Taranto. Ex Ilva, D’Uva: “Ci ammettano alle trattative”

La situazione dell’ex Ilva di Taranto, oggi gestita dall’Arcelor Mittal, va facendosi sempre più critica. Sono passati pochi mesi dall’accordo stretto tra il Ministro Di Maio ed il vertice del colosso siderurgico, che veniva enfatizzato come il migliore possibile: eppure, il mese scorso la dirigenza ha annunciato la cassa integrazione per 1400 operai. Come se non bastasse, è di pochi giorni fa l’ultimo, tragico, incidente, che ha visto la morte di un gruista, dipendente delle acciaierie.

In più, ad oggi la situazione è in stallo, la produzione stenta a ripartire, per disposizione della Procura funziona solo un altoforno su tre, e l’azienda minaccia di chiudere i battenti a settembre se non riottenesse l’immunità penale per i suoi vertici.

In questa controversa vicenda arriva il commento di Giustino D’Uva, segretario generale dei Metalmeccanici di Confintesa: “E’ chiaro che il nodo ex Ilva è molto spinoso, poichè sono in ballo interessi divergenti: tutela del lavoro e garanzia ambientale in primis. Allo stesso tempo è chiaro che le parti in causa non sono in grado di gestire la vicenda, anzi hanno miseramente fallito. Parlo del ministro del lavoro Di Maio, che non riesce minimamente a mediare tra le esigenze di profitto dell?Arcelor Mittal e la necessità di garantire i posti di lavoro; e di CGIL, CISL e UIL, che non hanno il benché minimo interesse a fare un passo che possa anche solo indispettire la direzione aziendale. Per questo, chiedo formalmente, in qualità di rappresentante dei Metalmeccanici di un sindacato autonomo e scevro da logiche clientelari, che Confintesa sia ammessa al tavolo delle trattative affinché si addivenga ad una soluzione quanto più largamente concertata e quanto più possibile autorevole e sensata”.

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Redazione

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