Giù l’Ires, una manovra che guarda alle imprese

Buone notizie per le imprese dalla legge di bilancio 2017. Dal prossimo gennaio, infatti, l’Ires, la tassa sul reddito delle società, subirà una flessione dal 27,5 al 24 per cento.

Ires giù, imprese più competitive

L’Ires, come ben spiega anche l’articolo del portale guidafisco.it, è “l’imposta sul reddito della società che le persone giuridiche, devono pagare, dal 1° gennaio 2004 al posto della IRPEG, all’Agenzia delle Entrate tramite modello F24  in acconto e saldo sulla base della dichiarazione dei redditi effettuate con il modello Unico”. Con la legge di stabilità 2017 la quota Ires passa dal 27,5 per cento al 24 per cento. Un contributo per accrescere la competitività delle piccole e medie imprese italiane. Un beneficio soprattutto per quelle artigiane.

Un mossa per favorire gli investimenti esteri

La diminuzione dell’Ires, che non rappresenta certo l’unico contributo fiscale a carico delle imprese, è indirizzata soprattutto a favorire lo sviluppo degli investimenti stranieri nel nostro paese. Gli investitori internazionali, infatti, considerano questa imposta un parametro di rilievo per misurare la competitività del nostro tessuto produttivo. A dimostrarlo è anche un recente studio elaborato dalla scuola di studi tributari di Bologna per il Sole 24 Ore, dal quale emerge che il nostro Paese vanta “la seconda aliquota legale d’Europa sulle imprese (31,4 per cento) dopo la Francia (33,3 per cento)”. Questo parametro è molto più basso in Germania (al 29,7 per cento), in Spagna (al 25 per cento) e in Gran Bretagna (dove si attesta al 20 per cento e dove il Governo sta studiando misure per abbassarlo ancora di più).

Una Manovra finanziaria che guarda alle imprese

Oltre al taglio dell’Ires, la Manovra conferma fino al giugno del 2018 il superammortamento al 140 per cento su tutti gli investimenti che vengono effettuati in macchinari. Confermato anche quello relativo agli investimenti in tecnologie particolarmente innovative. Nella nuova legge di stabilità, come ben riporta un approfondimento pubblicato dal quotidiano torinese La Stampa, trovano, inoltre, conferma: la «legge Sabatini» “per facilitare il finanziamento delle imprese e fino al 2020 il credito d’imposta per le attività di ricerca e sviluppo”. inoltre, è stato accresciuto il Fondo nazionale di garanzia, mentre le detrazioni fiscali previste per chi investe fino a un milione di euro in piccole e medie imprese innovative passa dal 19 per cento al 30 per cento.

Priorità alla finanza per la crescita

La Manovra allo studio del Governo Renzi si sofferma a lungo sulle opportunità che può offrire la «finanza per la crescita». Si tratta di una strada con un obiettivo ben preciso: uscire dalla dipendenza strettissima che lega imprese e banche e che ha dimostrato tutti i suoi limiti nel corso della crisi economica che si sta avviando solo da poco alla conclusione. Secondo quando previsto dal Ministro dello Sviluppo Calenda, queste misure saranno finanziate con 1,4 miliardi il primo anno, 2,4 miliardi di euro nel 2018 e 3,6 nel 2019. A questi finanziamenti vanno a sommarsi i 3,95 miliardi di riduzione Ires.

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Redazione

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