Classifica Censis Univiersità italiane, Di Costanzo: “Costruire sinergia tra atenei e Regione”

“Anche quest’anno la Classifica Censis delle Università Italiane racconta un enorme dislivello tra le Università del Nord e quelle del Mezzogiorno. Le realtà accademiche napoletane, poi, sembrano uscirne con le ossa rotte: Parthenope e L’Orientale fanalini di coda tra gli atenei statali “medi”, Federico II ultima tra gli atenei statali “mega”. Persino tra gli atenei non statali il Suor Orsola Benincasa si ritrova in coda alla propria categoria. Peccato però che i criteri di valutazione scelti dal Censis lascino molto a desiderare”. Ad affermarlo è Vincenzo Di Costanzo, responsabile metropolitano Università e Ricerca di Articolo Uno Napoli.

“La classifica del Censis si fonda su strutture disponibili, servizi erogati, livello di internazionalizzazione, capacità di comunicazione 2.0 ed occupabilità. La qualità della didattica, della ricerca e dei docenti non viene neppure presa in considerazione, mentre di ciò che agli studenti resta del percorso universitario sembra rilevare solo la spendibilità sul mercato del lavoro. Poco importa poi se questo sia precario e sottopagato. Peraltro c’è da dire che sull’erogazione di servizi pesa molto la ripartizione delle competenze che coinvolge la Regione e gli enti locali, mentre per quanto riguarda la questione “occupabilità” non si può prescindere da un contesto di crisi che colpisce l’area metropolitana napoletana da oltre dieci anni. Ciò non cancella limiti e difetti degli atenei napoletani, ma ci mostra plasticamente la necessità di una maggiore integrazione tra le istituzioni. Non basta ricordare l’apprezzamento riscosso dalla Federico II nell’ultimo Academic Ranking of World Universities stilato dall’Università di Shangai, restano molti problemi da risolvere. Penso all’estrema carenza di residenze universitarie in una città che accoglie decine di migliaia di studenti fuorisede, o anche ai ritardi nell’erogazione delle borse di studio. Per non parlare poi del trasporto pubblico locale: ben vengano gli abbonamenti gratuiti per gli studenti, ma servono a poco se autobus e metropolitane circolano a singhiozzo tra continui disservizi. Mettiamo da parte classifiche che lasciano il tempo che trovano e costruiamo una nuova sinergia tra gli atenei campani e la Regione Campania per individuare le criticità da risolvere, aumentare i servizi e migliorarne l’erogazione. Solo così potremo assicurare quel salto di qualità che ormai da troppo tempo gli studenti ci chiedono”.

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Redazione

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