(VIDEO) Sala Consilina. Giornata della Legalità nel ricordo di Giorgio Ambrosoli

“Vi auguro che i valori civili siano con voi ogni giorno, a ricordarvi la differenza che ogni vostro gesto può contare, per migliorare l’intera società. La libertà è un bene preziosissimo, di cui ognuno di noi è custode… abbiamo solo questa vita, ma possiamo farne un capolavoro”. Sono queste alcune delle parole più significative contenute nel commovente messaggio che la figlia di Giorgio Ambrosoli, Francesca, rimasta orfana circa 40 anni fa in seguito alla barbara uccisione del padre, ha voluto far pervenire alla folta platea di giovani studenti dell’IIS “Marco Tullio Cicerone” presenti questa mattina presso il Teatro Comunale Mario Scarpetta di Sala Consilina.

Anche quest’anno l’Amministrazione comunale di Sala Consilina, guidata dal sindaco Francesco Cavallone, ha voluto proporre alle nuove generazioni e a tutta la comunità un esempio virtuoso di Legalità. Su proposta dell’Associazione “Giorgio Ambrosoli” di Salerno, ed in collaborazione con la Banca Monte Pruno, partner dell’evento, la scelta quest’anno è ricaduta sulla figura dell’Avvocato Giorgio Ambrosoli. Questa mattina gli studenti dell’IIS “Marco Tullio Cicerone” hanno potuto conoscere la sua storia esemplare, assistendo allo spettacolo di teatro-canzone “Giorgio Ambrosoli”, portato in scena dall’artista Luca Maciacchini. La rappresentazione teatrale è stata preceduta dai saluti degli Avvocati Nicola Colucci, del Foro di Lagonegro, e Pasquale D’Aiuto, del Foro di Salerno, rispettivamente delegato per il Vallo di Diano e segretario dell’Associazione “Giorgio Ambrosoli” di Salerno, del sindaco Francesco Cavallone e dell’Assessore alla Cultura Gelsomina Lombardi, della dirigente scolastica Antonella Vairo e del vicedirettore Area Mercato della Banca Monte Pruno Antonio Pandolfo, coordinati dal giornalista Geppino D’Amico. Dopo lo spettacolo studenti e docenti sono stati protagonisti di un dibattito su Giorgio Ambrosoli e sulla Legalità.

Sempre presso il Teatro Comunale Mario Scarpetta, ma con inizio alle ore 16:00, lo spettacolo teatrale sarà riproposto nel pomeriggio all’interno di un secondo evento, destinato a chiunque vorrà partecipare, con particolare attenzione rivolta agli Avvocati, ai quali saranno riconosciuti 4 crediti formativi.

Le interviste: Antonella Vairo, Antonio Pandolfo, Gelsomina Lombardi, Geppino D’Amico, Luca Macciacchini, Pasquale D’Aiuto

Il cuore di Giorgio Ambrosoli smette di battere l’11 luglio 1979. L’avvocato italiano viene assassinato sotto casa da un sicario americano ingaggiato dal banchiere siciliano Michele Sindona, su cui stava indagando.

Sono passati 35 anni da allora ma la sua figura è ancora un esempio, quello di un uomo che ha dato la vita per il Paese. Giorgio Ambrosoli nasce in una famiglia borghese di Milano, studia Giurisprudenza e si specializza in diritto fallimentare. Nel 1974 viene scelto dall’allora governatore della Banca d’Italia, Guido Carli, come commissario liquidatore della Banca Privata Italiana portata quasi al fallimento da Michele Sindona. Durante le indagini si rende conto che c’erano gravi irregolarità nei conti e che i libri contabili erano stati falsati. Sindona aveva consolidati rapporti con pezzi della politica, della finanza e della criminalità organizzata siciliana. Ambrosoli comincia a ricevere pressioni, gli chiedono di impostare il suo rapporto in modo da evitare l’arresto di Sindona. Le intimidazioni diventano minacce di morte. A quel punto capisce che la sua vita è a rischio ma decide di andare avanti comunque. Il 12 luglio 1979 avrebbe dovuto sottoscrivere una dichiarazione formale nella quale confermava la necessità di liquidare la banca e l’attribuzione delle responsabilità a Michele Sindona. Viene ucciso la sera prima: mentre parcheggia sotto casa, un uomo si accosta e gli spara quattro colpi. Era il mafioso italoamericano William Aricò, ingaggiato proprio da Michele Sindona.

Nel 1981, con la scoperta delle carte di Licio Gelli a Castiglion Fibocchi, si ha la conferma del ruolo della loggia massonica P2 nelle manovre per salvare Sindona. Il 18 marzo 1986, a Milano, Michele Sindona viene condannato all’ergastolo per l’omicidio di Ambrosoli. Due giorni dopo viene trovato morto in cella per avvelenamento da cianuro di potassio.

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