Mercati finanziari, cosa aspettarsi dall’effetto Draghi? Una previsione

Il governo Draghi è ormai una realtà sempre più probabile, soprattutto dopo il largo appoggio annunciato anche da Lega e M5S, con una maggioranza di partiti pronti a sostenere una coalizione a guida dell’ex presidente della Banca centrale europea. Intanto, Piazza Affari continua il suo momento positivo, infatti dal giorno dell’annuncio dell’incarico da parte del Presidente della Repubblica Mattarella Borsa Italiana è cresciuta di quasi mille punti.

I mercati finanziari vedono positivamente il traghettamento di Mario Draghi durante questa fase di crisi pandemica, soprattutto considerando che dal primo dicembre 2020 l’Italia è ufficialmente alla presidenza del G20. Lo stesso vale per la gestione del Recovery Fund, con i Paesi del Nord Europa con la Germania in testa che si sentono più a loro agio con un governo di Super Mario, specialmente come garanzia sulle riforme.

Naturalmente per un investitore è importante capire quali potrebbero gli scenari con Draghi premier, una situazione che potrebbe favorire alcune aziende e penalizzarne altre, obbligando ad aggiornare le proprie strategie di trading sul breve e medio periodo. L’effetto Draghi potrebbe far scendere ancora lo spread, rendendo sempre meno conveniente investire in titoli di Stato, offrendo al contrario nuove opportunità per gli investimenti nel mercato azionario.

I titoli da monitorare in vista di un governo Draghi

Se verrà confermato premier l’ex governatore della BCE il focus su alcuni titoli sarà inevitabilmente elevato. Per prepararsi ad un periodo di crescente volatilità è importante fare sempre pratica con un conto simulato, testando varie tecniche di trading utilizzando servizi dedicati come etoro demo, la piattaforma dimostrativa proposta dal famoso broker israeliano, con la quale sperimentare strategie senza rischi prima di fare trading in modo reale con dei soldi veri.

Secondo gli esperti, tra le aziende che potrebbero giovare maggiormente dalla guida del Paese affidata a Mario Draghi ci sarebbero le banche, in quanto il premier rimane un ex banchiere e un convinto sostenitore dei grandi istituti. Su tutti potrebbero sfruttare questa occasione per crescere in Borsa gruppi come Mediolanum, Intesa Sanpaolo, Mediobanca e UniCredit, ma anche Poste Italiane che potrebbe confermare il buon momento, con un aumento della quotazione superiore all’8% nell’ultimo mese.

Un risultato analogo è atteso per il neonato gruppo automotive Stellantis, sorto con la fusione tra FCA e PSA per formare la quarta azienda automobilistica mondiale. Dopo l’annuncio dell’incarico di Mario Draghi il titolo è già salito di quasi il 7% in pochi giorni, con Goldman Sachs che potrebbe rivedere al rialzo il suo target price di 18 euro, posizionandosi in modo ancor più ottimistico sulla multinazionale franco-italoamericana.

Un altro aspetto importante riguarda il possibile impegno di Draghi nella risoluzione di questioni spinose, tra cui la crisi del gruppo bancario MPS e il problema della cessione di Autostrade per l’Italia, soprattutto dopo che i Benetton hanno contestato la quotazione nell’affare che vede il passaggio da Atlantia a Cassa Depositi e Prestiti.

Nonostante tutto ciò i riflettori degli investitori rimangono puntati su Tim e Atlantia, oltre ai titoli delle aziende che più dipendono dalle commissioni pubbliche e potrebbero beneficiare del Recovery Fund come Leonardo.

Cosa aspettarsi realmente da Mario Draghi premier

Ovviamente l’influenza di Draghi sui mercati sarà positiva, in quanto uomo simbolo dell’establishment finanziario e aperto sostenitore del neoliberismo.

Ad ogni modo, c’è anche chi vede ridotto lo spazio di manovra dell’ex presidente dell’istituto bancario europeo, in quanto fortemente dipendente dall’appoggio dei partiti per le riforme. Alcuni analisti prevedono una figura di Draghi più come garanzia sui soldi in arrivo con il Recovery Fund, con un margine di movimento limitato sul piano interno.

Tuttavia è indispensabile allargare l’analisi inserendo anche gli Stati Uniti, poiché il piano di stimoli da 1.900 miliardi di dollari voluto dal presidente Biden è in fase di approvazione, con effetti che potrebbero causare un ulteriore deprezzamento del dollaro e un progressivo aumento dell’euro nei confronti del biglietto verde.

Si tratterebbe di un duro colpo per l’export, in grado di mettere a rischio la crescita italiana prevista al 3% per il 2021 dall’FMI, del resto già ribassata rispetto alla precedente stima sul PIL di 5,2%.

Intanto IATA, l’Associazione internazionale delle compagnie del trasporto aereo, prevede un recupero del traffico aereo nel 2021, con prospettive di crescita per il settore del 13%. Anche in questo caso gli aiuti pubblici saranno indispensabili, quindi sarà fondamentale capire come si muoverà un governo a guida Draghi anche su questo fronte.

Le possibilità al momento sono numerose, tuttavia è essenziale mantenere un approccio prudente e proteggere il capitale dalla volatilità di breve termine, per migliorare la sostenibilità nel lungo periodo e cercare di approfittare delle opportunità legate agli effetti del nuovo possibile scenario per la politica italiana.

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