Droga, usura ed abuso d’ufficio, Gigi D’Alessio si sfoga: “Adesso basta!”

Non si è fatta attendere la risposta di Gigi D’Alessio che ha visto il suo nome finire in operazione della DDA svoltasi stamani portando all’arresto anche tre poliziotti accusati di peculato per aver utilizzato l’auto di servizio per attività non istituzionali avendolo “scortato” per consentirgli di giungere in tempo ad una manifestazione artistica (leggi qui).

Capisco che la notorietà è una condizione difficile ma comincio a credere che nel mio caso si tratti di un genere letterario. Non c’è giorno che non debba leggere cose mi riguardano e che mi lasciano basito. Quella di oggi è solo l’ultima. Vedere il mio nome associato ad una operazione antimafia mi produce sbalordimento e irritazione assoluta. Nel mio caso non viene mai rispettato non dico la privacy, di cui pare non abbia diritto, ma neanche un criterio di opportunità che cade davanti all’esigenza di fare un titolo di giornale.
Vengo prelevato dalla polizia o dai carabinieri e talvolta dai vigili urbani ogni qual volta faccio un concerto o partecipo ad un evento per ragioni di ordine pubblico. Non sono io che scelgo chi mi viene a fare la staffetta o quale corpo si occupa dei miei spostamenti, mi attengo a disposizioni che mi vengono date.
Poi se un mio fan come del resto succede per altre migliaia decide di prendere un aereo per seguire un mio concerto a New York, cosa certamente non inusuale, e che questo sia un poliziotto o un ingegnere non è certamente una variabile di cui mi occupo anche se questo pare sia sufficiente per vedere il mio nome infilato in una storia di cui ovviante non so nulla“.

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Redazione

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