Comunali, Lettieri: “Se non riparte Napoli, non riparte il Sud”

Sono il candidato di un progetto civico. Il mio riferimento? I problemi della città”. Così Gianni Lettieri, imprenditore e presidente di Fare città in un’intervista rilasciata a Il Mattino. “Da anni – afferma – incontro associazioni di categoria, operatori sociali, commercianti, imprenditori, studenti, casalinghe. Ogni quartiere ha la propria identità, con problemi e opportunità. Io ascolto tutti ed elaboro le soluzioni. Per questo non c’è un territorio in cui mi sento più forte”.

Non ha mai abbandonato la città, è in campo da più di quattro anni e mentre il comitato di piazza Borsa è in piena attività, Lettieri continua a giocare la sua personale partita su due fronti: i cittadini da una parte, la politica dall’altra. Un doppio binario sull’asse Napoli-Roma che neanche a Natale conosce tregua. “Non farò l’errore di chi si è sempre dedicato male ai tre chilometri quadrati del centro – sottolinea – dimenticando le periferie. Con me ogni territorio avrà la propria dignità, la propria vivibilità, i propri servizi e le proprie attrazioni culturali e turistiche”.

I dati del Sole 24 Ore sulla qualità della vita fotografano ancora una città sofferente: “Leggo i commenti di De Magistris alle ricerche che vedono Napoli in coda ad ogni parametro di vivibilità e mi viene in mente il capitano Smith del Titanic che continuava a far suonare l’orchestra mentre il transatlantico finiva contro l’iceberg”. Come salvare Napoli? “Penso a due bisettrici che si incrociano – continua – una va dal lavoro allo sviluppo, l’altra dalla formazione alla qualità della vita. Per la prima, bisogna sbloccare subito 4 miliardi di investimenti, che sono disponibili, per ridare fiato alle attività commerciali e alle imprese e per stimolarne la creazione di nuove, così da creare nuova occupazione. Poi bisogna mettere mano subito al grande progetto Bagnoli, che comporta un investimento di circa un miliardo con un utile per il Comune, che deve essere il soggetto attuatore, di circa 800 milioni”. Infine il tema delle periferie: “Serve un piano di spesa straordinario da 2 miliardi e mezzo, i fondi europei ci sono ma questa amministrazione li ha rimandati indietro. D’altra parte – ha poi concluso l’ex leader degli industriali – se non riparte Napoli, non riparte neanche il Sud”.

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Redazione

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