In caso di rinvio a giudizio e in caso di conferma dell’accusa di omicidio, il processo sarà però celebrato dinanzi alla Corte di Assise di Napoli essendo il Tribunale di Napoli Nord (pur essendo in terra di camorra) sprovvisto di tale organo Giudicante.

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La Sig.ra Italia pochi secondi prima dell’investimento

Ma come abbiamo scritto prima, il PM, la Dr. Ilaria Corda, nel formulare i capi di accusa ha mirato giustamente a richiedere per i due criminali la sanzione più severa, ossia quella dell’ergastolo. Infatti dalla lettura della richiesta di rinvio a giudizio e dal combinato disposto degli artt. 61, 110, 575, 585 in relazione all’art. 576 n. 1 cp (e alle aggravanti comuni di cui all’art. 61 Codice Panale n 2  e n 5 ) il Pm sottolinea che l’omicidio è conseguente lo scippo/rapina operato con violenza contro una donna sola nelle prime ore del mattino in cui difficilmente la stessa avrebbe potuto chiedere aiuto in ragione della scarsa presenza di persone in via Costantinopoli alle sette del mattino. E del fatto che gli stessi al fine di eseguire detto reato, dirigevano contro la Sig.ra Italia Dell’Aversana l’autovettura in forte accelerazione investendola e causandole lesioni che la portavano alla morte in poche ore. La famiglia Lamberti, rappresentata e difesa dall’Avv. Paolo Trofino,  si costituirà parte civile. Ma conoscendo bene l’amico Bruno, lo stesso non intenderà ottenere alcun risarcimento economico ma solo una giustizia “giusta” e celere. Ovvero devolvere in beneficenza qualsiasi risarcimento eventualmente ottenuto.

di Stefano Montone

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