SMCV. Polizia Penitenziaria, USPP: “Tardiva difesa e solidarietà Bonafede per agenti”

“Abbiamo già stigmatizzato i silenzi imbarazzanti del Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede in difesa degli Agenti di Polizia Penitenziaria colpiti dalle continue aggressioni, attaccati da organismi non istituzionali e associazioni garantiste, accusati di tortura per operazioni di ripristino della legalità e della sicurezza in occasione delle violente proteste e sommosse del marzo scorso ma che oggi con ritardo colpevole dichiari piena fiducia negli agenti senza condannare le modalità con cui platealmente a 57 poliziotti penitenziari in servizio a Santa Maria Capua Vetere furono notificati davanti al carcere gli avvisi di garanzia per le denunce avanzate da facinorosi in alcuni casi ancora neanche trasferiti dalla struttura casertana, è la dimostrazione che ci sia bisogno di un cambio al vertice del dicastero della giustizia”. Questo l’amaro commento del Presidente dell’Unione Sindacati di Polizia Penitenziaria (USPP) Giuseppe Moretti alla pubblicazione dell’agenzia Ansa con la quale da notizia della risposta ricevuta alla propria lettera indirizzata allo stesso Ministro dopo i fatti di cui si resero protagonisti l’Arma dei Carabinieri e la Procura di Santa Maria Capua Vetere.

“Non pretendevamo – prosegue Moretti – una difesa d’ufficio rispetto ad indagini che non possono che seguire l’iter procedurale previsto dal relativo codice di procedura penale, ma almeno che Bonafede utilizzasse parole di reprimenda per un fatto che ha esposto gratuitamente la polizia penitenziaria e non solo quella di Santa Maria c. Vetere al pubblico ludibrio”.

Per Moretti “la piena fiducia così espressa dal Ministro è ancora una volta una sottovalutazione dell’importante ruolo svolto dalle donne e gli uomini del Corpo e come tale testimonia ancora di più l’inadeguatezza di Bonafede a dirigere un così delicato Ministero. Anche per questo abbiamo chiesto che il Premier Conte dichiari lo stato d’emergenza delle carceri, solo così forse si potrà ridare credibilità al sistema penitenziario che, nell’ambito della giustizia non rappresenta certo una parte residuale”.

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Redazione

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