Cinghiali, Coldiretti: “Salgono a 2mln, 1 ogni 5 abitanti in Appennino”

Più che raddoppiati negli ultimi dieci anni, salgono a 2 milioni i cinghiali in Italia. E’ quanto stima la Coldiretti in occasione del blitz davanti a Montecitorio a Roma di migliaia di agricoltori, allevatori, cittadini, esponenti istituzionali e ambientalisti contro l’invasione dei cinghiali e degli animali selvatici. Nella dorsale appenninica le popolazioni di cinghiali guadagnano terreno rispetto alla presenza umana con una concentrazione media di un animale ogni cinque abitanti in una fascia territoriale segnata già dalla tendenza allo spopolamento per l’indebolimento delle attività tradizionali. Proprio per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla gravità del problema gli agricoltori della Coldiretti hanno provocatoriamente portato in piazza Montecitorio un pentolone gigante di polenta e di spezzatino di cinghiale, oltre a cartelli con le foto degli incidenti provocati sulle strade e dei danni nelle campagne.

L’eccessiva presenza di selvatici rappresenta un rischio – evidenzia la Coldiretti – per l’agroalimentare italiano visto che proprio nei piccoli comuni sotto i 5mila abitanti si concentra il 92% delle produzioni tipiche nazionali secondo lo studio Coldiretti/Symbola con ben 270 dei 293 prodotti a denominazione di origine (Dop/Igp) italiani riconosciuti dall’Unione Europea tra formaggi, oli extravergine di oliva, salumi e prodotti a base di carne, vini, panetteria e pasticceria. Un patrimonio conservato nel tempo dalle 279mila imprese agricole presenti nei piccoli Comuni con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture agricole storiche, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle tradizioni alimentari.

Un tesoro messo a rischio dall’avanzata dei cinghiali che sempre più spesso in queste aree si spingono fin dentro i cortili e sugli usci delle case, scorrazzando per le vie dei paesi o sui campi, nelle stalle e nelle aziende agricole.

C’è chi si è trovato un centinaio di cinghiali a pochi metri dalla porta di casa; c’è chi raccoglieva il mais di sera col trattore seguito passo passo dal branco che mangiava le pannocchie rimaste, senza essere neppure disturbato dal rumore; c’è chi ha visto i cinghiali arrampicarsi sulle vigne per mangiare l’uva. Una situazione che costringe ormai le aziende a lasciare i terreni incolti, stravolgendo l’assetto produttivo delle zone. Chi si è visto distruggere più volte il campo di mais o di girasoli sceglie alla fine di non seminare più. Il rischio è che venga meno la presenza degli agricoltori, soprattutto nelle zone interne, e con essa quella costante opera di manutenzione che garantisce la tutela dal dissesto idrogeologico. Serve responsabilità nella difesa degli allevamenti, dei pastori e allevatori che – sottolinea Coldiretti – con coraggio continuano a presidiare anche i territori più isolati e a garantire la bellezza del paesaggio e il futuro del Made in Italy agroalimentare.

Quella degli animali selvatici è infatti una minaccia diretta alla sicurezza delle persone – evidenzia Coldiretti – con morti e feriti causati da attacchi di branchi di cinghiali scoperti mentre devastano campi e coltivazioni o entrano nelle aie delle case dove spesso a farne le spese sono anche cani pastore e da compagnia.

La proliferazione senza freni dei cinghiali – continua la Coldiretti – sta mettendo anche a rischio l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali. Studi ed esperienze relative all’elevata densità dei cinghiali in aree di elevato pregio naturalistico hanno mostrato notevoli criticità in particolare per quanto riguarda il rapporto tra crescita della popolazione dei selvatici e vegetazione forestale.

Proprio le modalità di ricerca di cibo attraverso una cospicua attività di scavo ben visibile sui campi coltivati provoca, infatti, anche su superfici naturali – spiega la Coldiretti – notevoli danni alla biodiversità. Si possono considerare le conseguenze negative sulla nidificazione degli uccelli che depositano le uova sul suolo o l’impatto sui piccoli mammiferi, come ad esempio i ghiri, che creano le loro tane nell’immediata superficie soprattutto contigua all’apparato radicale di piante.

Sempre nelle aree boschive – conclude la Coldiretti – sono poi ben conosciuti i danni provocati dagli spostamenti di questa specie golosa di frutti spontanei come i tartufi che rappresentano, per molti territori una vera ricchezza non solo biologica quanto economica costituendo una fonte integrativa di reddito per molti residenti.


Cinghiali, Coldiretti: “10mila incidenti stradali all’anno”

In Italia ci sono diecimila incidenti stradali all’anno causati da animali selvatici con 13 morti nei primi nove mesi del 2019 contro gli undici registrati in tutto l’anno precedente. E’ quanto emerge da una stima di Coldiretti su dati Regioni e Osservatorio Asaps in occasione del blitz davanti a Montecitorio di migliaia di agricoltori, allevatori, cittadini, esponenti istituzionali, sindaci e ambientalisti contro l’invasione dei cinghiali e degli animali selvatici ormai arrivati anche dentro le città. Presente a Roma anche la delegazione di Coldiretti della Campania, guidata dal vicepresidente nazionale Gennarino Masiello.

Il numero di incidenti gravi con morti o feriti per colpa di animali è aumentato del 81% sulle strade provinciali nel periodo 2010-2018 secondo l’analisi Coldiretti su dati del rapporto Aci Istat. Una vera e propria emergenza nazionale che mette a rischio la sicurezza e la salute degli automobilisti e che – secondo l’indagine Coldiretti/Ixè – porta 3 italiani su 4 (72,7%) a considerare un pericolo per la circolazione sui quasi 850mila chilometri di strade e autostrade italiane la presenza di animali selvatici e di cinghiali, che possono arrivare a un quintale e mezzo di peso e 150 centimetri di lunghezza. Una paura – evidenzia Coldiretti – che dilaga dalla montagna alla pianura, dalle zone vicino ai fiumi fino a quelle sul mare, ma nei piccoli centri di provincia con meno di cinquemila abitanti sale addirittura all’83% dei residenti.

E se su arterie statali, provinciali e comunali non ci sono quasi mai reti di respingimento contro i selvatici, sulle autostrade invece – sottolinea la Coldiretti – si trovano le protezioni ma non sempre sono efficaci visto che una delle 13 vittime del 2019 è stata causata sulla A1 da un branco di cinghiali arrivato sulla carreggiata scavando un cunicolo sotto la rete divisoria fra l’asfalto e la campagna circostante. Migliaia di incidenti da nord a sud della Penisola fanno registrare danni per milioni di euro fra costi per riparazioni meccaniche e di carrozzeria alle auto e spese sanitarie per le persone rimaste ferite e contuse.

Ma si tratta – evidenzia la Coldiretti – solo della punta dell’iceberg perché molti non denunciano scoraggiati dalle lungaggini burocratiche e dalle condizioni poste dalle assicurazioni come ad esempio, oltre alle tracce sulla vettura e sull’asfalto, anche il rinvenimento della carcassa dell’animale con il quale ci si è scontrati. Nel 2018 un incidente grave su 5 provocato dai selvatici è avvenuto di notte – spiega Coldiretti – ma sono le ore dell’alba e quelle del crepuscolo le più a rischio, con i branchi di cinghiali che si muovono razziando cibo nelle periferie urbane o distruggendo campi e colture, riuscendo a percorrere – evidenzia Coldiretti – fino a 40 chilometri alla volta.

“Non è più solo una questione di risarcimenti – afferma il presidente Gennarino Masiello – ma è diventato un fatto di sicurezza delle persone che va affrontato con decisione. Serve agire in modo concertato tra Ministeri e Regioni, Province e Comuni ed avviare un piano straordinario senza intralci amministrativi. Bisogna rendere ancora più efficaci i piani di contenimento e allargare le maglie di intervento perché in caso contrario la questione è destinata a peggiorare”.


Cinghiali, Coldiretti: ‘ecco il piano anti invasione’

Un piano straordinario per garantire la sicurezza nelle città e nelle campagne dove i cinghiali causano ogni anno danni stimati in almeno 200 milioni alle colture ma a preoccupare sono anche i rischi per la salute provocati dalla diffusione di malattie e soprattutto gli incidenti stradali in grande aumento. Lo ha annunciato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini a conclusione della manifestazione promossa dalla Coldiretti in Piazza Montecitorio a Roma con l’adesione di centinaia di Sindaci, dei sindacati Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil e delle associazioni dell’ambientalismo e dei consumatori come Symbola, Terranostra, Federparchi, Federconsumatori, Codacons, Adusbef, Centro Consumatori Italia, Aiab, Associazione per l’agricoltura biodinamica e Legambiente che ha condiviso le preoccupazioni alla base dell’iniziativa. Ai rappresentanti del Governo e del Parlamento di tutti gli schieramenti presenti Prandini ha illustrato un pacchetto di misure da tradurre in un emendamento alla legge di Bilancio finalizzato a semplificare le norme che consentano alle regioni di mettere a punto piani per il contenimento dei cinghiali e della fauna selvatica.  La norma che assegna la competenza alle Regioni – secondo il presidente di Coldiretti – è fondamentale per dare certezze alle imprese agricole e garantire il futuro agli agricoltori.

Si deve andare oltre alla caccia per dare risposte strutturali che consentano di ripristinare l’equilibrio ambientale che è stato visibilmente compromesso anche con l’intervento di personale specializzato. Apprezziamo gli impegni assunti dai parlamentari di tutti gli schieramenti nel sottolineare però che se le commissioni parlamentari, dall’Agricoltura all’ambiente e alle Finanze, non voteranno il provvedimento torneremo in piazza ma questa volta – ha concluso Prandini – non in modo così pacifico perché “siamo esasperati”. Sul palco della Coldiretti sono intervenuti nell’ordine Fabio Rolfi  (Lega) assessore agricoltura Lombardia, Stefano Bonaccini,(PD) presidente Emilia Romagna, Anna Casini Vice presidente Regione Marche, Emanuele Imprudente vice presidente Regione Abruzzo e assessore agricoltura, Alberto Budai, presidente Commissione agricoltura Regione Friuli Venezia Giulia, Mino Taricco (PD) Commissione agricoltura Senato, Vincenzo Vizioli presidente Aiab, Gisella Naturale (M5S) commissione agricoltura Senato, Rosa Silvana Abbate (M5S) commissione agricoltura Senato, Teresa Bellanova Ministro delle Politiche agricole, Andrea De Bertoldi (Fratelli d’Italia) commissione Finanze Camera, Matteo Salvini senatore (Lega), Gianpaolo Vallardi (Lega) presidente commissione agricoltura Senato, Filippo Gallinella (M5S) presidente commissione Agricoltura Camera, Francesco Battistoni  (Forza Italia), commissione agricoltura Senato, Maurizio Fugatti, presidente Provincia Trento, Francesco Bruzzone   Lega vice presidente commissione Ambiente, Raffaele Nevi (Forza Italia) commissione agricoltura Camera, Luca De Carlo (Fratelli d’Italia) commissione agricoltura Camera, Marco Perosino (Forza Italia), Camillo D’Alessandro (Italia Viva), Erica Mazzetti (Forza Italia) commissione Ambiente Camera, Roberto Bagnasco (Forza Italia) Commissione Affari sociali, Rosario Trefiletti , presidente Centro Consumatori Italia, Ermete Realacci, presidente Symbola, Paolo Russo (Forza Italia) commissione Agricoltura Camera, Marco Ramadori presidente  Codacons, Massimo Campanella presidente Adusbef, Emilio Viafora, presidente  Federconsumatori, Susanna Cenni (Pd) vice presidente commissione Agricoltura Camera, Roberto Novelli  (Forza Italia) commissione Affari Sociali, Giampiero Sammuri, presidente Federparchi, Giulia Zanotelli assessore Agricoltura provincia Trento, Maria Chiara Gadda Italia Viva commissione Agricoltura  Camera, Andrea Ferrazzi (PD) Commissione Territorio e Ambiente della Camera, Cosimo Maria Ferri (Italia Viva) commissione Giustizia Camera, Maurizio Gasparri (Forza Italia) Commissione Difesa Senato, Gian Marco Centinaio (Lega) ex ministro delle Politiche agricole.

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