La Storia di Aversa. Quando il terrorista saltò in aria sul tetto dell’OPG

Pochi giorni fa discutevo con un vecchio in merito ad un flashback improvviso che mi riportava nella primissima infanzia. Ricordo che mio padre, che usciva prestissimo al mattino per andare a lavorare, quella mattina, rientrò in casa svegliando mia mamma dicendo che la zona era piena di Polizia e che stavano arrestando alcuni giovani aversani con l’accusa di essere brigatisti.

In effetti in quegli anni alcuni esponenti estremisti ebbero delle coperture anche ad Aversa e in particolare furono fermati alcuni giovani aversani con l’accusa di essere fiancheggiatori. Allo stato non so dire se e come finì quella storia ma ricordo che da bambino salutavo con affetto una ragazza universitaria che abitava vicino casa mia – una ragazza di buona famiglia – che a seguito dei fatti si allontanò da Aversa. Ma ripeto, questo è un mio ricordo remoto che può avere sbavature, errori ed omissioni ma che è servito a riportare alla mente la storia aversana del terrorista Giovanni Taras che esplose sul terro del Manicomio Giudiziario.

Giovanni Taras è un operaio, nato a Torino ma residente a Milano, che nel 1975 ha appena 22 anni.  Giovanni era detenuto nel manicomio giudiziario di Aversa, arrestato alla fine dell’anno precedente con l’accusa di trasporto e detenzione di esplosivo e partecipazione ad associazione sovversiva, poiché fa parte dei Nap, Nuclei Armati Proletari.

Giovanni Taras, militante dei NAP di Napoli, inerpicatosi sul tetto del manicomio giudiziario di Aversa al fine di diffondere un messaggio di solidarietà con gli internati e contro la gestione di questo istituto che, all’epoca, da più parti, veniva definito un “lager”, muore a causa dell’esplosione anticipata della carica di esplosivo collegata al registratore (30-5-75). L’azione viene rivendicata dal “Nucleo ‘Sergio Romeo’”.

Nel corso delle indagini vennero inquisite per appartenenza ai Nap 65 persone, processate a Napoli e condannate in 22 dalla corte di assise di Napoli. Nacquero nella primavera del 1974 e furono attivi fino al dicembre 1977, principalmente nell’Italia meridionale. Furono soprattutto sensibili alle problematiche carcerarie e dei disoccupati, erano costituiti nel Nucleo Armato “29 ottobre” (Napoli); Nucleo Armato “Annamaria Mantini” (Napoli); Nucleo Armato “Sergio Romeo” (Firenze); Gruppo Meridionale NAP (Bari).

I covi dei Nap sono stati i seguenti: Napoli

– Via Consalvo, 109 – primo piano, scoperto l’11 marzo 1975 Napoli

– zona Capodimonte, scoperto il 4 giugno 1975 Napoli

 – Via Riviera di Chiaia, scoperto nel 1975 Roma

 – zona Tor di Quinto, scoperto ad inizio luglio 1975 Ostia

– Via delle Repubbliche Marinare, scoperto nel settembre 1976 Roma

– Via Aurelia, scoperto il 5 settembre 1976 Ostia

 – Via delle Gondole – scoperto nel 1977 Roma

 – zona Gianicolense, scoperto il 24 marzo 1977 Roma

– zona Torpignattara, scoperto il 28 aprile 1977 Nettuno

– scoperto il 17 maggio 1977 Roma

– Via dei Savorelli, scoperto il 13 dicembre 1977 Ostia

– zona Lido, scoperto il 27 dicembre 1977 Ostia – scoperto nel 1978

L’elenco nominativo (parziale) dei componenti dei NAP è il seguente:

Nicola Abatangelo Pasquale Abatangelo Alberto Buonoconto, suicida il 20 dicembre 1980 a Napoli a casa dei genitori

 Claudio Carbone, suicida il 30 luglio 1993 a Lauro nel carcere mandamentale Fiorentino

Conti Antonio

De Laurentis Pasquale

De Laurentis Edmondo

 De Quartez Domenico

Delli Veneri Domenico

Di Napoli Enrico

Galloni Roberto

 Galloni Giovanni

Gentile Schiavone

Antonio Lo Muscio (nome di battaglia Silvio), ucciso il 1º luglio 1977 a Roma dai carabinieri

Anna Maria Mantini (nome di battaglia Luisa), uccisa l’8 luglio 1975 a Firenze dalla polizia Luca Mantini, ucciso il 29 ottobre 1974 a Firenze dai carabinieri

 Massimo Maraschi

 Roberto Marrone

Aldo Mauro

 Sante Notarnicola

 Giorgio Panizzari

Maria Rosa Paoli

 Alfredo Papale

Nicola Pellecchia

Vitaliano Principe, detto Vito, morto l’11 marzo 1975 a Napoli mentre confezionava un ordigno esplosivo

 Ezio Rossi Giuseppe Romeo (nome di battaglia Sergio), ucciso il 29 ottobre 1974 a Firenze dai carabinieri

Dante Saccani

Franca Maria

Salerno Maria Rosaria

Sansica Claudio

 Savoca Saverio Senese (avvocato, faceva parte di Soccorso rosso – prosciolto)

Giuseppe Sofia Pietro Sofia

Giovanni Taras, detto Gianpiero, morto il 30 maggio 1975 ad Aversa mentre posizionava un ordigno esplosivo

 Maria Pia Vianale Martino Zicchitella, ucciso il 14 dicembre 1976 a Roma dalla polizia

 

I Nap erano un’organizzazione clandestina  nata dalle ceneri del movimento di detenuti comuni che hanno maturato in carcere una coscienza politica, “ Dannati della terra”, che sin dai primi anni Settanta  è fortemente appoggiato da Lotta Continua. Il nucleo originario dei Nap nasce a Napoli, dagli extralegali più “duri”, sia dentro che fuori dalle carceri, con lo scopo di “o ribellarci o morire nelle carceri e nei ghetti”.

(Fonte: Miccia Corta)

le condanne:

Il maxiprocesso finale

La Corte di Assise di Napoli emise, all’alba del 16 febbraio 1977, la sentenza  a carico dei NAP. La Corte inflisse 289 anni e 11 mesi di carcere a 22 nappisti. Ecco le pene globali (cumulando reclusione e arresto):

di Stefano Montone

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