Aversa. Alessia sposa trans, Alleanza Cattolica contro il vicesindaco Turco

Il 27 aprile 2017 un pubblico amministratore del Comune di Aversa ha voluto “celebrare”, addirittura nella sala consiliare del Municipio, il primo “matrimonio” – si badi bene: non si tratta di un’unione civile – in Italia tra un uomo e un altro uomo ma vestito da donna, il quale ha ottenuto la “riattribuzione del sesso” senza essersi dovuto sottoporre all’intervento demolitivo dell’apparato genitale maschile (leggi qui).

L’aspetto più grave di questa vicenda è che un pubblico amministratore che si dichiara cattolico abbia così sbrigativamente rinunciato ad ogni coerenza fra fede e impegno politico, tradendo i principi anche grazie ai quali è stato eletto. In particolare, su Il Mattino del 26 aprile è stata rilasciata la seguente intervista: «Siamo orgogliosi di essere il primo Comune in Italia ad ospitare il matrimonio tra un trans e il compagno. Questo evento è la dimostrazione dell’apertura e della sensibilità della città di Aversa e dell’amministrazione verso temi così importanti». Subito dopo aver celebrato il “matrimonio” davanti alle telecamere di una nota trasmissione televisiva è stato affermato che altro non si trattava che del «trionfo dell’amore»; e a completamento di questa folgorante conversione al politicamente corretto, il giorno successivo, si è tacciato taluni dissenzienti di «omofobia e razzismo».

L’amministratore ha giustificato il suo operato asserendo di aver dovuto adempiere al proprio dovere di pubblico ufficiale, facendo finta di ignorare che avrebbe potuto e dovuto praticare l’obiezione di coscienza (cosa che hanno fatto altri pubblici amministratori, anche giungendo alle dimissioni).

Siamo grati a S.E. Mons. Angelo Spinillo che, invece, con chiarezza e coraggio, ha denunciato la «confusione di ruoli» a cui si è dovuto assistere ed ha ribadito come per essere genitori – e quindi coniugi – occorra essere «un uomo e una donna veri» senza tentativi di modifiche «contro natura». Soprattutto a tutela dei bambini che devono essere difesi e crescere «in una famiglia composta naturalmente da un padre e da una madre».

Se non fossero sufficienti le sagge parole del vescovo di Aversa, l’Amministrazione comunale avrebbe fatto bene a riflettere su quelle di papa Francesco, che ha, chiaramente e ripetutamente, condannato il gender quale ideologia che mira a cancellare la differenza sessuale tra l’uomo e la donna, stigmatizzandola con espressioni molto forti come: «grande nemico del matrimonio», «espressione di frustrazione e rassegnazione», «sbaglio della mente umana», «colonizzazione ideologica», infine accusando il gender di aver scatenato «una guerra mondiale per distruggere il matrimonio».

Riteniamo, pertanto, doveroso, quali associazioni del laicato cattolico impegnate nella diffusione della dottrina sociale della Chiesa, richiamare i politici, soprattutto se cattolici, al rispetto dei principi di verità e giustizia, da sempre scritti nel cuore e nel corpo di ogni uomo.

Auspichiamo, pertanto, che gli amministratori pubblici, specie se cattolici, dinanzi a scelte che pongano in radicale discussione quei principi di verità e giustizia, senza i quali ogni società va in rovina, pratichino una coerente, doverosa e profetica obiezione di coscienza.

ALLEANZA CATTOLICA

GIURISTI PER LA VITA

COMUNITÀ OASI MARIANA BETANIA

ASS. FAMIGLIE NUMEROSE – CAMPANIA

COMITATO DIFENDIAMO I NOSTRI FIGLI – NAPOLI

COMITATO DIFENDIAMO I NOSTRI FIGLI – CASERTA

COMITATO DIFENDIAMO I NOSTRI FIGLI – AVELLINO

COMITATO DIFENDIAMO I NOSTRI FIGLI – SALERNO

AGI – ASSOCIAZIONE GENITORI IRPINI

MOVIMENTO CIVICO “UNITI PER VITULAZIO”

COLLEGAMENTO CAMPANO CONTRO LE CAMORRE – SEZ. VITULAZIO

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Redazione

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