E’ morto Diego Armando Maradona

Una notizia che segna un cardine nella storia: è morto Diego Armando Maradona.

Il mondo intero piange la morte del El Pibe de Oro. Il campione del mondo con la nazionale argentina si è spento quest’oggi (nella mattinata argentina intorno alle 13, le 17 in Italia) per un arresto cardiorespiratorio nella sua casa di Tigre, vicino Buenos Aires, dove stava trascorrendo la sua convalescenza dopo aver subito, qualche settimana fa, un intervento chirurgico alla testa. Il 30 ottobre aveva compiuto 60 anni.

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Inutili i tentativi di rianimazione effettuati dal personale medico: sul posto, come riferiscono i media argentini, sarebbero giunte tre ambulanze.

Maradona si stava riprendendo dal suo ultimo ricovero avvenuto due settimane fa e si trovava in una casa di Tigre. Alle 12.50 ora argentina l’intervento dei medici e poi l’arrivo delle quattro ambulanze giunte sul posto: inutili i tentativi di rianimazione effettuati dal personale medico. Diego è morto alle 13:02 ora locale.

Sul posto la Polizia. Sempre secondo i media argentini, il corpo di Maradona è ancora all’interno della casa: si attende anche l’arrivo di un medico legale per gli accertamenti del caso.

In Argentina, saranno tre giorni di lutto nazionale.

Sarà un segno del destino, sarà pura coincidenza Maradona muore il 25 novembre nell’anniversario della morte di Fidel Castro (25 novembre 2016), suo grande amico.

“È stato come un secondo padre. Mi ha aperto le porte di Cuba quando in Argentina molte cliniche non mi volevano. Ho avuto con lui un rapporto unico. Gli devo molto. Gli ho parlato della mia malattia, mi ha consigliato moltissimo”. Così Maradona ricordava Castro, quando morì il Lider Maximo -. Per me Fidel è stato, è e sarà eterno, unico, il più grande. Mi piange il cuore perché il mondo perde il più saggio di tutti”.

Cone nel resto del mondo, ma naturalmente ancora di più, è choc a Napoli: la notizia, alla quale molti stentano a credere, è rimbalzata sui telefonini. In pieno centro, in piazza Municipio una sola voce: “Era il più grande di tutti”.

Fuochi d’artificio e fumogeni nel quartiere Bronx di San Giovanni a Teduccio

Anche a Fuorigrotta, là dove si trova il San Paolo, suo tempio calcistico, ci sta chi si commuove. Subito i ricordi per le sue straordinarie giocate. E una donna, “questo 2020 è veramente l’anno peggiore”. Iluminato il San Paolo per tutta la notte.

“È morto Diego Armando Maradona, il più immenso calciatore di tutti i tempi. Diego ha fatto sognare il nostro popolo, ha riscattato Napoli con la sua genialità. Nel 2017 era divenuto nostro cittadino onorario. Diego, napoletano e argentino, ci hai donato gioia e felicità! Napoli ti ama!”. Così in un tweet il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris.

A Napoli sarà lutto cittadino, pronta l’intitolazione del San Paolo: stadio Diego Armando Maradona.

“Potrebbe essere un’idea chiamare lo stadio di Napoli San Paolo-Maradona”. Lo ha detto il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis a Radio Montecarlo dopo la morte di Diego Armando Maradona.

Il patron azzurro ha detto che per ricordarlo vorrebbe “trasmettere domani le immagini di Maradona per tutta la partita”.

“Siamo tutti senza parole. È come se ci avesse lasciato un amico, un parente. Siamo addolorati. Non sei stato solo il più grande calciatore di tutti i tempi. Per noi sei stato di più. Hai dato speranza e gioia, identità e passione. Con te abbiamo conosciuto il riscatto. Sì, quel pallone che mettevi in rete era il sogno di una città che si avverava. Un intero popolo si è riconosciuto in te. Caro Diego, il nostro amore per te si tramanderà di generazione in generazione. Ti abbiamo amato e l’amore non muore mai”. Lo afferma in una nota il senatore Sandro Ruotolo del Gruppo Misto.

“Intitolare lo stadio di Napoli al grande Armando Maradona. E’ il minimo, davvero un atto dovuto – aggiunge – nei confronti di chi ha realizzato il nostro sogno più grande, di chi ha portato la nostra maglia, la nostra città, al trionfo assoluto”. E’ l’auspicio di Armando Cesaro (Fi).

“Con la morte di Maradona, Napoli perde un pezzo della sua anima e della sua storia ma non l’orgoglio e l’emozione del grande sogno di vittoria e di riscatto che ha saputo regalare alla nostra amata città”.  E’ quanto afferma la dirigente nazionale di FdI, Gabriella Peluso, vice responsabile delle politiche per il Sud, che aggiunge: “Il suo talento e il suo genio simboleggiano Napoli e tutto il Sud e le sue immense potenzialità che attraverso il campo di gioco trasmetteva al  mondo intero dimostrando le grandezze della nostra terra. È  stato il più grande giocatore di calcio al mondo e noi napoletani non lo dimenticheremo mai”.

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Redazione

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