Caserta. Lavoratori del Bacino di Crisi: “Non ci sentiamo tutelati”

Il lavoro dovrebbe essere una grande gioia ed è ancora per molti tormento, 99tormento di non averlo, tormento di fare un lavoro che non serva, non giovi a un nobile scopo. Quindi per rendere un uomo felice, riempi le sue mani di lavoro, il suo cuore di affetto, la sua mente con uno scopo, la sua memoria con conoscenze utili, il suo futuro di speranza, e il suo stomaco di cibo, solo così potrai vivere con la determinazione che i valori umani possano ancora servire nella società” Oggi ribadiscono Clemente Cibelli (Fiom) e Roberto Catalano questa frase non ha più senso. Ieri il ha urlato ad alta voce il malcontento ad una classe sindacale che ha firmato l’accordo presso l’Assessorato al Lavoro della Regione Campania, l’accordo non è stato ritenuto soddisfacente ed utile dalla maggior parte dei lavoratori, soprattutto da quelli che sono stati esclusi senza usufruire di quello che l’Assessore Sonia Palmeri ha battezzato “Ossigeno” per centinaia di lavoratori.

Pensiamo che sia finito il tempo di parlare senza validità, ma soprattutto di parlare a vuoto sulla nostra pelle, ora è il momento di agire dando risposte serie e concrete per la classe operaia. Il lavoro deve essere tutelato, è inaccettabile che il sindacato casertano, che rifiutando l’assistenzialismo a se stesso, ha sempre cercato di collegare il sostegno al reddito con prospettive di rioccupazione dei lavoratori espulsi, ha trovato vari ostacoli di ogni tipo che hanno annullato importanti accordi come: “L’accordo per la reindustrializzazione del sito casertano” e poi il (PAC) “Piano di Azione e Coesione” . Noi lavoratori cerchiamo risposte chiare, concrete, ma soprattutto immediate: questa è la richiesta che tutti noi avanziamo, affermano i lavoratori dell’ex Bacino di Crisi di Caserta durante l’incontro di ieri pomeriggio.

Noi lavoratori del Bacino di Crisi – Caserta ci rivolgiamo ai vertici delle tre sigle sindacali e a quanti come loro difendono i diritti del lavoro sotto le più diverse bandiere chiedendo la verità su tre quesiti che oggi rispecchiano il dramma di noi tutti:

1) Perché Caserta non è presente nelle aree complesse di crisi.
2) Perché i lavoratori vengono discriminati dalla mobilità per deroga?
3) Quando ci sarà la data di partenza dei corsi di formazione retribuiti per gli operai? I lavoratori per chiudere il discorso chiedono ad alta voce ai vertici sindacali quali sono le linee guida da tracciare per il 2017.

La vera tragedia ribadiscono i lavoratori sarebbe quella di morire sindacalmente senza aver fatto nulla, senza scendere mia in piazza per difendere i propri sacrosanti diritti. Amaramente le istituzioni sindacali ieri hanno perso la più totale, forma di dignità che possa esistere il rispetto umano, una forma che tutela da sempre chi difende i lavoratori. I migliori leader non sono coloro che impongono se stessi a dispetto degli altri e contro gli altri, ma coloro che sanno creare sistema, squadra, organizzazione, cioè concerti di relazioni ordinate. E ciò vale per qualunque forma di leadership, nella politica, ma soprattutto nel sindacato. Ma per esserlo si deve uscire da questo sistema marcio, solo così la classe operaia potrà rifarsi delle menti che con il cuore aperto, sposino la causa del lavoro, condannando rigidi sistemi, vecchi o nuovi che siano. Come si può privare questi lavoratori di un valore unico ed indispensabile “la sopravvivenza”. Chi sono i responsabili di questo disastro?. Con ieri inizierà, probabilmente il teatrino, ora tutti si dichiareranno paladini della giustizia, ahinoi, assisteremo ad “uno scarica barile”che consiste nello accollare le proprie responsabilità sulle spalle di altri, che a sua volta se ne laveranno completamente le mani.

Ora ci domandiamo cosa è cambiato nel corso di questi giorni, noi lavoratori non abbiamo più sostegno economico, paghiamo errori per sentirci dire che nessuno è responsabile, e che la politica di centrosinistra, di centrodestra, ed il sindacato sta lavorando per la soluzione. Adesso basta signori della politica, bisogna muoversi chi ci darà il sostegno economico per le nostre famiglie, quando si intraprenderà una class-action che affronterà il problema lavoro che riguarda “Caserta”. Ora se avete ancora dei valori umani cercate di rendere i lavoratori i protagonisti del futuro della nostra regione. Anche se il Bacino di Crisi è stato completamente annullato, si può anzi si deve organizzarne subito uno completamente nuovo, dove appunto ci sia la possibilità del lavoro con il sostegno economico. Bisogna correre per arrivare subito verso il finale di questa problematica riuscendo a fare una stima, analizzando il malcontento dei lavoratori, ma senza giocare sulla pelle delle nostre famiglie, perché appunto noi lavoratori siamo spettatori di un assetto di cose molto poco commendevoli, in parole povere cari signori siamo stufi di vivere. A questo punto, ci sentiamo il dovere di analizzare le riflessioni sul potere decisionale che ogni politico esercita appena eletto. Bisogna agire, non essere corruttori negativi di un sistema che sta finendo nel baratro. Essere politico, caro Senatore Mirabelli, ha un significato – vada a leggersi Gramsci, così capirà il motivo. Come pure essere sindacalista oggi equivale a porsi consapevolmente dinnanzi ad una scelta andando oltre il proprio interesse e abbracciando l’idea del bene comune. I nostri rappresentanti politici del PD non sono chiamati a ricoprire ruoli ancillari. Bisogna lavorare per la prima linea, questo concetto deve essere chiaro fino alla fine dei giorni. E’ pur vero che è sempre più radicata l’idea che la politica sia diventata uno strumento di lotta per un viscido, clientelare potere asservito a interessi individuali e settoriali, di posizionamento e di occupazione di spazi piuttosto che di sviluppo e gestione di processi. In questo modo non c’è tutela per il popolo, per i lavoratori, chi deve pagare paghi. Ora caro Senatore Mirabelli commissario provinciale del PD, si unisca con l’ Onorevole Camilla Sgambato, per dare un segnale, non c’è più tempo bisogna insistere con Roma per portare la Campania ai vertice dell’attenzione della politica nazionale, convochi l’Assessore Sonia Palmeri, si deve insistere se si vuole con decisione fare un percorso di riforme per “Terra di Lavoro” tutto questo è indispensabile per stabilizzare e rafforzare le condizioni per la ripresa. Adesso basta, vogliamo risposte, non vogliamo essere il calderone politico di nessuno.

La parola “fine”non la utilizzeremo nemmeno oggi, perché sappiamo che purtroppo questa storia non è ancora finita qui. Oggi partiamo sconfitti perché il lavoro è morto. Oggi i politici sono rinchiusi nelle proprie roccaforti e sono totalmente indifferenti al degrado della collettività operaia. Assistiamo da sempre alla solita politica delle promesse, oggi tutti noi siamo i partecipanti di una spietata gara, ci divertiamo a buttare giù dalla Torre il primo che passa, in questo caso purtroppo sono sempre i lavoratori ad avere la peggiore situazione Non è possibile che padri di famiglia sono da due anni senza sostegno, riapriamo il tavolo tecnico per discutere di nuovo del lavoro, la Regione sta distruggendo l’intera economia. Fate qualcosa, ma soprattutto impedite che lavoratori urlino con disperazione alla politica:”Voi siete il male nostro, ci avete tolto tutto, adesso non possiamo morire più da veri uomini”.

I lavoratori Bacino di Crisi – Caserta

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