San Marino. Scandalo tra consulenze a politici e paradiso fiscale

L’indagine avviata dal Tribunale di San Marino non riguarda una semplice consulenza fittizia ma la sopravvivenza della Repubblica di San Marino.

Nell’aprile 2018 Catia Tomasetti, già partner dello studio legale Bonelli Erede, viene nominata presidente della Banca Centrale di San Marino (Bcsm), e due mesi dopo arriva la consulenza a Sandro Gozi. Questi ha il compito di trattare con le istituzioni europee la definizione dell’Accordo di Associazione.

L’inchiesta nasce sulla base di un esposto anonimo che “appare” a dicembre sulla scrivania del magistrato Alberto Buriani, che accusa la Tomasetti di aver “indotto il consiglio direttivo di Bcsm a stipulare un contratto di consulenza fittizia con Gozi, di cui aveva nascosto l’amicizia”.

Lei replica al Resto del Carlino: “l consiglio direttivo era perfettamente al corrente della consulenza”, tanto che lei stessa aveva fatto pubblicare sul sito (la legge di San Marino non lo prevedeva) l’entità e la durata dell’ingaggio, e il loro rapporto era noto a tutti.Poi aggiunge: “Abbiamo commissariato un istituto (Banca Cis) e chi ci va intorno finisce sempre indagato”. E in effetti basta fare una rapida ricerca su Google per scoprire cosa succede a chi tocca questa banca. La visita di Lavrov nella microscopica San Marino dello scorso marzo parla chiaro in effetti a tutela degli interessi di molti personaggi che hanno a cuore il destino del proseguimento dei loro privilegi in questo paradiso fiscale voluto da Giulio Tremonti. E allora, per mantenere lo status quo, non resta che l’alleanza con la Russia, vendere il debito a Mosca e garantire in cambio uno sbocco finanziario ”protetto” per oligarchi in cerca di paradisi.

Gli ultimi che avevano provato a riformare il sistema bancario di San Marino, firmando un Memorandum of Understanding con Bankitalia, sono stati condannati in primo grado e hanno perso il lavoro alla Bcsm, finché non sono stati assolti in appello e ri-assunti dall’attuale dirigenza. Sandro Gozi aveva già interrotto i suoi rapporti poiche’ candidato con la Reinassance con Macron per cui e’ diventato facile bersaglio politico e per costringere l’avvocato Catia Tomasetti alle dimissioni si è giustamente pensato di avviare un processo mediatico.

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Redazione

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