Capri. Malato tumore in ambulanza, negato imbarcato

Negato l’imbarco sulla nave Caremar da Napoli ad un’ambulanza con paziente a bordo, partita stamane da Capri.

Il veicolo sanitario, dopo che all’ammalato erano state effettuate le terapie oncologiche, si è visto negare l’imbarco a causa della posizione assunta di recente dalle Compagnie di navigazione di linea. Un diniego che va avanti da giorni e che ha indotto il sindaco di Capri, Marino Lembo, ad emanare un’ordinanza notificata agli armatori della Compagnia Caremar per consentire i trasferimenti via mare agli ammalati isolani.

Ordinanza che però è stata ignorata: l’ambulanza è ferma sul molo dello scalo napoletano mentre il sindaco di Capri, dal Palazzo Municipale, ha messo in moto un’unità di crisi comunicando il gravissimo episodio a tutte le autorità, tra queste il Prefetto e gli Uffici dell’ Ammiragliato, per consentire il pronto rientro sull’isola dell’autoambulanza con il paziente per la prossima nave veloce delle 17.25.

“Il contratto di servizio della Caremar, che costa al contribuente campano ben oltre 10 milioni di euro l’anno, è chiarissimo: la compagnia di navigazione deve assicurare il trasporto delle ambulanze e lo deve garantire gratuitamente: se non è attrezzata allo scopo e non può farvi fronte si rescinda il contratto”. Lo afferma la consigliera regionale campana di Forza Italia Maria Grazia Di Scala, presidente della commissione regionale Sburocratizzazione.

“Quanto accaduto oggi col diniego di trasporto di un malato oncologico è gravissimo e sintetizza pienamente il doppio fallimento del governo De Luca sulla sanità e sui trasporti. E’ chiaro che così non si può andare avanti: ho convocato per il 9 luglio prossimo la commissione che presiedo per affrontare con la dovuta serietà le gravi inefficienze che quotidianamente si consumano sulla pelle dei cittadini delle isole minori”, conclude la presidente Di Scala.

“Una paziente oncologica, in condizioni delicate a seguito di una terapia a cui è stata sottoposta in mattinata, non può essere trasferita da Capri a Napoli perché l’idroambulanza è rotta, eppure De Luca si preoccupa di offendere e minacciare ministri e premier perché lo facciano uscire dal commissariamento in sanità. Da oltre un mese l’unica idroambulanza a disposizione dei sanitari dell’ospedale Capilupi è in panne ma dal Dipartimento di emergenza urgenza, nonostante la previsione di un considerevole flusso di turisti, non è stata attivata alcuna iniziativa per affrontare eventuali emergenze come quella verificatasi questa mattina. E’ noto che, per questioni di sicurezza, le compagnie di navigazione non possono trasportare mezzi con persone a bordo. La povera paziente è stata costretta ad affrontare il viaggio in sedia a rotelle nell’area passeggeri, sebbene estremamente debilitata. Ci sono in gioco vite umane e non ci sono neppure i mezzi a disposizione per poterle soccorrere o trasferirle nei tempi richiesti a nosocomi più attrezzati e De Luca ha ancora il coraggio di chiedere, in queste condizioni, l’uscita dal commissariamento, minacciando addirittura di denunciare il presidente Conte e il ministro Grillo”. Così i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle Valeria Ciarambino e Luigi Cirillo.

“Di fronte a questo ennesimo e vergognoso caso, al quale potrebbero sommarsene altri se non si procede al più presto a ripristinare il servizio di idroambulanza, ci chiediamo se la Lega, con il sottosegretario Garavaglia, abbia ancora il coraggio di giudicare la Campania nelle condizioni di uscire dal commissariamento. Così come ci chiediamo per quanto tempo ancora Salvini sia disposto a violare quella norma, che lui stesso ha votato, che ha ripristinato l’incompatibilità tra governatore e commissario per la sanità. Siamo sempre più convinti – concludono Ciarambino e Cirillo – che togliere la sanità dalle mani di De Luca equivale a salvare vite umane e a restituire ai campani il sacrosanto diritto all’assistenza”.

“Restiamo basiti nell’apprendere dell’episodio della malata oncologica alla quale è stato impedito di essere imbarcato a bordo di un’ambulanza per rientrare sull’isola di Capri. Nonostante sia particolarmente provata fisicamente la compagnia di navigazione le ha imposto di essere trasferita su una sedia a rotelle per essere imbarcata. Ai patimenti della malattia si aggiungono l’umiliazione e il disagio. Troviamo assurdo tra l’altro che le sia stato consentito l’imbarco all’andata e non al ritorno. La battaglia delle compagnie di navigazione che, appellandosi ad un decreto del 2001 che hanno deciso di applicare dopo 18 anni, impediscono l’imbarco delle ambulanze che trasportano malati si sta combattendo sulla pelle di questi ultimi”. Lo afferma il consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli.

“Così – aggiunge Borrelli – non si può andare avanti. Occorre trovare una soluzione che permetta ai malati di essere imbarcati sui traghetti in ambulanza. Il Prefetto aveva in programma un incontro con le parti ma, al momento, non si è ancora tenuto. Chiediamo che si proceda in tal senso a strettissimo giro. Si tratta di una situazione che sta assumendo caratteri emergenziali con disagi consistenti per i malati che sono costretti, nonostante le precarie condizioni fisiche, ad abbandonare i mezzi di soccorso per recarsi nei saloni”.

“Innanzitutto la mia solidarietà alla donna che si è vista negare l’imbarco a bordo di un’ambulanza per fare ritorno all’isola di Capri dopo la terapia oncologica. È inconcepibile che una situazione di questo tipo si debba trasformare in un vero e proprio calvario. Il diritto alla cura e alla salute deve essere sempre tutelato”. Lo dichiara Stefano Graziano, consigliere regionale PD e presidente della Commissione Salute.

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