Taranto. Ex-Ilva, Pastorino – Rostan: “Mettere ArcelorMittal di fronte alle sue responsabilità”

“Il capogruppo della Lega alla Camera Molinari, nel suo intervento in Aula, ha fatto uno show interessante, uno spettacolo a favore di propaganda. Ha parlato di plastica, di tasse che non esistono, teorizzando finanche la fine del governo, senza entrare nel merito della questione. Del resto la Lega è lo stesso partito che qualche mese fa si è occupata di Ilva, no? Lo chiedo ai colleghi leghisti, per informazione e sapere cosa hanno fatto. Sono gli stessi che di fronte alla necessità di compiere scelte importanti per il destino dell’Italia hanno preferito scappare, rifugiandosi nella confortante situazione di non affrontare le questioni. Dalla manovra alla politica industriale, Salvini e i suoi sono fuggiti”. Lo dichiara il deputato di èViva, Luca Pastorino, segretario di presidenza alla Camera per Liberi e Uguali.

“ArcelorMittal – aggiunge Pastorino – chiede 5mila esuberi, non per responsabilità del governo. Appena un anno fa estendeva numeri e i diritti dei lavoratori, lasciando immaginare che avesse grandi progetti. Cosa è cambiato? I manager hanno fatto male i conti o si sono mossi come un vascello pirata? Un’opposizione seria dovrebbe fare gli interessi del sistema-Paese e porre, insieme alla maggioranza in questo caso, domande del genere. Mentre dalle destre arrivano lo slogan, parlando di plastica e di varie ed eventuali. E mai di problemi reali”.


“Bisogna fare chiarezza sulla vicenda ex-Ilva di Taranto. La situazione attuale è figlia del comportamento vergognoso della famiglia Riva che, dopo aver avuto gratis l’acciaieria dallo Stato, non ha mai provveduto a fare investimenti ambientali e per l’innovazione. Il risultato è stato alimentare una insostenibile conflittualità sociale tra difesa del diritto al lavoro e difesa del diritto alla salute. In questo quadro si è inserito Arcelor – Mittal il cui comportamento lascia numerose ombre”. Lo dichiara Michela Rostan, deputata Liberi e Ugualia alla Camera.

“Non vorrei che l’improvviso dietrofront fosse l’ultimo atto di un disegno finalizzato a pilotare verso il disastro l’insediamento di Taranto per eliminare un concorrente scomodo nello scacchiere internazionale della produzione dell’acciaio, favorendo altri player che forniscono acciaio a più basso costo e di infima qualità. In questo scenario abbiamo il dovere di difendere l’acciaio italiano e la nostra industria pesante che vale milioni di posti di lavoro. Dobbiamo tentare in ogni modo di mettere Arcelor Mittal di fronte alle sue responsabilità ed essere pronti a intervenire con una riqualificazione che preveda una forte presenza pubblica per ripartire salvando tutti i posti di lavoro. Noi saremo sempre al fianco dei lavoratori e delle famiglie di Taranto che giustamente chiedono una svolta sostenibile dell’insediamento industriale”.

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Redazione

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