Coronavirus, muore autista 118 a Pozzuoli

Morto autista del 118 di Pozzuoli. Aveva 46 anni e risiedeva a Giugliano, in provincia di Napoli. Era risultato positivo al coronavirus stando ai colleghi, lascia moglie e figlio.

Ad annunciare la scomparsa è la pagina Facebook “Nesuno tocchi Ippocrate” con un messaggio: “Oggi salutiamo per sempre e rendiamo omaggio ad uno dei valorosi guerrieri che stanno affrontando questa emergenza in prima linea senza le armi adeguate, Enzo Lucarelli. Autista 118 di Pozzuoli, strappato via dal Coronavirus. A quanto riferiscono i conoscenti era da 6 giorni in attesa del tampone che alla fine è risultato positivo, ieri sarebbe andato in ospedale per difficoltà respiratoria e dopo poche ore è deceduto. Lascia una moglie ed un figlio piccolo”.


Coronavirus, Ciarambino: “Morte operatore 118, stop a volontari senza garanzie”

La capogruppo regionale: “Da cinque anni chiediamo che siano contrattualizzati, basta trattarli come carne da macello”

“Oggi piangiamo la scomparsa di uno dei tantissimi operatori volontari del 118 per i quali non serviva certamente l’impegno straordinario in questa fase di emergenza perché li definissimo eroi. La morte di Enzo Lucarelli è uno schiaffo a chi non ha mai voluto ascoltare il grido d’allarme che proveniva da una categoria indifesa e senza tutele. Lavoratori che ogni santo giorno prestano la propria opera con turni massacranti a fronte di un misero rimborso spese di pochi spiccioli, senza alcuna copertura assicurativa né un tetto di ore, operando in un sistema sprovvisto di governance regionale. Donne e uomini spesso vittime di aggressioni, che oggi in questa drammatica emergenza, a volte senza essere neppure essere forniti di adeguati dispositivi di protezione, continuano a mettersi a disposizione di noi tutti, al prezzo della loro stessa vita”. Lo denuncia la capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle Valeria Ciarambino.

“Da anni – ricorda Ciarambino – attraverso atti e proposte normative, sistematicamente bocciati, chiediamo a De Luca di mettere fine a quello che non possiamo che definire un vero e proprio “lavoro nero” istituzionalizzato. Questi operatori vanno contrattualizzati e vanno garantite loro tutte le coperture necessarie contro i rischi legati alla sicurezza e ad episodi di aggressioni, e oggi a questa tremenda epidemia. E non bisogna più consentire che, come spesso accade, operino da soli sulle ambulanze e non in affiancamento e supporto al personale medico incaricato. E’ tempo che queste proposte siano recepite e che gli operatori del 118 non siano più

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Redazione

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